Prudenza e raziocinio. Sono queste le parole d’ordine della comandante della Polizia Locale Luciana Spissu Mele di fronte alla riforma del Codice della Strada approvato dal Governo ed entrato in vigore lunedì. Un provvedimento, quello voluto dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che non piace troppo alla dirigente. «Si tratta di una delle modifiche al Codice più importanti e vaste tra quelle avvenute negli ultimi anni ma le misure adottate, per la maggior parte, sono misure drammaticamente repressive sia sul fronte delle restrizioni che delle sanzioni economiche e accessorie» l’opinione di Spissu Mele che sottolinea come sia stato dato poco spazio all’organizzazione della prevenzione sul territorio attraverso una maggiore presenza delle forze dell’ordine.
«Prevenzione – sottolinea – vuol dire investire sull’educazione stradale e civica ma anche garantendo la presenza sul territorio di tutte le forze di polizia. La riforma interessa tutte le forze dell’ordine anche se ognuna ha le proprie prerogative». Proprio sul fronte della prevenzione in strada, però, la carenza di organico di caschi bianchi non consente di prendere parte alla sfida in maniera attiva. «La Questura ci prega di intervenire sui sinistri stradali in città ma quando lo facciamo sottraiamo unità per il controllo del territorio» chiarisce la comandante che sottolinea come il problema dell’organico delle forze dell’ordine non riguarda solo i vigili del capoluogo. «Tutte le forze di polizia sono in affanno. Quest’anno – spiega – sono stati bloccati tutti gli ingressi degli allievi già formati nelle Questure perché tutti sono stati dirottati a Roma per la gestione del Giubileo. Noi dovremmo aspettare chissà quanto per poter chiedere rinforzi straordinari ma lo stesso, purtroppo, vale per gli altri corpi».
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Per restare alla Polizia Municipale gli effettivi su cui la comandante può contare si aggirano intorno alle venti unità, tra gli impiegati d’ufficio (necessari a elaborare le pratiche delle azioni su strada) e gli agenti in servizio esterno, un corpo–fantasma rispetto a quello che era un tempo con capacità di agire estremamente limitata. «Noi svolgiamo molteplici funzioni come controlli stradali, amministrativi a negozi e mercato, all’edilizia, e accanto ai servizi esterni ci sono le attività burocratiche da espletare e i progetti da predisporre».
La linea
Pochi agenti si traduce in pochi controlli anche per le nuove norme previste dal Codice della strada, in particolare quelle introdotte per i monopattini con la comandante che ha deciso di adottare, anche in questo caso, una linea di prudenza e attesa rispetto alle norme più controverse. Non ci sarà un atteggiamento repressivo e non si darà la caccia ai proprietari e agli utenti di monopattino senza casco e targa. «Al momento – dice Spissu Mele – non abbiamo agenti per organizzare dei controlli mirati o dei posti di blocco ad hoc ma non possiamo girarci dall’altra parte e se gli agenti vedranno utenti senza casco potranno già fare la multa. Per quanto riguarda uso delle targhe e le assicurazioni dobbiamo attendere i decreti attuativi per capire il tipo di immatricolazione richiesta e ridurre al massimo possibile il rischio di contenzioso per il Comune, che è già notevole».
Ma a essere contestata dalla comandante è anche la confusione che circonda gli altri provvedimenti adottati dal Governo. «Stanno arrivando quotidianamente anche circolari ministeriali per esplicitare meglio quanto previsto dal nuovo Codice. Noi – continua la dirigente – siamo in difficoltà oggettiva con il complesso calcolo per le maggiorazioni delle sanzioni introdotte con l’articolo 7, per le nuove disposizioni sul ritiro breve della patente (articolo 218 ter) e sulla mancanza delle adeguate strumentazioni».
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Sempre in materia di monopattini è stato introdotto un limite di velocità ma gli agenti non sono dotati dei misuratori. «La maggior parte dei comandi di Polizia Locale non dispongono di simili strumenti, non è solo un problema di Caserta. I nostri agenti – sottolinea la comandante – se vedono un monopattino che presumibilmente sfreccia ad alta velocità lo fermano per i controlli ma non possono contestargli la violazione introdotta». Altrettanto difficile il controllo delle biciclette elettriche che sfrecciano anche sulle piste ciclabili mettendo a rischio ciclisti e pedoni, anche i più piccoli (come gli alunni che frequentano le scuole di via G.M. Bosco e corso Giannone) e per cui la comandante auspica un intervento del legislatore per limitarne l’uso ai minori: «Parliamo di mezzi elettrici che superano agevolmente i 50 chilometri all’ora con ruote grandi e che vengono utilizzate anche da ragazzini che, forse, non sanno neanche pedalare».
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