Come andare in pensione a 64 anni con la rendita integrativa

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Con la Legge di Bilancio 2025 arrivano nuove modalità per andare in pensione anticipata a 64 anni. Per lasciare prima il lavoro si potranno utilizzare i fondi di previdenza complementare

Dal 2025 cambiano le modalità per accedere alla pensione anticipata per chi si trova interamente nel sistema contributivo.

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Stiamo parlando dei giovani lavoratori e lavoratrici che hanno cominciato a versare i primi contributi dal 1° gennaio 1996 in poi.

La Legge di Bilancio 2025, sul cui testo si attende oggi il voto della Camera, prevede infatti nuove modalità di accesso e il trattamento, in particolare tramite l’utilizzo della rendita dei fondi di previdenza complementare.

L’obiettivo è quello di facilitare l’accesso, ma la stretta sui requisiti, in particolare a partire dal 2023, la rende una riforma a metà. Vediamo cosa cambia.

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Come andare in pensione a 64 anni con la rendita integrativa

Il disegno di Legge di Bilancio, attualmente all’esame della Camera (il voto per l’approvazione è atteso nella giornata di oggi), prevede una serie di interventi a partire dalla conferma anche per il prossimo anno degli strumenti per il pensionamento anticipato: Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale.

Misure che saranno confermate con gli stessi requisiti restrittivi, già in vigore nel 2024.

A cambiare il prossimo anno sarà invece il meccanismo per l’accesso alla pensione anticipata da parte dei giovani che si trovano interamente nel sistema contributivo. Si tratta, come detto, di chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995.

Attualmente, ricordiamo, per queste categorie di lavoratori e lavoratrici il diritto alla pensione anticipata scatta alla maturazione dei 64 anni d’età e con il versamento di 20 anni di contributi.

Non è tutto però. Per poter ricevere l’assegno della pensione devono aver maturato un importo del trattamento che sia almeno pari a 3 volte l’importo dell’assegno sociale (1.603,23 euro per il 2024). Il requisito scende leggermente per le donne con figli.

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Pensione Età Anni di Contributi Altro
Pensione anticipata sistema contributivo 64 20 Importo almeno 3 volte l’assegno sociale (1.603,23 euro per il 2024) (2,8 volte per le donne con 1 figlio e 2,6 per le donne con 2 o più figli)

Ebbene, l’intervento previsto in manovra si propone di facilitare l’accesso alla pensione con tale meccanismo, permettendo il cumulo della rendita dei fondi pensione con l’assegno ordinario.

In questo modo dovrebbe essere più facile raggiungere l’importo soglia per l’accesso e quindi beneficiare della pensione.

Allo stesso tempo, però, per far tornare i conti, sono introdotte anche alcune restrizioni:

  • gli anni di contribuzione necessari salgono da 20 a 25 (e a 30 dal 2030);
  • dal 2030 l’importo soglia per l’accesso alla pensione passa da 3 a 3,2 volte quello dell’assegno sociale.

La pensione anticipata conseguita con queste modalità, inoltre, non è cumulabile (fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia) con redditi di lavoro dipendente o autonomo. Fanno eccezione quelli che derivano da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui.

Per chi invece non utilizzerà questa tipologia di accesso al pensionamento anticipato (quindi con il cumulo della rendita dei fondi complementari) i requisiti non saranno modificati: la pensione anticipata scatta con 64 anni d’età e 20 di contributi.

Come funzionano i fondi pensione?

Il fondo pensione serve ad integrare la pensione pubblica pagata dall’INPS.

Consiste in un fondo di investimento, con diverse regole di gestione, che permette ai lavoratori e alle lavoratrici che vi aderiscono volontariamente di accumulare un capitale e di avere nel futuro una pensione integrativa.

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È proprio questa rendita che, sulla base di quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2025, si andrà a sommare all’assegno ordinario per raggiungere più facilmente l’importo soglia.

In sostanza, si versano periodicamente i risparmi da accantonare nel fondo per poi beneficiare della rendita. Il pagamento può consistere anche in un accantonamento periodico dei contributi oppure del TFR, il trattamento di fine rapporto.

Tutti i cittadini e le cittadine senza distinzione possono decidere di aderire volontariamente ad un fondo pensione. Si tratta ancora di uno strumento ancora poco utilizzato (da qui l’intervento per potenziarlo), soprattutto da parte dei più giovani, considerate anche le difficoltà che spesso si incontrano nel mettere da parte abbastanza risorse per finanziare forme pensionistiche complementari. Proprio per questo motivo il nuovo intervento in arrivo sembra essere una “misura per ricchi”: i giovani precari infatti ad oggi difficilmente possono destinare somme importanti ai fondi pensione.



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