CASO QUAGLIERI: OGGI ASSESSORE-MEDICO A PROCESSO, CONTESTATO PECULATO. DIFESA: GIUDIZIO AD AVEZZANO | Notizie di cronaca

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L’AQUILA – Dopo tante polemiche, soprattutto politiche, inizia oggi, davanti al Tribunale dell’Aquila in composizione collegiale, il processo, con l’accusa di peculato, a carico del medico chirurgo marsicano e dell’assessore regionale abruzzese al Bilancio e al Personale Mario Quaglieri, esponente di spicco di FdI e recordman di preferenze con quasi 12mila voti alle elezioni regionali dello scorso 10 marzo che ha confermato, per la prima volta nella storia della Regione, la coalizione di centrodestra: questo in seguito al fatto che il pm titolare della inchiesta Marco Maria Cellini, ora al Tar di Palermo, aveva ottenuto dal Gup del Tribunale del capoluogo, Marco Billi, il giudizio immediato saltando la udienza preliminare nei confronti del componente dell’esecutivo guidato da Marco Marsilio, anche lui meloniano.

Quaglieri era finito sotto indagine per l’utilizzo, dal 2013 al 2024, di una sim telefonica intestata e pagata dal Comune di Trasacco (L’Aquila), amministrazione della quale Quaglieri è stato sindaco dal 2012 al 2018 e poi consigliere fino al maggio del 2019, dopo che nel febbraio dello stesso anno, è stato eletto per la prima volta consigliere regionale.

Il processo che comincia oggi è collegato al secondo filone di inchiesta che ha coinvolto l’assessore regionale, di professione medico, per un presunto conflitto di interessi tra il suo ruolo di assessore e decisore politico e quello di medico chirurgo presso cliniche private.

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Nello specifico in merito all’accusa di peculato, secondo il pm, Quaglieri in qualità di sindaco e rappresentate pro tempore del comune di Trasacco, il 29 ottobre del 2013, senza autorizzazione ha volturato la utenza della sua sim personale intestandola all’Amministrazione e trattenendola fino al 28 giugno 2024 periodo nel quale scrive la Procura “si appropriava di 6.621,65 euro”, somma corrisposta dall’ente locale.

Quaglieri è difeso dagli avvocati Antonio Milo e Carlo Polce, entrambi del foro di Avezzano. Questo ultimo in una nota il giorno del blitz aveva parlato di abbaglio giudiziario dei pm aquilani.

Sarà battaglia legale fin da subito visto che, secondo quanto è trapelato, le difese riproporranno, come fatto nel corso delle indagini, l’eccezione di incompetenza territoriale dell’Aquila già bocciata dal gup: ma sia l’assessore, sia il pool difensivo confidano decisamente che il Collegio potrebbe fare altre valutazioni con il trasferimento ad Avezzano dove si sarebbero consumate le ipotesi di reato.

Quaglieri e il suo entourage puntano molto sui “benefici effetti” della vittoria di un round di questa serrata battaglia giudiziaria: nelle passate settimane la Cassazione ha bocciato il sequestro dei cellulari, nel frattempo riconsegnati e quindi dissequestrati, nel primo filone della inchiesta, scattato il 19 giugno scorso con un blitz in Regione all’Aquila, nelle sedi del politico e in quella del comune di Trasacco, riguardante il presunto conflitto di interesse del recordman di preferenze che svolge dal 2019 contestualmente la attività di consigliere ed assessore regionale e medico chirurgo in alcune cliniche private, in particolare come accade da anni con la casa di cura privata Di Lorenzo di Avezzano.

Oggi, insieme a Quaglieri sono sotto processo anche il sindaco di Trasacco, Cesidio Lobene, fedelissimo dell’assessore regionale, e il funzionario comunale Riccardo Tomassetti: per entrambi l’ipotesi di reato è di falso ideologico e depistaggio per avere tentato, una volta scattata la inchiesta, con un blitz di carabinieri e guardia di finanza scattato il 19 giugno scorso con perquisizioni e sequestri, di fare atti per “coprire” i rilievi contestati dalla Procura.

Quaglieri, negli interrogatori, si è difeso asserendo di avere compensato la somma con la liquidazione mai percepita per il periodo in cui è stato amministratore. Ma, sostiene il pm Cellini, “con tale condotta appropriativa Quaglieri effettuava un atto di autotutela nei confronti della Pubblica amministrazione in un caso non previsto dalla legge al fine di esercitare un asserito diritto di credito di matrice privatistica di euro 6.275, montante della indennità di fine mandato per gli anni 2012-217, da porre in compensazione con il credito maturato nei suoi confronti dall’ente locale per il pagamento dell’utilizzo del telefono in suo uso dal 2013 al 2024, dell’ammontare di euro 6.621,65, somma peraltro superiore a quella di cui è asseritamente titolare”.

La vicenda di Quaglieri è diventato un caso politico in seno al centrodestra e in particolare tra i meloniani, non tutti schierati con il medico chirurgo ed assessore in una regione ritenuta roccaforte di FdI perché con le vittorie del sindaco, Pierluigi Biondi all’Aquila, nel 2017 primo sindaco meloniano di un capoluogo di regione, e di Marsilio, nel 2019 primo governatore, è iniziata l’ascesa trionfale del partito in Abruzzo, dove entrambi sono stati riconfermati, e a livello nazionale con la vittoria delle elezioni politiche nel settembre del 2022 e il suo leader, Giorgia Meloni, diventata premier dopo essere stata eletta deputato nel collegio L’Aquila-Teramo.

Il processo che comincia oggi è quindi collegato al secondo filone di inchiesta che ha coinvolto l’assessore regionale, di professione medico.

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Quello principale, ancora nella fase delle indagini preliminari, è legato ad un presunto conflitto di interessi tra la professione di medico e di amministratore portata avanti contestualmente da parte di Quaglieri, fin dal 2019 con l’assessore e medico indagato per falso e abuso d’ufficio: insieme a lui è finita sotto inchiesta, per il solo abuso d’ufficio, l’imprenditrice Lucia Di Lorenzo, proprietaria della clinica privata Di Lorenzo di Avezzano (L’Aquila), nella quale Quaglieri lavora da anni con un contratto a prestazione il politico.

Il primo atto attenzionato dalla Procura è quello del 28 dicembre 2023, quindi prima delle elezioni regionali, con cui l’esecutivo ha dato il via libera all’assegnazione di 20 milioni di budget alta specialità a sette strutture sanitarie private dell’Abruzzo, tra cui la Di Lorenzo, per “il recupero della mobilità sanitaria per prestazioni ospedaliere di alta complessità”, votato anche dall’assessore Quaglieri.

La seconda delibera è del 30 agosto del 2023, con Quaglieri presente in giunta, e avente ad oggetto il rinnovo dell’accreditamento istituzionale ex Dca per l’attività ospedaliera e “accreditamento istituzionale dei servizi specialistici a seguito della sentenza Tar 301/2022 della casa di cura Di Lorenzo di Avezzano”, Provvedimento che riguardava una serie di servizi specialistici, anche di chirurgia.

ll presunto conflitto di interessi è stato denunciato dopo le elezioni regionali del 10 marzo di quest’anno dal consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci che ha inviato un esposto all’Anac, che nel pronunciamento si è dichiarata non competente invitando la Regione ad un approfondimento. Per gli uffici legislativi del Consiglio regionale guidati dal direttore, Francesca Di Muro, all’atto del controllo della documentazione per l’ingresso nella nuova assemblea abruzzese la posizione di Quaglieri è corretta.

 

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