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Da attaccante in Serie A e Coppa Uefa a imprenditore del mare. La storia del “marchigiano” Degano: «Ecco come è cambiata la mia vita»

di Peppe Gallozzi

ANCONA L’adrenalina di calcare il prato di San Siro e dell’Olimpico. Portandosi dietro difensori e avversari in lungo e in largo. Perchè in campo, Daniele Degano (più di un marchigiano trapiantato), era un generoso di qualità. Una corsa in più per aiutare il compagno, l’assist piuttosto che la gloria personale. Una carriera fatta di sacrificio e altruismo. Dalla Serie A ai dilettanti. Qualità che gli sono rimaste anche nella vita oltre il calcio. La famiglia, gli affetti, ma soprattutto il mare. Quel mare che, nel passaggio da milanese doc a anconetano adottivo, lo ha rapito e conquistato. Lasciandogli una traccia profonda.

Degano, chi è lei oggi?

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«Un giovane imprenditore del mare. Ho intrapreso questa strada otto anni fa insieme a un mio ex compagno, Francesco Ferrini, conosciuto ai tempi di Civitanova. Io da Milano, lui da Ravenna, ci siamo tuffati in questa avventura con l’Oro del Conero. Non è facile, bisogna alzarsi presto si lavora tanto. Ma è appagante, abbiamo fondato il marchio, nel nostro allevamento produciamo quintali di cozze, abbiamo 5-6 operai. E’ bello».

Come nasce quest’avventura?

«Grazie a Francesco. Il suocero aveva un impianto dismesso in mare per le cozze e così, per gioco, ci siamo approcciati. Per me è stato un primo lavoro, da calciatore la vita era diverso. Adesso le giornate sono piene, capisci l’importanza di godersi la famiglia. Non cambierei nulla di ciò che ho fatto e scelto, mi sento bene».

Tornando indietro, lascia il calcio dei professionisti a 30 anni. Perchè?

«A 30 anni insieme a mia moglie Francesca decidemmo per una scelta di vita. Scelsi di lasciare i Pro e tornare qui (ad Ancona, ndr) dove ci eravamo conosciuti, scegliendo anche l’universo dilettantistico. Abbiamo messo radici nel capoluogo, una città che mi ha accolto ragazzo facendomi diventare grande. Ancona mi ha dato una moglie, due figli, una famiglia: tutta la mia vita».

La cosa che la manca del calcio giocato.

«L’adrenalina del pre-partita. Quando c’è l’evento importante ognuno lo prepara a modo suo. L’ho sempre vissuta in modo eclettico, il carattere alcune volte mi ha penalizzato ma non sono mai sceso a compromessi».

La cosa che non le manca.

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«Alcune persone che si incontrano in questo mondo. Nel calcio, a tutti i livelli, bisogna saperci stare».

Il giorno più bello vissuto in mezzo al campo?

«L’esordio tra i professionisti, avevo 17 anni con il Meda in C2. Tremavo. Ma poi ci sono stati anche altri momenti stupendi».

Quali?

«La prima in Serie B, stagione 2000-2001. Con la maglia del Monza, al Brianteo, contro il Ravenna. Entrai a quindici minuti dalla fine. Poi la Coppa Uefa con il Parma, altra emozione incredibile».

Il pallone è cambiato o sta ancora cambiando?

«E’ cambiato, questo aspetto ormai si nota facilmente. Cambia soprattutto nei giovani e nel loro approccio, non è semplice gestirli. Una volta si viveva di rispetto e disciplina ma il discorso è troppo ampio e si rischia di cadere nella banalità».

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Rimpiange gli anni da professionista?

«Oggi sto bene, non potevo fare scelta migliore. Sono cambiato anche io probabilmente. Non mi pesa svegliarmi presto, trovo la mia carica in questo nuovo lavoro. Lo vivo come il campo, più ti piace e meno fai fatica».

Scaramanzie, se ne parla molto. Lei le aveva?

«Tutte le avevamo ma trovo che siano cose personali».

L’idolo da bambino.

«Marco Van Basten. Negli anni del settore giovanile del Milan vederlo da bordocampo mentre facevo il raccattapalle è stato un onore».

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L’idolo di oggi.

«La mia famiglia. Mia moglie Francesca, 21 anni fa ci siamo innamorati subito senza mai separarci. I miei figli, Carlotta e Tommaso. Stupendi. Sono il mio punto di riferimento».

Daniele Degano – La carriera

Nato a Crema il 21 settembre 1982 cresce calcisticamente nel Milan. Esordisce tra i professionisti nella stagione 1999-2000 a Meda in Serie C2. Poi una lunga carriera tra i Pro fino al 2013 alternando Serie A (Ancona e Parma, con cui battezza la Coppa Uefa), Serie B (Monza, Ancona, Piacenza, Messina, Pisa e Crotone), Serie C1 (Monza, Pergocrema e Cosenza) e Serie C2 (Alessandria e Rimini). Dall’estate 2013 sceglie di scendere tra i dilettanti, per rientrare nelle Marche dove vive la sua famiglia, indossando in Serie D le casacche di Ancona, Civitanovese, Fermana, Matelica, e Recanatese. In totale, fino alla Serie D, Degano ha totalizzato nel corso della sua carriera 452 presenze e 105 reti. Oggi allena nelle categorie dilettantistiche marchigiane.





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