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Agricoltura

 


  • Il termine Workers Buyout (WBO) si riferisce al processo di acquisizione della proprietà e del controllo dell’azienda da parte dei lavoratori, che la possono trasformare in cooperativa.
  • Il meccanismo del WBO si utilizza per salvare un’azienda dal fallimento oppure per acquisire un’impresa che non ha successori, nell’ottica di salvaguardare l’occupazione.
  • La Cooperazione Finanza Impresa (CFI) è la partecipata del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha il compito di sostenere WBO in termini di organizzazione, competenze e risorse.

Le piccole e medie imprese in crisi possono essere salvate proprio dai lavoratori che ne fanno parte. Tramite il meccanismo del Workers Buyout (WBO) è possibile rigenerare imprese a rischio fallimento, favorire un ricambio generazionale all’azienda senza eredi o recuperare le aziende confiscate ai clan mafiosi.

Il WBO permette ai lavoratori di recuperare e rilanciare un’azienda acquisendo il suo patrimonio (sfruttando l’anticipo del TFR, la Naspi o altri fondi istituzionali) per trasformarla in società cooperativa.

Secondo alcuni dati di Legacoop1, dal 1985 al 2020 sono state recuperate 323 imprese grazie al meccanismo di WBO in forma cooperativa, coinvolgendo 10.408 lavoratrici e lavoratori. Un processo di questo tipo che va a buon fine, quindi, è in grado di salvaguardare la produzione, l’occupazione e talvolta di favorire nuove assunzioni.

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Scopriamo come funziona il workers buyout, quali sono le fasi di acquisizione e rilancio della società e quali finanziamenti sono disponibili per realizzare questo salvataggio.

Workers buyout: significato

Le aziende che stanno attraversando un periodo di crisi oppure quelle che non hanno successori possono essere acquisite direttamente dai lavoratori tramite il meccanismo del Workers BuyOut (WBO). Questo termine, di origine anglosassone, si riferisce proprio a un’impresa “recuperata” o “rigenerata” grazie a un’azione di salvataggio e acquisizione da parte dei dipendenti.

In altre parole, un gruppo di lavoratori e lavoratrici si riunisce in una società cooperativa (spesso mettendo a fattor comune i propri TFR) per rilevare l’azienda in crisi e per rilanciarla sul mercato, dandole nuova vita.

Anziché finire in fallimento, quindi, l’azienda viene rigenerata e rilanciata dai lavoratori stessi che, così facendo, mantengono in vita il ciclo produttivo e salvano il proprio posto di lavoro.

Come funziona il processo di workers buyout

Come abbiamo visto, alla base del workers buyout possono esserci diverse cause: una situazione strutturale di crisi aziendale e la necessità di riconversione del business; la cessione o liquidazione dell’impresa o di parte di essa, l’esigenza di affrontare il ricambio generazionale o ancora il sequestro o la confisca dell’azienda. In questi casi i lavoratori possono unire le loro forze per acquisire il patrimonio della società.

I lavoratori, quindi, costituiscono una nuova società cooperativa versando le quote del capitale sociale (che possono provenire anche dall’anticipo Naspi o dal Tfr dell’azienda). In questa fase possono intervenire anche i cosiddetti investitori istituzionali (CFI, fondi mutualistici, ecc) in qualità di soci finanziatori.

Nella maggior parte dei casi il processo di acquisizione termina prendendo in locazione l’intera azienda dalla società di provenienza secondo la formula del rent to buy, acquisendone la piena proprietà nel giro di alcuni anni.

Tipologie di workers buyout

Non esiste un solo meccanismo di buyout, ma diverse tipologie di salvataggio di un’azienda che si differenziano in base al soggetto che agisce per rilanciare l’impresa. Le situazioni che possono verificarsi sono:

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  • Management Buyout (MBO), dove un gruppo di manager acquista l’azienda in cui lavora, assumendo il ruolo di manager o imprenditori;
  • Leveraged Buyout (LBO), dove un gruppo di investitori acquista la società per rivenderla dopo averne incrementato il valore per ricavare un guadagno;
  • Family Buyout, cioè il processo che si adotta in occasione del passaggio intergenerazionale in aziende a conduzione familiare.

