Luís Figo, campione del pallone, debuttante del fashion. L’ex centrocampista portoghese, Pallone d’Oro 2000, 52 anni, che ha militato fra gli altri nel Barcelona, nel Real Madrid e nell’Inter, per vent’anni ha disegnato il calcio. Ora ha deciso di mettere la fantasia al servizio della moda. E ha scelto Pitti Uomo 107 a gennaio per presentare LF, la collezione Luís Figo. Realizzata con l’imprenditore del lusso Gandolfo Albanese, tutta prodotta in Italia, LF è un elogio «all’arte del vestire bene, che gli italiani padroneggiano da sempre».
Lei ha giocato a Madrid, Barcellona e Milano: tre metropoli, tre stili diversi anche nella moda. Come la hanno ispirata?
«Mi piaceva molto Barcellona, sono stato benissimo a Milano, adoro Madrid. Cosmopolite, belle e diverse: ognuna di ha dato input importanti per arricchire il mio stile».
E il Portogallo, la sua terra, come la ha influenzata?
«Il bel vestire mi ha sempre attratto. Il Portogallo, con i suoi paesaggi straordinari e la sua autenticità, mi ha insegnato ad apprezzare i dettagli e l’artigianalità, valori che cerco di integrare nel mio brand».
Quando è nata l’idea di una griffe, sia da imprenditore, sia “mettendoci la faccia” con una linea firmata con il suo nome?
«LF nasce da un mio desiderio e da un’idea del mio caro amico Gandolfo Albanese. Lui è un imprenditore con esperienze in aziende importanti nel settore lusso. Io amo la moda e i prodotti di qualità, creare una mia linea è stato spontaneo. Volevo un marchio che parlasse di me, esclusivo, di buon gusto. È stata una sfida emozionante, che ha richiesto tanto studio e dedizione, ma è anche un progetto che sento profondamente mio».
Cos’è per lei l’italian style?
«L’italian style è un mix di tradizione sartoriale, attenzione ai dettagli e capacità di innovare rimanendo autentici. Ho voluto rendere omaggio a questi valori proponendo capi che uniscono eleganza e praticità, mantenendo una qualità altissima nei materiali e una cura meticolosa per i dettagli. La mia collezione vuole raccontare l’arte di vestire bene, un’arte che gli italiani padroneggiano da sempre».
Una linea insieme sartoriale, ma che coniuga sportivo e urban: fa un paio di esempi?
«Il mio uomo vuole esprimere la sua personalità attraverso l’abbigliamento. C’è la giacca destrutturata in tessuto tecnico da abbinare a una polo in cachemire, ideale sia il lavoro, sia per un viaggio. Oppure i pantaloni sartoriali con dettagli sportivi che si sposano con t-shirt in cotone pregiato. È una collezione per chi cerca la praticità senza rinunciare allo stile».
Qual è il capo simbolo della sua collezione?
«Senza dubbio la giacca sartoriale. Ho voluto una giacca che fosse versatile, capace di passare dal contesto formale a quello casual con disinvoltura». Mi rappresenta: un’eleganza accessibile e contemporanea, sempre attenta ai dettagli».
Sua moglie è una ex modella quindi la moda era di casa… cosa la aveva colpita di questo mondo quando non pensava di diventarne parte?
«L’attenzione ai dettagli e la capacità di comunicare la personalità attraverso i vestiti. Mia moglie, con la sua esperienza come modella, mi ha fatto capire l’importanza del connubio tra estetica e comfort. Il suo occhio critico e i suoi consigli sono stati preziosi».
Fra calciatori ed ex molti si sono cimentati nella moda. Ma (forse) lei è il primo con una sua linea. Si sente un pioniere?
«Non so se mi definirei un pioniere, sicuramente il mio approccio è diverso. Molti calciatori hanno prestato il loro volto o collaborato a progetti di moda, io ho voluto fare qualcosa di più personale: creare un brand che mi rappresentasse completamente, dalla scelta dei materiali alla filosofia dietro ogni collezione. Non è solo una questione di moda, ma di trasmettere un’idea di stile che sento mia. È un progetto ambizioso, ma credo sia proprio questa visione così personale a distinguermi».
Lei è stato un “funambolo” nel calcio, quale stilista considera a lei affine nella moda? Ha preso ispirazione da lui?
«Mi ritrovo molto affine con il gusto e l’eleganza di Brunello Cucinelli, Loro Piana, Ermenegildo Zegna e Tom Ford. Ognuno rappresenta un aspetto della moda che ammiro: la ricerca di qualità, il rispetto per la tradizione e l’innovazione».
Fra i calciatori e, più in generale, gli sportivi chi è o è stato un fuoriclasse di eleganza?
«Nel calcio David Beckham e Ibrahimovic. E poi il tennista Rafael Nadal. Beckham è un’icona di stile, sempre impeccabile. Ibrahimovic, con il suo carisma, trasmette un’eleganza naturale e sicura. Nadal ha uno stile più sportivo ma molto curato. Tutti dimostrano che l’eleganza è anche una questione di atteggiamento e personalità, non solo di abbigliamento».
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