Sostenibilit�
L’esperienza della Scuola Giovani Pastori al Festival della Soft Economy.
Quest’anno a Treia (MC) alla XII edizione del Festival della Soft Economy, organizzato dalla Fondazione Symbola si � parlato tra le altre cose di agricoltura come strumento di rigenerazione territoriale, con un focus anche sulla partecipazione dei giovani in questi processi e sui nuovi modelli operativi necessari per favorire e sostenere l’interesse dei giovani verso questo mondo.
Su questo tema Daniela Storti ha portato i risultati della Scuola Giovani Pastori, promossa dal CREA con la Rete Rurale Nazionale, in collaborazione con l’associazione Riabitare l’Italia.�
L’idea della Scuola nasce a valle dell’indagine Giovani Dentro, un progetto di ricerca-azione sui giovani delle aree interne e montane del Paese promosso dall’associazione Riabitare L’Italia a cui il CREA ha partecipato come partner, approfondendo i temi legati all’agricoltura e alla sostenibilit�. I risultati della ricerca evidenziano il desiderio della gran parte dei giovani intervistati (67%) di rimanere o trasferirsi nelle aree rurali, per ragioni diverse, tra cui la migliore qualit� della vita dal punto di vista ambientale e di stile di vita, per la possibilit� di contatti sociali e umani pi� gratificanti e per il forte legame con la comunit�.
Nelle risposte dei partecipanti � inoltre preponderante (per il 59% � cos�) la percezione della natura come ambiente incontaminato dove ritrovare il proprio equilibrio. La stragrande maggioranza degli intervistati vede almeno una ragione valida per lavorare in agricoltura; tra le principali motivazioni il desiderio di contatto con la natura e di uno stile di vita semplice (34%), la continuazione di una attivit� di famiglia e l’interesse personale (33%).
I risultati emersi dell’indagine campionaria sono stati poi approfonditi attraverso analisi qualitative e focus group territoriali che hanno confermato la volont� di molti giovani di restare e voler costruire un progetto di vita nelle aree interne e un interesse dei giovani che scelgono di restare o trasferirsi in queste aree verso l’agricoltura, intesa non solo come attivit� economica che pu� dare un reddito, ma soprattutto come scelta di un modo di vita.�
Fare il contadino e il pastore per questi giovani vuol dire riscoprire un mestiere antico inquadrandolo nella modernit� con le sue nuove declinazioni, cogliere l’opportunit� di trasferirsi o tornare a vivere nelle aree interne dove i paesaggi sono affascinanti ma di solito mancano gli sbocchi lavorativi, riconnettersi con gli animali e gli ecosistemi prendendosi cura di loro attraverso pratiche agricole sostenibili.
Le strategie imprenditoriali dei giovani che nelle aree interne si avvicinano all’agricoltura si caratterizzano soprattutto per la capacit� di incorporare, in armonia sinergica, elementi di sostenibilit� e valori tradizionali del territorio ed esprimono una nuova forma di attivismo giovanile: il desiderio di partecipare al cambiamento delle comunit� agricole partendo da progetti concreti, dalla condivisione di pratiche ma anche dall’avvio di forme di mutualismo in grado di costruire un’economia locale pi� solidale e sostenibile.�
Dall’ascolto dei giovani � emersa anche con forza la domanda di azioni e progetti per la capacitazione attraverso una formazione specifica realizzata con metodi innovativi e approcci formativi interattivi e in grado di sostenere il cambiamento verso una maggiore sostenibilit�.
Una Scuola non convenzionale
Il progetto Scuola Giovani Pastori parte nel 2022 per offrire una risposta concreta a queste esigenze. Dopo il successo della prima edizione�finanziata dalla Fondazione Cariplo, che ha riguardato le aree interne del Nord-Ovest (Cuneese, Bresciano e Oltrep� Pavese), la Scuola � ripartita in primavera in un territorio differente, ma dalle enormi potenzialit� per lo sviluppo di un’attivit� di pastorizia: le Madonie, una delle 72 aree pilota della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI).
