La virata al rialzo è dovuta principalmente al settore energetico, con il comparto delle rinfuse liquide che con 37.664.654 tonnellate segna un +9,74%. Il commissario Torbianelli: “Sostanziale tenuta”
Trieste – Un anno cominciato con il timore che la crisi del Mar Rosso potesse mandare gambe all’aria le prospettive costruite dall’Alto Adriatico e concluso con la rivendicazione della resilienza del proprio sistema portuale. Non è ancora il momento per il bilancio definitivo del 2024, ma i dati complessivi del porto di Trieste per i primi 11 mesi dell’anno “mostrano un risultato di sostanziale tenuta” nonostante la quasi totale chiusura di Suez. È questa l’analisi che l’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale fa rispetto ai primi 11 mesi dell’anno, segnati da un -1,12% del traffico container e un -1,79% dei volumi ro-ro, che permettono di lanciare un segnale di ottimismo in vista del 2025, ma mostrano pure alcune tendenze che non possono lasciare tranquilli, perché la recessione economica che colpisce la Germania rischia di avere riverberi più importanti nei mesi a venire. Sia come sia, l’anno che si chiude è stato caratterizzato da incertezze importanti e dunque, ragiona il commissario straordinario Vittorio Torbianelli, “la performance del sistema portuale può essere valutata in termini di positività”.
Il settore potenzialmente più critico in relazione alla situazione del Mar Rosso, quello dei container, che nei primi mesi del 2024 aveva riportato a Trieste decrementi superiori al 20%, ha dimostrato la sua capacità di recupero. I valori sono infatti quasi allineati con l’anno precedente (-1,12%), se guardiamo ai Teu movimentati, che hanno raggiunto la soglia dei 770.323. I numeri sono in aumento se si considera solo il dato dei teu pieni, che sono stati 556.659 (+3,75%), mentre sono in calo quelli vuoti, 213.664 (-11,90%). Cresce inoltre il volume dei teu trasbordati da nave a nave, 279.322 (+5,88%).
Spostando l’attenzione sul settore ro-ro, 270.444 sono state le unità transitate (-1,79%) da gennaio a novembre. Il dato relativo all’autostrada del mare con la Turchia è spiegabile per certi versi con le difficoltà dell’automotive, ma la rotta resta al centro dell’attenzione degli operatori. Pur nella leggera contrazione dei volumi, i primi undici mesi dell’anno registrano infatti un significativo aumento delle toccate (+7,22%), che passano a 787 rispetto alle 734 del 2023, in parte grazie all’introduzione di nuove linee su una tratta che nel 2025 vedrà dispiegarsi a pieno la concorrenza fra il player tradizionale Dfds e il nuovo arrivato Grimaldi.
L’Autorità portuale evidenzia che lo scalo di Trieste segna ad ogni modo una crescita dei volumi totali (+6,42%), con 54.406.317 tonnellate movimentate rispetto al medesimo periodo del 2023. La virata al rialzo, si legge in una nota, “è dovuta principalmente al settore energetico e vede indiscutibilmente sul podio il comparto delle rinfuse liquide, con 37.664.654 tonnellate (+9,74%)”. Numeri destinati a crescere nel 2025, quando l’oleodotto Tal Siot aumenterà la sua capacità a favore della Repubblica ceca.
E se il greggio torna a salire, a contrarsi pesantemente sono invece le rinfuse solide (-72,64%): un risultato dovuto al momentaneo fermo dei traffici siderurgici, connesso alla riduzione delle attività del gruppo Arvedi sulla banchina di Servola. In controtendenza va segnalato invece l’incremento della sottocategoria cereali (+5,69%), collegata all’industria alimentare insediata nella zona industriale.
È soprattutto la flessione nell’ambito siderurgico a incidere sui risultati della movimentazione ferroviaria. Arrivato a sfiorare i 10 mila convogli all’anno, il porto di Trieste si ferma per il momento a 7.261 (-12,47%): un esito che dipende anche dai diversi cantieri ferroviari in territorio austriaco. L’Adsp sottolinea però che “allargando lo sguardo al network intermodale del sistema, l’Interporto di Cervignano mette a segno una crescita a doppia cifra (+19,96%) con 1.166 treni”.
Performance importante è infine quella del traffico croceristico della Trieste Terminal Passeggeri che supera i 500.000 passeggeri, con una crescita rispetto al 2023 che tocca quasi il 9%.
Passando al porto di Monfalcone, si conferma la maggiore esposizione di tale scalo alle problematiche collegate al quadro geopolitico, così come al momento critico del settore automobilistico. Nel periodo gennaio-novembre i volumi totali si attestano su 3.280.590 tonnellate (-8,23%). Flessione per le rinfuse solide con 2.605.113 tonnellate (-7,53%) mentre in forte espansione è l’andamento delle sottocategorie cereali (+59,08%) e prodotti chimici (+34,45%). Decremento per le merci varie (-10,98%) con 674.328 tonnellate movimentate e pesante contrazione per i veicoli commerciali (-26,09%), con 75.718 mezzi transitati. Leggero rallentamento per il settore ferroviario (-5,01%), ma i 1.705 treni manovrati sulle banchine di Portorosega permettono di mettere a segno il secondo miglior risultato degli ultimi anni.
Per Torbianelli si tratta a ogni modo di “un’annata che si sta chiudendo complessivamente in modo positivo, proprio in considerazione del fatto che il risultato si è realizzato in uno scenario geopolitico ed economico problematico. I nuovi servizi del settore ro-ro partiti negli ultimi mesi sono un segnale di buon auspicio, come gli indicatori sul lavoro in banchina, in particolare per quel che concerne l’Agenzia del lavoro portuale, che ha visto, nel corso dell’ultimo anno, una crescita delle chiamate. A gennaio 2025 avremo i dati definitivi del 2024, ma per ora ci limitiamo solamente a ringraziare tutti i lavoratori che hanno contribuito con lo sforzo di ogni giorno a questo risultato”.
Nella foto, la sede dell’Autorità di Sistema Portuale di Trieste
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