Bologna, i 60 anni di Vogue al Cinema Modernissimo con i film di Antonioni, Fellini, Coppola. «Resti un evento fisso per la città»

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di
Vittoria Melchioni

Il compleanno della rivista e le proiezioni mensili della rassegna «Nouvelle Vogue», introdotte da un esperto che spiega il legame con la moda. Il ricordo di Franca Sozzani. Ragazzi (Vogue): «In platea signore nate negli anni ’50 accanto a studenti»

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Con la proiezione di «Chaos and Creation», il commovente ricordo di Franca Sozzani, si è conclusa, al cinema Modernissimo di Bologna, la rassegna cinematografica «Nouvelle Vogue», realizzata da Vogue Italia in collaborazione con la Cineteca di Bologna per festeggiare i sessant’anni della rivista. Un appuntamento mensile iniziato a gennaio con la proiezione di «Blow Up», che ha riscosso un grandissimo consenso di pubblico. «È stata un’esperienza fantastica, che spero di poter far proseguire anche per il nuovo anno, che ha sì richiesto un grande lavoro di coordinamento, ma che ci ha anche regalato tanto in termini di partecipazione ed interesse, con platee piene a ogni proiezione», commenta Francesca Ragazzi, head of editorial content di Vogue Italia.

Da Fellini ad Antonioni e Coppola

Una selezione di film speciali a partire dal capolavoro di Antonioni, passando per «Roma» di Federico Fellini, «Prêt à Porter» di Altman, ma anche la «Febbre del sabato sera» di Badham o «Marie Antoinette» di Sofia Coppola, che ha posto riflessioni sulla moda e tutto ciò che le gravita attorno, scandagliando quel carattere sociologicamente rivoluzionario, che ha sempre avuto. Ogni film è stato introdotto da un esperto che ha illustrato quanto moda e cinema siano strettamente correlati.
Con le infinite platee fashioniste a disposizione, per esempio a Milano, Ragazzi ha fortemente voluto che si tenesse nella sua città natale, non solo per questioni di cuore: «Al di là del legame personale che ho con Bologna – spiega – l’ho scelta per l’importanza che ricopre nel mondo del cinema, con l’internazionalità della Cineteca, con il fenomeno “Cinema ritrovato”, senza tralasciare lo splendido restauro del Modernissimo che è da esempio per molte realtà anche all’estero: tutte proiezioni dell’eccellenza italiana messe in risalto attraverso la vetrina editoriale di Vogue».




















































Un pubblico variegato

È capitato anche che la rassegna seguisse le copertine della rivista come è successo ad ottobre per il numero firmato da Tim Burton, che ha immortalato la sua compagna Monica Bellucci per la cover e che è stato protagonista in sala con la proiezione di “Edward mani di forbice”: «Abbiamo creato appositamente questo circolo virtuoso che ha fatto vivere i contenuti del giornale fuori dalle sue pagine, in un luogo da sogno, elegante, legato alla cultura com’è il Modernissimo. Si è dimostrata una strada vincente visto l’interesse che ha suscitato non solo nel nostro pubblico abituale», spiega. Un pubblico che è stato molto variegato sia per età che per interessi, che per competenza, uno spettro generazionale ampio che ha creato ponti tra generazioni diverse: «Una cosa interessante è stata la richiesta, fatta ad ogni proiezione, di far alzare la mano a chi non avesse mai visto il film – racconta – scoprendo quanto fossero numerosi i “first timer”».

Studenti e signore degli anni ’50

Un’occasione non solo per scoprire pellicole di altre decadi, ma anche per rivivere quegli anni: «Prima di ogni proiezione, abbiamo sempre scambiato due chiacchiere nel foyer con gli spettatori in modo informale – prosegue Ragazzi – ed è stato molto piacevole vedere signore nate negli anni ’50 che erano venute a vedere le pellicole degli anni ’70 per rivivere l’epoca e l’atmosfera della loro gioventù. Così com’è stato stimolante parlare con gli studenti venuti appositamente per approfondire i loro studi non solo in materia di cinema, ma anche di fotografia, sociologia e comunicazione, rispetto ad un’era in cui non erano ancora nati».

L’obiettivo di un appuntamento fisso

L’ambizione di Ragazzi sarebbe quella di poter mantenere la rassegna a Bologna, fortificandola e facendola diventare un evento fisso nell’agenda degli appuntamenti culturali della città: «Il confronto generazionale, il far riscoprire o scoprire i linguaggi della moda con un mood attuale, sono tutti obiettivi che ci siamo sempre posti – conclude Ragazzi – farlo in un posto glamour come il Modernissimo, vestirsi per l’occasione, cosa che è assolutamente nelle corde di Vogue, hanno creato una ritualità che ci piacerebbe molto perpetrare per non far svanire la magia realizzata da questi incontri. Mi confronterò con le istituzioni, se vorranno, per cercare in loro un supporto e proseguire il format che vorrei che rimanesse fortemente bolognese».  

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