Addiopizzo e Libera, resistenza antimafiosa. La storia di Giorgio Scimeca

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Palermo. Gli studenti e studentesse della classe 5U dell’Isis Oscar Romero di Albino sono volati in Sicilia per conoscere i luoghi simbolo e la storia della mafia: il terzo episodio scritto dai giovani bergamaschi racconta della rete anti-mafiosa costruita dalle associazioni Addiopizzo e Libera e della storia di resistenza del pasticcere Giorgio Scimeca.

Addiopizzo e Libera

Oggi la mafia opera in modo sofisticato e globale, espandendo la sua influenza ben oltre il traffico di droga e le estorsioni: attraverso il riciclaggio di denaro, la manipolazione finanziaria e le nuove tecnologie digitali, organizzazioni mafiose come la Ndrangheta calabrese, la Camorra campana e Cosa Nostra siciliana gestiscono un vero e proprio impero economico che si infiltra in settori legali, politici e nei mercati internazionali.

Durante il nostro viaggio della legalità abbiamo visitato le sedi di due tra le associazioni anti-mafiose più importanti, Addiopizzo e Libera, impegnate nella lotta contro le organizzazioni criminali e nel sostegno alle vittime di mafia.

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Addiopizzo, nata a Palermo nel 2004, tramite lo slogan “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità” incoraggia gli imprenditori a opporsi al pizzo, offrendo una rete di supporto e promuovendo un’economia libera dalle estorsioni. Il motto, che ci ha accompagnato in tutto il nostro percorso, ha reso possibile la creazione di un circuito virtuoso che permette ai commercianti di dichiarare pubblicamente la propria scelta di non pagare il pizzo, attraverso il marchio “Addiopizzo” esposto sulle vetrine dei loro negozi.

 

I consumatori, a loro volta, possono scegliere di acquistare solo presso negozi e aziende pizzo-free, sostenendo un’economia libera dalla mafia. Anche noi abbiamo avuto l’occasione di comprare in nei negozi associati, praticando il consumo critico mirato a evitare il sostegno economico, anche indiretto, a imprese legate alla criminalità organizzata.

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Libera, fondata nel 1995, propone e sostiene campagne educative nelle scuole e attività per il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. L’associazione, attiva su tutto il territorio nazionale – compreso il nostro istituto scolastico – promuove il valore della memoria, ricordando le vittime innocenti della mafia e mantenendo i cittadini informati sulla stessa.

Addiopizzo e Libera insieme formano una rete di resistenza antimafiosa, incoraggiando un’economia e una società libere dal pizzo e supportando chi ha scelto di vivere e lavorare in modo dignitoso e senza compromessi.

Giorgio Scimeca, un uomo che ha detto No alla mafia

La vicenda di Giorgio Scimeca è una di quelle che non si dimenticano facilmente. Sebbene Giorgio sia oggi un pasticciere siciliano, la sua storia inizia nel 2001, quando decise di aprire con la sua famiglia una sala giochi nel piccolo paese di Caccamo. La sua vita prese una piega inaspettata nel 2004 ed è diventata oggi un simbolo di coraggio e resistenza contro il pizzo e la mafia.

Tutto iniziò quando Giorgio ricevette una richiesta di estorsione da un mafioso locale. Come molti altri commercianti, si trovò davanti a una scelta difficile: piegarsi alle leggi della criminalità organizzata oppure denunciare. Giorgio non ebbe dubbi sulla strada da percorrere. Con l’appoggio della famiglia decise di denunciare l’estorsore alle forze dell’ordine, consapevole però che ci sarebbero potute essere delle ripercussioni per l’attività: le persone che frequentavano il locale abitualmente iniziarono ad evitarlo, siccome chi denunciava la mafia spesso veniva isolato e preso di mira con atti vandalici mafiosi.

 

Giorgio Scimeca

 

Nonostante le difficoltà economiche e la crescente solitudine, Giorgio non si lasciò abbattere e fu allora che, di fronte al rischio di dover chiudere, decise di chiedere aiuto ad Addiopizzo. Con il supporto dell’associazione, Giorgio riuscì a trasformare la sua attività in una pasticceria artigianale. Seguì infatti corsi di formazione per acquisire le competenze necessarie e avviò la “Pasticceria Scimeca”, che oggi produce e vende prodotti dolciari, spediti anche fuori dalla Sicilia grazie alla possibilità di realizzare ordini online.

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La battaglia di Giorgio contro il pizzo si trasformò per molti in una lotta simbolica. Durante quelle settimane difficili, gruppi di attivisti di Addiopizzo cominciarono a spostarsi da Palermo e da altre città siciliane per passare i sabati sera a Caccamo, supportando l’attività di Giorgio.

 

Castello Caccamo

Il castello di Caccamo

 

Non si trattava di una semplice birra bevuta insieme, ma di un vero e proprio atto di sostegno a chi, come lui, aveva deciso di opporsi alla mafia. La campagna “Pago chi non paga” iniziò a diffondersi anche nel piccolo paese e la pasticceria di Giorgio divenne il cuore pulsante di una resistenza quotidiana.

Con il passare del tempo, il nuovo locale tornò ad affollarsi proprio come all’inizio della loro attività lavorativa, non solo per i dolci tipici che preparava con passione, ma anche per il messaggio che ormai rappresentava: un luogo dove si poteva, e tuttora si può, finalmente dire no al pizzo e a chi cerca di imporre il proprio controllo sulla vita dei commercianti.

A distanza di anni Giorgio Scimeca e la sua famiglia continuano a gestire la loro pasticceria con lo stesso impegno e la stessa determinazione di allora. La sua testimonianza è stata per noi fonte di ispirazione, ci siamo resi conto di quanto la lotta alla mafia costi notevoli sacrifici e rinunce e quanto sia fondamentale sostenere queste attività che hanno vinto contro un nemico comune.

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Camilla, Alessia e Giulia della classe 5U dell’Isis Oscar Romero di Albino

Qui il primo episodio del viaggio della legalità: il viaggio a Palermo della 5U.

Qui il secondo episodio del viaggio della legalità: la memoria di Falcone e Borsellino.

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