Bonus anziani dal 2025, quanto vale e per quali spese

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Da gennaio 2025 sarà disponibile il Bonus Anziani (oppure Assegno Universale Anziani Non Autosufficienti), un contributo mensile di 850 euro, che potrà essere utilizzato solo per delle specifiche spese. Il beneficio mira ad aiutare le persone anziane in difficoltà economiche e di salute e per questo presenta requisiti di accesso molto stringenti che ne limitano la portata. Secondo le stime, la platea del Bonus Anziani sarà di circa 25.000 persone in tutto il Paese.

La misura è stata introdotta con decreto legislativo a marzo in via sperimentale per il biennio 2025/2026.

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Bonus anziani, requisiti

Mentre la popolazione italiana invecchia, la sanità pubblica peggiora rendendo più complicata la vita di chi ha bisogno di cure e assistenza. In questa categoria rientrano gli anziani che, complici pensioni mediamente molto basse, hanno difficoltà a reperire o pagare i servizi o le cure di cui avrebbero bisogno.

Il Bonus Anziani interviene in tal senso, seppur prevedendo requisiti molto rigidi:

  • avere almeno 80 anni di età anagrafica;
  • avere un Isee inferiore a 6.000 euro;
  • essere in uno stato di “bisogno assistenziale gravissimo”. Questa condizione sarà valutata dall’Inps tramite una commissione specifica;
  • essere già titolari o avere i diritti per richiedere l’indennità di accompagnamento (531,76 euro al mese nel 2024) come invalidità totale, incapacità permanente di spostarsi senza aiuto o necessità di assistenza continua nelle attività quotidiane.

Requisiti che restringono a circa 25.000 anziani la platea dei beneficiari su un totale di circa 4 milioni di over 80 non autosufficienti.

Bonus Anziani, quanto vale e per quali spese

Il Bonus Anziani corrisponde a circa 850 euro al mese, che si aggiungeranno ai 531,76 euro dell’indennità di accompagnamento, per un totale di 1381,76 euro al mese. Questa somma non è tassabile e non è pignorabile. L’importo del Bonus potrà essere utilizzato solo per alcune spese.

Come si legge nel decreto, si potrà usare per “remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale, nel rispetto delle specifiche previsioni contenute nella programmazione integrata di livello regionale e locale”.

Nel caso in cui il contributo venga utilizzato per altri scopi, l’Inps può revocare il bonus e “il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente ricevuto, fermo restando il diritto della persona anziana non autosufficiente a continuare a percepire l’indennità di accompagnamento”.

Come fare domanda

Le modalità di richiesta non sono ancora state specificate, ma sicuramente chi possiede i requisiti descritti sopra potrà richiedere il Bonus Anziani 2025 sul portale telematico dell’Inps oppure tramite Caf e patronati. Molto probabilmente, come già avviene per prestazioni analoghe, verrà richiesto l’Isee sociosanitario. L’Isee sociosanitario può essere richiesto tramite la Dichiarazione Sostitutiva Unica.

Altre possibilità per gli anziani

Il Ssn prevede altre misure specifiche per le persone anziane con patologie croniche in condizioni di fragilità e non autosufficienti. Quella più importante è la possibilità di accedere gratuitamente al ricovero in Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) convenzionate e ricevere un sostegno economico nel pagamento della retta alberghiera. Quest’ultima comprende i servizi aggiuntivi di vitto, alloggio, lavanderia ed è quasi sempre per il 50% a carico dei pazienti o delle loro famiglie. Sono esenti da tale pagamento le persone affette da Alzheimer o altre patologie gravi e i pazienti con un Isee socio-sanitario particolarmente basso.

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Questa misura, tuttavia, risente particolarmente delle difficoltà della sanità pubblica: su un totale di circa 3.664 strutture, solo 222 sono pubbliche, mentre le restanti 2.442 sono private accreditate.

Pur variando da regione a regione, le generiche modalità di accesso ad una Rsa prevedono:

  • invio di richiesta all’Asl da parte del medico di base, dell’interessato o dei suoi familiari per la valutazione multidimensionale per l’accesso in Rsa;
  • attivazione della richiesta: l’Unità valutativa multidimensionale pianifica una visita del paziente a domicilio per verificarne le effettive condizioni e i trattamenti di cui necessita;
  • in caso di conferma dei requisiti, l’Asl può autorizzare o programmare il ricovero in base alle disponibilità locali di posti letto.

Le difficoltà degli anziani in Italia

Il Bonus Anziani rappresenta un aiuto economico importante, ma avrà un impatto minimo sulla popolazione anziana italiana, che è sempre più grande ma sempre meno assistita.

A inizio anno, ha lanciato l’allarme sul tema Passi d’Argento, il sistema di sorveglianza dell’Iss (Istituto superiore di sanità) dedicato alla popolazione anziana. Come rilevato, tra il 2021 e il 2022 il 31% degli over 65 italiani ha dichiarato di avere difficoltà d’accesso ai servizi sociosanitari o ai negozi di generi alimentari e di prima necessità.

All’aumentare dell’età è emersa una maggiore difficoltà di accesso ai servizi delle Asl e dei negozi con il 70% degli ultra 85enni che ha riferito di avere problematiche in merito.
Gli anziani senza titolo di studio o con licenza elementare hanno più difficoltà a comprendere le indicazioni minime ed essenziali e i dati peggiorano al meridione dove la difficoltà di accesso a questi servizi è pari al 38% degli intervistati contro il 22% del Nord Italia.

Dalle difficoltà quotidiane si arriva a quelle più sanitarie, perché il gap culturale sta generando un aumento delle rinunce a visite mediche o esami diagnostici. Nel 2022, vi ha rinunciato quasi un anziano su quattro (il 23%, tra quelli aventi bisogno).

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