Nel capo d’imputazione si legge che l’uomo “maltrattava, mediante inaudite violenze verbali e fisiche, la propria compagna convivente”. I giudici di Milano hanno anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. I maltrattamenti sarebbero cominciati nell’estate 2019 fino a quella del 2022, quando la donna decise di sporgere denuncia. Nei giorni scorsi era finito nella bufera per la partecipazione, poi annullata, al festival “Più libri più liberi”
È stato condannato a quattro anni il filosofo Leonardo Caffo, imputato per maltrattamenti aggravati e lesioni gravi nei confronti della sua ex compagna. Lo ha deciso la quinta sezione penale del Tribunale di Milano, presiedura da Alessandra Clemente, al termine del processo. La Procura aveva chiesto quattro anni e mezzo di reclusione e di non riconoscere le attenuanti generiche. Nei giorni scorsi Caffo era finito nella bufera che ha travolto il festival ‘Più libri più liberi’ diretto da Chiara Valerio a Roma per via della sua partecipazione, poi annullata. “Va bene educarne uno per colpirne mille, io sono stato colpito. Su un piano morale chiedo scusa”, ha commentato Caffo dopo la lettura della sentenza.
La vittima: ‘”C’è una cultura permeata di pregiudizi”
“Questa sentenza è solo la superficie di un problema più ampio e radicato. Le vittime di violenza continuano a pagare il prezzo di una carenza nell’educazione sentimentale e di una cultura permeata di pregiudizi”, ha affermato Carola, parte offesa ed ex compagna di Caffo. La giovane donna ha aggiunto che “è fondamentale che questa vicenda serva da spunto per riflettere su quanto ci sia ancora da fare per prevenire e contrastare realmente la violenza”. “Questa sentenza – ha aggiunto leggendo al telefono una sorta di nota scritta – conferma una verità che per questi due anni ho cercato di fare emergere, affrontando numerose difficoltà sul piano personale, legale e mediatico”. Difficoltà, queste, che “non sono un caso isolato. Chiunque denunci una situazione simile si scontra con un sistema che troppo spesso manca di strumenti adeguati per supportare le vittime”.
Cinque anni di interdizione dai pubblici uffici
I giudici del tribunale di Milano hanno anche disposto una provvisionale di 45mila euro e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Hanno poi escluso due aggravanti tra quelle contestate e depositeranno le loro motivazioni in 90 giorni. I maltrattamenti, al centro del processo con rito immediato che ha preso il via il 20 dicembre 2022, sarebbero cominciati nell’estate 2019 e sarebbero andati avanti fino a quella del 2022, quando la donna, ai tempi non ancora trentenne, decise di lasciarlo e di sporgere denuncia.
Minacce, insulti e violenze fisiche
Nel capo di imputazione sono riportati molti episodi di minacce, insulti – anche nei confronti dei famigliari di lei – e violenze verbali e fisiche. Tra questi un litigio, che sarebbe avvenuto il 17 agosto 2020 a Catania, dove la coppia si trovava per le vacanze: lui, secondo la ricostruzione dell’accusa, le avrebbe afferrato “violentemente la mano destra contorcendogliela” e provocandole una frattura “scomposta” con “accorciamento del dito” e che nell’immediatezza era stata addebitata a una caduta sotto la doccia. Per i periti nominati dal collegio della quinta sezione penale la malattia è “perdurata per un periodo di tempo superiore ai 40 giorni”, mentre non sono stati rilevati danni permanenti “sulla capacità prensile” della mano. I difensori del filosofo e intellettuale, ora 36enne, durante la loro arringa hanno ammesso che la relazione tra i due era diventata conflittuale ma hanno negato le violenze e le aggressioni denunciate dalla ex. Nei confronti di Caffo, nell’agosto di due anni fa, l’allora gip Ileana Ramundo aveva disposto la misura cautelare dell’allontanamento da nucleo familiare, con divieto di avvicinamento, che è stato revocato dal Tribunale lo scorso settembre, poco prima della scadenza dei termini.
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Il legale della vittima: soddisfazione, grazie alla magistratura
Elena Tomayer, legale dell’ex compagna di Caffo, ha espresso “soddisfazione” per la sentenza di condanna nei confronti del filosofo. “Oggi abbiamo messo un punto importantissimo, ringrazio la magistratura che in aula ha fatto il suo dovere” aggiunge. I giudici hanno escluso l’aggravante della gravidanza e disposto una provvisionale di 45mila euro a favore della vittima e della figlia in attesa che i danni patrimoniali e non patrimoniali vengano liquidati da un giudice civile. Nel capo d’imputazione si legge che Caffo “maltrattava, mediante inaudite violenze verbali e fisiche, la propria compagna convivente” e “con frequenza settimanale percuoteva la donna al termine di ogni discussione con schiaffi e ogni genere di percosse e rompeva con violenza oggetti di casa o altro gli capitasse a tiro”.
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