Sannino è stato rimosso senza alcun apparente motivo, governi europei indignati. Von der Leyen ricuce lo strappo creando una poltrona ad hoc in Commissione: Sannino guiderà la politica del Mediterraneo con la commissaria croata Dubravka Suika
È accaduto in poche ore e ha lasciato tutti sgomenti e perfino indignati. Il segretario generale del SEAE, il servizio per l’azione esterna dell’Unione europea con oltre 4mila diplomatici operanti a Bruxelles e in 140 delegazioni in tutto il mondo, è stato rimosso senza alcun apparente motivo all’inizio di dicembre dalla nuova Alta Rappresentante per la Politica estera e di difesa europea, Kaja Kallas, ex primo ministro estone.
Si tratta di Stefano Sannino, un ambasciatore di grado italiano che il 24 dicembre compirà 65 anni e dal 2021 guidava la delicata macchina organizzativa della diplomazia europea sotto la regia politica dell’alto Rappresentante, lo spagnolo Josep Borrell. Durante il suo servizio oltre due anni fa Sannino ha dovuto gestire la risposta europea all’invasione russa in Ucraina e un anno fa le conseguenze dell’attacco del 7 ottobre di Hamas contro Israele cui è seguita una crisi che ha investito Iran, Libano e ora anche Siria.
Governi indignati, per Sannino poltrona ad hoc in commissione
Il siluramento di Sannino ha scatenato l’indignazione dei governi europei (e non solo) e di numerosi funzionari per le modalità con cui è avvenuto. Ci ha pensato però la presidente Ursula von der Leyen a ricucire lo strappo creando una poltrona ad hoc in Commissione per Sannino che guiderà la politica del Mediterraneo sotto la guida della commissaria croata Dubravka Suika. Il campano Sannino conosce bene le problematiche dell’area per tutti i risvolti delle crisi migratorie e dell’instabilità politica del Medio oriente. Non si esclude che Suica e Sannino possano quindi mettere in campo politiche estere del fronte Sud autonome rispetto a quelle che porterà avanti Kallas tutta concentrata sul fronte Est e sulle risposte nei confronti della Russia.
Chi è Stefano Sannino
Sannino nasce come diplomatico italiano alla fine degli anni ‘80 come stretto collaboratore di un grande europeista come Renato Ruggiero per poi proseguire in numerosi incarichi italiani ed europei come consigliere diplomatico di Romano Prodi a Bruxelles e di Enrico Letta a Palazzo Chigi. Nel 2016 da rappresentante italiano presso la Ue il premier Renzi lo considerò troppo legato alle istituzioni europee e lo mandò a Madrid come ambasciatore sostituendolo con un non diplomatico come Carlo Calenda che durerà solo pochi mesi prima di gettare la spugna e rinunciare all’ incarico.
Resta il fatto che alcuni Stati membri sono rimasti piuttosto irritati da questa decisione. Un diplomatico dell’Ue ha commentato a Politico: “Non si lascia che il pilota sbarchi dalla nave quando un nuovo equipaggio deve navigare in acque tempestose”.
Chi sostituirà Sannino?
Il nome del sostituto di Sannino ancora non c’è. La posizione è stata pubblicizzata con una data di chiusura per le candidature fissata al 16 dicembre. Tra i nomi che circolano a Bruxelles nelle ultime settimane ci sono quello dell’ambasciatore francese Philippe Léglise-Costa e del segretario generale della Commissione europea Ilze Juhansone, ex ambasciatore lettone e attualmente alto funzionario dell’UE presso la Commissione, stretto alleato della presidente Ursula von der Leyen e del suo capo dello staff Bjoern Seibert.
Se Juhansone dovesse aggiudicarsi il posto più importante all’EEAS, potrebbe essere visto come un tentativo della von der Leyen di accrescere il proprio potere anche sul servizio diplomatico europeo. Ma significherebbe anche che insieme a Kallas, una seconda persona di un paese baltico svolgerebbe un ruolo chiave nella politica estera Ue. Insomma ci sarebbe la politica estera di Kallas tutta incentrata sui baltici, quella di Suica e Sannino per il Mediterraneo e quella della von Der Leyen “a geometrie variabili”.
Le tensioni tra la Commissione e il SEAE sono già emerse su aspetti organizzativi. La Commissione sta spingendo per piani di drastica riduzione del numero di persone che lavorano in molte delle ambasciate per rafforzare il personale nei paesi in cui ritiene che il blocco abbia un interesse strategico. L’iniziativa di riduzione del personale arriva mentre l’EEAS ha superato le previsioni di budget per il 2024 e riflette anche la volontà della Commissione di rafforzare il progetto Global Gateway quale risposta all’iniziativa cinese Belt and Road, a scapito della diplomazia più tradizionale.
Giovedì, in un’audizione al Parlamento europeo, Kallas ha affermato che il piano di tagliare il personale dell’ambasciata non era una sua decisione, ma che ne aveva discusso con von der Leyen. “Non so di chi sia il piano, ma non è il mio”, ha detto Kallas, che era seduta accanto a Sannino durante l’udienza.
Quando le è stato chiesto delle finanze presso l’EEAS ha detto: “Quando ero primo ministro, ho dovuto risolvere il pasticcio dei… primi ministri precedenti, per quanto riguarda il bilancio, ho dovuto rispondere alle domande sul bilancio con cui non avevo nulla a che fare”.
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