gli auguri per le sante feste del Card. Lojudice con un occhio particolare anche alla situazione  economica e sociale del nostro paese.” Chissà se il Giubileo del 2025 possa realizzare quelli che potremmo chiamare – ha detto -gli stati generali del mondo giovanile e sul mondo giovanile, sul lavoro e sulle prospettive qui a Siena” – Centritalia News

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Dal Cardinale Augusto Paolo Lojudice,Presidente della Conferenza Episcopale Toscana,Arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e Vescovo di Montepulciano- Chiusi-Pienza, riceviamo e pubblichiamo

“Ogni anno viene la festa del Natale. Decoriamo le case, illuminiamo i quartieri, ascoltiamo musiche natalizie. Andiamo per negozi, comperiamo regali, facciamo festa in ufficio, inviamo auguri, partecipiamo alle raccolte fondi per varie iniziative, partecipiamo alla messa, ci sentiamo in festa, diventiamo più sensibili alla famiglia, all’amicizia, alla povertà, alla pace e all’amore. Natale è l’occasione delle condivisioni, dei perdoni, delle riconciliazioni, degli scambi di ogni sorta. Dovrebbe essere Natale tutti i giorni! Natale è per tutti, perché tutti ne beneficiano. Credenti o non credenti. Natale è questione di nascita: la luce, un mondo nuovo, il Cristo risorto, la nascita di Dio. Per noi cristiani, Natale è tutto questo e… tanto altro. Quello di quest’anno sarà un Natale certamente particolare: entriamo nel grande Giubileo della Chiesa Cattolica, il Giubileo ordinario del 2025 dedicato alla speranza, sia perché anche nel nostro territorio, nelle due diocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e Montepulciano-Chiusi-Pienza, si stanno verificando molte situazioni delicate, difficili, dolorose, in particolare quelle che vedono tanti lavoratori rischiare di perdere il loro impiego. Ma non solo. Sullo sfondo le tante troppe guerre che dilaniano il nostro pianeta: Siria, Terra Santa, Ucraina per citarne alcune. Un argomento che ci tocca e continua a toccarci tutti quanti. Il Giubileo che stiamo per vivere, mi auguro sia anche l’occasione per rimettere in moto quello che potremmo chiamare il volano della solidarietà, della fratellanza e del desiderio di trovare le ragioni della concordia, della comunione. Non servono divisioni dilanianti, ma di un percorso comune che ci renda donne e uomini che possano guardare al futuro con serenità e con speranza. Un quotidiano senese ha scritto che “si sta diffondendo una specie di epidemia” con tante attività industriali in crisi e con la conseguente perdita di posti di lavoro. Centinaia di posti in tante regioni italiane. Dietro alle cifre e alle statistiche non dobbiamo dimenticare che ci sono intere famiglie che rischiano di vedere distrutto il loro futuro. Dobbiamo essere sempre aperti alla speranza: qualche spiraglio di luce potrebbe aprirsi. Anche il Papa in questo momento è vicino ai nostri lavoratori. Li ha ricevuti qualche settimana fa lanciando anche un appello affinché siano tutelati i diritti di tutti e non ci siano diritti calpestati con il conseguente licenziamento. Dobbiamo cominciare a pensare a nuove prospettive, a come rilanciare il nostro tessuto sociale ed economico. Insieme lo possiamo fare. Nessuno escluso. Chissà se il Giubileo del 2025 possa realizzare quelli che potremmo chiamare gli stati generali del mondo giovanile e sul mondo giovanile, sul lavoro e sulle prospettive qui a Siena. Tutto da vedere, è un’idea che lancio, ma da costruire anche questa insieme. Augurando a tutti un santo Natale e serene feste vorrei che il Giubileo posso esser per ognuno di noi un’occasione per essere parte attiva di una rinascita anzitutto spirituale,  ma anche culturale, sociale e “necessariamente” economica. Il Vangelo presenta una grande attualità; ci dice che la costruzione di un mondo migliore, non è solo un pio desiderio o un sogno: è una realtà cominciata più di 2000 anni fa, con la nascita di Cristo, e che deve proseguire oggi; se no, Cristo sarebbe nato invano. Questo vuol dire che oggi, nel nostro mondo, nella nostra società, nella nostra Chiesa, non possiamo celebrare Natale se persistiamo nel discriminare quelli che sono diversi da noi. È con la prevenzione, la riabilitazione, la responsabilizzazione che si può sperare di cambiare le cose. In conclusione, possiamo sperare di celebrare Natale quest’anno? Credo di sì, se crediamo davvero che Cristo può nascere solo in noi e attraverso noi. Auguro a tutti noi questa libertà responsabile, che passa dall’essere più umani, per diventare più divini. Auguri”.

 

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