«In 6 mila aspettano risposte»

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«Sono circa 6mila le aziende pugliesi in attesa di ricevere 52 milioni per i ristori xylella relativi all’anno 2020 e altri 26 milioni di euro per il 2021. Il governo nazionale sblocchi queste cifre». È l’appello che le associazioni di categoria rivolgono oggi ai ministeri competenti dopo la denuncia raccolta ieri da Nuovo Quotidiano di Puglia, in cui è stata data voce a tanti agricoltori costretti a trascorrere un Natale senza il bonifico sperato con la quota spettante di indennizzo.

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Gli agricoltori si sentono abbandonati e denunciano il silenzio «che ci condannerà alla morte certa – hanno detto -. Quel sostegno arrivato negli ultimi due anni nel periodo natalizio era la nostra speranza per respirare un po’ dopo quattro anni di ritardi. Ma ora ci ritroviamo con un altro Natale senza sapere che fine faremo. Gli agronomi ci stanno chiamando uno ad uno per comunicarci che in Regione hanno finito i soldi e per ora non c’è uno spiraglio. Il rischio è che i soldi per l’annualità 2020 svaniscano».

Coldiretti

Da Coldiretti Puglia, il presidente Alfonso Cavallo spiega che «con la legge nazionale sulle calamità naturali, la numero 102, sono stati erogati una serie di fondi per gli agricoltori fino all’anno 2019. Ma oggi non ci sono più risorse. Abbiamo chiesto un intervento anche al governo per cercare di stanziare ulteriori somme per il 2020 e per il 2021, ci sono cifre importanti per il settore agricolo e che a livello ministeriale non sono state ancora impegnate». Arif e la Regione, dunque, aspettano lo stanziamento dei fondi per poi dare soddisfazione alle aziende agricole: «Dobbiamo continuare a far presentare dai nostri assistiti agricoltori ulteriori domande perché purtroppo la xylella continua a interessare nuove zone, – spiegano da Coldiretti – e i ristori fanno parte di un programma che destina una quota per ettaro per il danno subito dagli agricoltori». Per il presidente Cavallo questi aiuti sono «un fatto molto importante perché purtroppo le aziende coinvolte ormai non raccolgono più olive da diversi anni e quindi è come se una persona lavora e non prende lo stipendio per tanto tempo. È difficile continuare a mantenere in piedi la propria attività in tale modo».

Cia Puglia

Alcuni giorni fa, ad intervenire su questo tema è stata l’associazione Cia Puglia che aveva denunciato il blocco delle pratiche xylella, «ancora ferme e inevase» e aveva rivolto un appello al ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e ad altri rappresentanti istituzionali per sbloccare la questione per il biennio 2020-2021. «Prima della fine dell’anno, per molti olivicoltori delle province di Brindisi, Lecce e Taranto si prospetta il disastro – aveva detto il presidente regionale di Cia Gennaro Sicolo -. L’Arif non può istruire quelle pratiche perché tuttora mancano i fondi necessari. Se almeno l’annualità 2020 non fosse liquidata entro quest’anno, verrebbe persa del tutto». Pressing sul governo nazionale arriva anche da Confagricoltura Puglia. L’associazione attraverso il presidente Luca Lazzàro chiede «ulteriori risorse per soddisfare quello che è un diritto, un giusto sostegno a quegli agricoltori che sono stati colpiti da questa fitopatia. La misura di sostegno rientra all’interno del Fondo di solidarietà previsto per le calamità naturali, nel quale facemmo rientrare anche la calamità derivante da fitopatia ma il Fondo in questo momento non è capiente. Abbiamo chiesto al governo che ci sia assolutamente uno sblocco di queste risorse. È poco o nulla rispetto a quello che serve in agricoltura – continua Lazzaro – però credo che questi soldi rappresentino un po’ di ossigeno che viene dato sul territorio, una terra in questo momento è asfittica».

Tuttavia, alle richieste di agricoltori e associazioni ad oggi non è stata data risposta dal governo: «Non abbiamo riscontri di cambiamenti, e speriamo che arrivino presto notizie riguardo tali somme da erogare. La regione c’entra poco almeno su questo punto, ma ancora non ci sono novità in termini di attuazione del piano di rigenerazione agricolo. E non ci dimentichiamo, sempre nel settore agricolo, la questione relativa ai consorzi di bonifica che resta un nodo aperto, e tutti gli sviluppi che ci saranno nei prossimi mesi».

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