In pensione a 64 anni coi fondi complementari: requisiti anticipata contributiva 2025

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La Legge di Bilancio per il 2025, presentata dal Consiglio dei Ministri il 23 ottobre scorso e da quel momento oggetto di discussione in sede parlamentare, è ormai alla fase finale che porterà alla votazione del testo definitivo. 

L’ultima novità, in ordine di tempo, per quanto riguarda le pensioni, è l’approvazione di un emendamento pensato per aumentare la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro.  

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Cumulabilità della previdenza complementare

Dal 2025, la Manovra Finanziaria introdurrà una nuova opzione per i lavoratori che desiderano accedere alla pensione di anticipata contributiva. 

La novità consiste nella possibilità di sommare alla pensione pubblica l’importo della rendita proveniente dalla previdenza complementare, per poter raggiungere i requisiti di pensionamento a 64 anni.

L’Anticipata Contributiva oggi

Fino ad oggi, la pensione anticipata contributiva era garantita a che possedeva i seguenti 4 requisiti

  • aver cominciato a lavorare dopo il 31/12/1995
  • avere 64 anni di età
  • avere almeno 20 anni di contributi alle spalle
  • avere un assegno pari almeno a tre volte l’assegno sociale

L’assegno sociale è un sussidio statale che nel 2024 vale 6.947 € all’anno. 

Quindi nell’anno in corso, per ottenere la finestra di anticipata contributiva, era necessario avere una pensione che fosse di circa almeno 21.000 € lordi all’anno. 

L’Anticipata Contributiva dal 2025

A partire dal 2025, sarà possibile utilizzare la rendita maturata presso un fondo di previdenza complementare per raggiungere la soglia minima di importo richiesta per ottenere la finestra di anticipata contributiva. 

Tuttavia, chi sfrutterà questa possibilità per andare in pensione a 64 anni, vedrà innalzarsi il numero di anni di contributi richiesto

Infatti, dal 2025 saranno richiesti almeno 25 anni di contributi obbligatori per accedere alla pensione anticipata e dal 2030 il requisito salirà a 30 anni di contributi.

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Se, ad esempio, un lavoratore che nel 2025 avrà 64 anni di età, almeno 25 anni di contributi alle spalle e una pensione lorda prevista di 18.000 € lordi, vorrà andare in pensione, potrà usare il suo fondo pensionistico per colmare questo GAP di circa 3.000 € all’anno e accedere alla finestra di pensionamento Anticipata Contributiva.

Ciò significa che, ovviamente, il lavoratore dovrà avere un fondo pensione, che ha alimentato negli anni e che, nel 2025, gli garantirà una rendita vitalizia di almeno 3.000 € all’anno. 

Nel breve termine, la riforma avrà un impatto limitato, poiché la maggior parte dei lavoratori che operano nel pieno regime contributivo non ha ancora maturato 25 anni di contributi. 

Dal 2030, però, si prevede un aumento significativo del numero di potenziali beneficiari di questo cambiamento. 

Inoltre, in futuro, è possibile che la cumulabilità venga estesa ad altre categorie di lavoratori, come quelli in regime misto, che hanno contributi versati sia prima che dopo il 1996. Questo amplierebbe ulteriormente la platea di lavoratori interessati.

Questa proposta era stata inizialmente ventilata, ma scartata poco dopo. 

Nel testo presentato il 23 ottobre era presente solo, all’articolo 28, la misura di cumulabilità della previdenza complementare per accedere alla pensione di vecchiaia se non si raggiungeva l’importo minimo previsto per quella finestra, ovvero l’importo dell’assegno sociale. 

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Noi di Ciao Elsa avevamo espresso la nostra perplessità, facendo presente che se un lavoratore, nell’arco della sua vita professionale, non ha accumulato un montante contributivo sufficiente per raggiungere una pensione annua pari almeno all’assegno sociale, significa che molto probabilmente ha lavorato (o guadagnato) poco nel corso degli anni e quindi sarà molto difficile e raro che possa avere a disposizione uno o più fondi pensione in cui ha versato del denaro.

Noi stessi avevamo caldeggiato l’estensione della cumulabilità anche alla finestra di Anticipata Contributiva. 

Cos’è un fondo pensione

La previdenza complementare è uno strumento privato in cui si risparmia a scopo pensionistico che i lavoratori possono alimentare finché lavorano e usare, alla fine, per integrare la pensione pubblica

Con i fondi pensione, infatti, si costruisce un capitale che, al momento del pensionamento, può essere ritirato sotto forma di rendita e utilizzata, quindi, per integrare l’importo mensile della pensione.

I fondi pensione sono strumenti finanziari istituiti a partire dal d.Lgs 252/2005 e regolati dalla legge italiana. 

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Oggi ci sono in Italia circa 150 fondi pensione con le stesse regole, le stesse possibilità e gli stessi obblighi stabiliti proprio da questo decreto legislativo. 

Come si alimentano i fondi pensione 

Nel proprio fondo pensione è possibile far versare il TFR, se si è lavoratori dipendenti, ottenendo importanti vantaggi fiscali e, in alcuni fondi, accedendo anche al contributo datoriale

Oltre al TFR, nei fondi pensione è sempre possibile per chiunque, indipendentemente dall’inquadramento professionale, versare denaro proprio

Anche in questo caso si ottengono vantaggi fiscali consistenti poiché i fondi pensione permettono di dedurre ciò che si versa al loro interno, fino al limite annuo di 5.164,57 €, risparmiando parecchie tasse. 

Previdenza complementare sempre meno facoltativa

Con la riforma del sistema previdenziale italiano dal sistema retributivo al sistema contributivo, gli assegni pensionistici pubblici saranno molto più bassi rispetto agli stipendi percepiti dai lavoratori negli ultimi anni di attività e rischiano di essere spesso addirittura insufficienti a garantire un tenore di vita adeguato

La previdenza complementare, quindi, sta diventando via via sempre più essenziale per costruire una rendita aggiuntiva e assicurarsi una maggiore stabilità economica in vecchiaia.

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L’emendamento introdotto nella Manovra Finanziaria 2025, sancisce un ulteriore passo avanti verso un sistema pensionistico “integrato” e incentiva ulteriormente l’adesione ai fondi pensione.

Tuttavia, è essenziale che i lavoratori comprendano l’importanza della previdenza complementare e valutino attentamente le opportunità offerte dai fondi pensione. 

Solo attraverso una pianificazione previdenziale consapevole sarà possibile sfruttare appieno i benefici di questa nuova misura e garantirsi un futuro finanziario più sereno.





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