Workers buyout: la normativa

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Il Workers buyout è un meccanismo che si basa su una solida normativa che ne garantisce il supporto patrimoniale e finanziario. Dapprima, nel 1985, è stata approvata la Legge Marcora (voluta dall’allora Ministro dell’Industria, Giovanni Marcora), successivamente revisionata e modificata da altri provvedimenti. Con essa è nato il CFI, Cooperazione Finanza e Impresa, che gestisce l’apposito fondo di salvataggio.

Nel 2014, invece, il Ministero per lo Sviluppo Economico ha introdotto dei finanziamenti finalizzati a promuovere la nascita e lo sviluppo delle società cooperative nelle quali le società finanziarie assumano, o abbiano assunto, delle partecipazioni ai sensi della Legge Marcora.

Con la Legge di Bilancio 2021, inoltre, sono state introdotte delle agevolazioni fiscali per le società cooperative nate in seguito al salvataggio dei lavoratori. Nel dettaglio, sono previsti:

  • l’esenzione fiscale per i lavoratori degli importi di TFR che vengono da loro destinati alla sottoscrizione del capitale sociale delle cooperative;
  • l’esenzione dall’imposta di successione e donazione per i trasferimenti di aziende, di quote sociali e di azioni e dalla tassazione delle plusvalenze relative alle medesime operazioni.

Cosa prevede la Legge Marcora

Il meccanismo di WBO è iniziato negli anni Ottanta, quando proprio per facilitare la costituzione di nuove cooperative fu promulgata la Legge Marcora (L. 49/1985). L’Italia, ad oggi, è l’unico Paese che disciplina e favorisce, anche economicamente, la costituzione di Workers Buyout.

Grazie a questa legge, infatti, è stato istituito un apposito fondo destinato alla salvaguardia dell’occupazione e gestito da CFI (Cooperazione Finanza e Impresa), una società costituita dal Ministero dello Sviluppo Economico su iniziativa delle tre centrali cooperative.

I beneficiari di questo intervento sono le piccole e medie imprese costituite nelle forme di cooperativa di produzione e lavoro e cooperativa sociale.

Di recente, nel 2019, CFI ha firmato un accordo con il FEI (Fondo Europeo degli Investimenti) per accedere al Fondo EaSI, il Programma dell’Unione Europea per l’Occupazione e l’Innovazione Sociale. Grazie a questo accordo, quindi, le cooperative che soddisfano determinati requisiti e criteri di ammissibilità possono ottenere degli sconti e delle agevolazioni sulla remunerazione ordinaria di ciascun intervento.

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La Nuova Marcora: le novità

Il decreto del MISE del 4 dicembre 20142, conosciuto come Nuova Marcora, ha rafforzato lo strumento Marcora istituendo un finanziamento pubblico a tasso agevolato per sostenere workers buyout da crisi e da confisca e per consolidare le cooperative esistenti nel Mezzogiorno.

Nel 2021, un ulteriore decreto del MISE3 ha potenziato il fondo ampliando al platea di beneficiari, riducendo a zero il tasso di interesse ed eliminando le commissioni a carico della società beneficiaria.

Con dei successivi finanziamenti il fondo ha raggiunto una ammontare complessivo di 80 milioni di euro a disposizione di progetti di impresa per salvaguardare la produzione e l’occupazione. Ricordiamo che oltre alle iniziative nazionali esistono anche dei progetti regionali: ad esempio nel Lazio, in Lombardia e in Emilia Romagna.

Workers buyout – Domande frequenti

Cos’è il workers buyout?

Il workers buyout è un’azione di salvataggio di un’azienda o di una sua parte realizzata dai dipendenti che acquisiscono la proprietà trasformandola (nella maggior parte delle volte) in una cooperativa.

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Cosa dice la Legge Marcora?

La Legge Marcora (legge n.49/85) ha istituito un fondo destinato alla salvaguardia dell’occupazione con la formazione di imprese cooperative tra dipendenti di aziende in crisi. La Nuova Marcora prevede finanziamenti agevolati destinati a tutte le cooperative sociali e di produzione e lavoro.

Cosa vuol dire LBO?

A differenza del Workers BuyOut (WBO), il Leveraged buy-out (LBO) consiste nell’acquisto di una società ricorrendo all’indebitamento. Questo debito verrà poi rimborsato con i ricavi o attraverso la vendita di una parte del patrimonio della società acquisita.

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