Entrambe le edizioni sono state attuate con il supporto dell’agenzia formativa Agenform. La realizzazione della Scuola nelle Madonie � avvenuta in interazione con diversi partner locali tra cui l’Unione dei comuni delle Madonie e SO.SVI.MA SpA – Agenzia di Sviluppo locale delle Madonie – e con il contributo di ICCREA – Federazione Regionale Banche di Credito Cooperativo. Questa edizione � stata pensata per i giovani delle Madonie, ma si � aperta anche a giovani di altre Regioni e/o altri Paesi interessati a vivere e lavorare in quest’area montana e ha avuto anche l’obiettivo di innescare processi e pratiche innovative di recupero della terra a favore dei giovani formati. Il corso per quest’anno ha ospitato gli studenti nelle strutture dell’ex Convento dei Padri Riformati, nel comune di Petralia Sottana (PA).�
La Scuola � aperta a persone di qualsiasi background e con qualsiasi occupazione, con priorit� ai candidati pi� giovani e a coloro che intendono avviare attivit� nei territori che la ospitano. Le candidature vengono raccolte attraverso bandi, e la selezione dei partecipanti (15 per ogni edizione) avviene sulla base di una lettera di motivazione e colloqui diretti, il cui obiettivo � trovare giovani davvero motivati a cominciare un percorso reale di vita legato alla pastorizia, rivalutando il circuito economico e ambientale di luoghi periferici e favorendo processi di restanza e neopopolamento.�
Si tratta di una Scuola non convenzionale che adotta un modello fortemente innovativo basato su metodi formativi innovativi e sull’interdisciplinariet�. Il progetto prevede infatti il coinvolgimento di economisti, agronomi, casari, pastori, sociologi e veterinari e una didattica partecipativa, con l’adozione di un approccio esperienziale e del metodo di educazione tra pari. Fa parte integrante delle attivit� l’interazione sui progetti dei partecipanti nell’ottica della co-progettazione. Il percorso professionale gratuito prevede 16 ore on line e 80 ore in presenza, che per la seconda edizione sono state realizzate in collaborazione con 6 aziende partner madonite tra il 13 e il 24 maggio 2024. Le lezioni si concentrano sui seguenti ambiti prioritari.
- l’acquisizione di competenze in materia di pratiche agricole sostenibili, con particolare riferimento al pascolo come pratica fondamentale;
- la gestione di un allevamento con un focus su alimentazione e benessere animale, prestando attenzione a temi quali la diversa gestione degli animali, dal punto di vista nutritivo, durante le diverse fasi (lattazione, asciutta, etc.), la selezione delle razze in relazione al particolare comportamento alimentare, alla specificit� genetica e all’adattamento alle condizioni ambientali esistenti, la gestione dell’acqua.�
- insegnare come si realizzano formaggi artigianali in modo scientifico, prestando attenzione alle caratteristiche anche organolettiche delle produzioni con approfondimenti sul legame che intercorre tra l’alimentazione al pascolo e la qualit� e le caratteristiche del latte, e di conseguenza dei formaggi e sui fattori che determinano l’innovazione e la diversit� dei formaggi (il caglio con le sue particolarit� microbiche, la tecnica casearia, etc.)�
I nostri studenti
Ma chi soni i nostri studenti? I giovani partecipanti provengono da background diversi, uniti dal loro interesse per �il nuovo pastoralismo�. Il nostro obiettivo � creare una vera e propria �community� che non si esaurisce dopo la fine dei corsi dei corsi e che convoglia gente con background differenti. I partecipanti alle due edizioni hanno beneficiato della formazione e continuano il loro percorso, proseguendo le attivit� di un’azienda di famiglia, avviando la propria azienda agricola, o pianificando di farlo dopo aver completato gli studi.�
- i nostri studenti
Nella nostra rete, c’�, ad esempio, chi ha ereditato il mestiere della famiglia come Agnes Garrone in Valle Grana (28 anni) che, laureata in Linguistica, ha abbinato l’interesse per la ricerca alla cura del suo gregge, sperimentando una convivenza non facile ma resa possibile dalla passione.�
Oppure Chiara Gasparotto (38 anni), milanese, che dopo anni in giro per il mondo ha deciso di trasferirsi con la famiglia e i figli piccoli nelle Langhe, rivitalizzando una vecchia comunit� abbandonata con la produzione di formaggi. Giacomo Casamento (21 anni), di Belmonte Mezzagno (PA), che non viene da una famiglia di pastori ma ha gi� un piccolo gregge di varie razze per passione da un paio di anni e ama �lavorare� con il loro latte e utilizzarlo in cucina in svariate ricette e ne fa anche saponette.
E ancora Vera Pezzuolo (23 anni) e Francesca Ferri (22 anni), entrambe milanesi, che una terra loro non ce l’hanno ma sognano di dedicarsi alla pastorizia dopo aver terminato gli studi in Agraria. O ancora Carmelo Alaimo (18 anni), giovanissimo pastore madonita gi� attivo nell’azienda di famiglia ma a cui vuole dedicarsi in futuro innovandola.
I risultati
Quali sono i risultati che abbiamo raggiunto? La scuola non solo ha fornito ai giovani partecipanti competenze pratiche per realizzare i propri progetti ma ha anche costruito una community e ha creato un melting pot straordinario tra diverse esperienze – gli studenti sono figli di pastori e cittadini -collegando persone unite da una motivazione comune a fare il pastore in contesti montani, da un rapporto sano con la montagna, il pascolo, la dimensione artigianale, il legame con le identit� locali.
L’impegno ora � mantenere questa rete di relazioni
Su queste sperimentazioni si pu� anche capitalizzare definendo nell’ambito della PAC modelli di azione innovativi a sostegno della capacitazione di giovani, compresi quelli che provenendo da famiglie non agricole sognano di avviare un’attivit� lavorativa legata all’agricoltura, tenendo presente che serve un orizzonte di lungo termine per collegare il tutoraggio, l’offerta di formazione su misura, la costruzione di una rete e il sostegno imprenditoriale in un’ottica di co-progettazione.
PianetaPSR numero 140 dicembre 2024
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