Le stelle e lo scirocco: a 700 metri d’altezza c’è il “piccolo Eden” della Sicilia amatissimo dai registi

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In Sicilia, letteralmente arroccato sui Monti Iblei, c’è quello che viene chiamato il “piccolo Eden” della provincia di Ragusa: Monterosso Almo. Questo piccolo borgo siciliano, quasi nascosto e irraggiungibile, con i suoi vicoli lastricati e le chiese barocche, sembra proprio un presepe vivente che prende vita con il calar della sera. La cosa che appare incredibile è che Monterosso Almo, con il vento di scirocco che accarezza le sue pietre antiche, diventa scenario ideale di storie raccontate da grandissimi registi italiani come niente di meno che Giuseppe Tornatore. Apprestiamoci dunque a scoprire questa perla della meravigliosa isola di Sicilia attraverso le sue millenarie tradizioni e la bellezza aspra del suo territorio.

Monterosso Almo come un grande set cinematografico

monterosso almo, ragusa

Appena si mette piede a Monterosso Almo, si comprende facilmente perché questo preciso luogo sia stato scelto da Giuseppe Tornatore per girare “L’uomo delle stelle” o da Sciarra per “La stanza dello scirocco”. Definire “bello” questo gioiello di borgo è semplicemente riduttivo: Monterosso Almo è addirittura scenografico, quasi teatrale, tanto che sembra proprio di essere su un set cinematografico.

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Le chiese imponenti, tipiche del barocco siciliano, arroccate in cima a grandi scalinate e i vicoli del borgo che si dispiegano come un ricamo tra le case di pietra, contribuiscono a rendere l’atmosfera quasi surreale. La Chiesa di San Giovanni Battista per esempio, con la sua stupefacente facciata piramidale alta ben 22 metri e il suo interno che con i raggi del sole si illumina di un bianco avorio quasi abbagliante, domina e veglia sulla piazza principale, chiamata affettuosamente dagli abitanti “U Chianu”.

Il progresso industriale di Monterosso Almo

monterosso almo, sicilia

Poco distante, Palazzo Cocuzza, fatto erigere dalla famiglia Cocuzza che ebbe un ruolo cruciale nello sviluppo economico di Monterosso Almo e per la costruzione della prima ferrovia, ci racconta di un passato in cui questo borgo era uno snodo centrale e un crocevia di scambi commerciali e culturali. Ma a rendere Monterosso Almo un borgo davvero unico, non sono solo gli edifici architettonici che lo caratterizzano, ma anche e soprattutto la particolare atmosfera che vi si può vivere: dalla “Affacciata”, punto panoramico alla fine di Corso Umberto I, si apre una vista incredibile sulla valle del fiume Amerillo.

Lo scenario che si apre ai nostri occhi è da togliere il fiato, con la campagna iblea punteggiata da antichi muretti a secco e carrubi e il vento di scirocco che porta le note dolci del profumo del timo selvatico. Quella che troviamo a Monterosso Almo è una Sicilia assolutamente autentica, agreste, selvatica sotto certi aspetti, che di certo non lascia indifferenti.

Le antiche tradizioni di Monterosso Almo che vivono ancora

monterosso almo, ragusa, sicilia

L’intera zona ospita genti sicule già nella tarda età del Rame, molto prima dell’arrivo degli evoluti Greci, come dimostra l’IPogeo di Calaforno, spiegando le origini antichissime di alcune tradizioni che sopravvivono ancora oggi a Monterosso Almo. Il borgo ha attraversato i secoli mutando diverse identità, a cominciare dal suo stesso nome: da Lupia in epoca normanna a Mons Rubens nel 1338, quando il conte Rosso di Messina lo rifonda completamente.

Purtroppo il devastante terremoto del 1693 rade al suolo gran parte della Sicilia sud-orientale, ma non ferma la rinascita di Monterosso Almo, che si trasforma in un vero e proprio gioiello barocco e neogotico. La facciata bugnata della Chiesa Madre ricorda addirittura le cattedrali umbre e insieme alla Chiesa di Sant’Antonio Abate, con il suo portale tardo barocco, custodiscono gelosamente non solo tesori artistici come una pala del XVI secolo, ma anche l’anima di una comunità stretta attorno alle proprie tradizioni. 

Un “piccolo Eden” che profuma di mandorle e timo selvatico

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Arrivando a Monterosso Almo si entra letteralmente in un’altra dimensione, dato che ogni angolo riserva una sorpresa, una scoperta. I cortili nascosti nel quartiere Matrice, con le loro scalinate e i passaggi ad arco, sembrano uscire improvvisamente dalle pagine di un romanzo e il Santuario della Madonna Addolorata affacciato su Piazza Sant’Antonio, ci sussurra antiche storie di fede e dedizione, di un popolo che ha fatto della propria devozione il fulcro del proprio patrimonio culturale.

Monterosso Almo si trova anche in un territorio particolarmente ricco, come diventa evidente passeggiando nel Parco Forestale Canalazzo, punteggiato da antichissimi mulini ad acqua e ponticelli affacciati sul fiume Amerillo, che ha reso la terra particolarmente fertile e adatta alla coltivazione della preziosissima mandorla Kuvà, dolce e vanigliata, simbolo ancora oggi di un’agricoltura molto legata ai ritmi della natura.

Per questi e tanti altri motivi possiamo tranquillamente affermare che Monterosso Almo più che un luogo da visitare è un’autentica esperienza da vivere, con i suoi profumi ancestrali e i suoi silenzi carichi di spiritualità. E’ proprio la Sicilia che non ti aspetti, dove i tentacoli della modernità non sono riusciti a spezzare l’antichissimo legame con un passato denso di storia. E’ qui che incontriamo tra i vicoli e le scalinate i protagonisti dei film di Tornatore, in questo “piccolo Eden” dove il vento di scirocco porta i profumi del mare e di una terra antica.





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