Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Gerardo Pepe, Franco Cirielli e Davide Baronti: ecco chi sono i cinque operai colpiti dall’esplosione al deposito Eni di Calenzano. I primi 4 sono morti – l’identificazione ufficiale ci sarà solo col Dna – l’ultimo è ancora disperso
Le vittime dell’esplosione del deposito Eni di Calenzano salgono a 4: Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Franco Cirelli e Gerardo Pepe. La loro identificazione ufficiale ci sarà solo con l’esame del Dna.
L’ingresso di Vincenzo Martinelli è registrato alle 10,15 di ieri mattina. Appena cinque minuti prima che avvenisse l’esplosione al deposito Eni di Calenzano (Firenze). Vincenzo Martinelli — protocollato all’ingresso come «visitatore» — è il primo morto di quella che si annuncia come l’ennesima strage sul lavoro. A lui si sono aggiunti altre tre vittime, resta ancora un operaio disperso.
Ufficialmente i morti e i dispersi sono stati identificati come «visitatori» dai dipendenti Eni che poi hanno girato la lista ai carabinieri coordinati dal procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli.
Chi è Martinelli
Originario di Napoli, 53 anni, residente a Prato dal 1998, Martinelli, divorziato, aveva due figlie — una di 17 anni e l’altra di 19 anni — che accompagnava sempre ai corsi di ballo al circolo Arci Favini della città laniera.
«Una persona perbene e un gran lavoratore», lo descrivono i colleghi della Bt Transport. Appassionato di caccia e amante della natura, Martinelli aveva scelto un motto per una sua foto apparsa su Facebook: «Non temere il male».
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Sul profilo social si «accumulano» testimonianze. «Caro Vincenzo un abbraccio — scrive un suo amico —. Mi mancheranno le nostre conversazioni serali quando ti trovavo al circolo Favini . Che tu possa trovare un po’ di pace». Un altro amico dice: «Ciao amico mio… grazie per tutto quello che hai fatto per me… ti porterò sempre nel mio cuore!». Una ragazza scrive: «Vincenzo non ci posso ancora credere… riposa in pace, ti mando un abbraccio ovunque tu sia». E infine una considerazione che fa un altro amico di Vincenzo: «Non si può morire così. Buon viaggio, caro».
Un’altra persona lo ricorda così: «Hai fatto parte per un breve ma intenso periodo della mia vita: abbiamo condiviso serate in casa a chiederci cosa mangiare e partite interminabili a carte, al “Botteghino” a bere birra e guardare le partite di calcio… ora potrai riabbracciare il tuo caro papà e vegliare da lassù le tue “bambine”… fai un bel viaggio, sempre col sorriso stampato».
Corso, l’autista di Catania
Carmelo Corso è invece entrato nel deposito Eni appena quattro minuti prima che avvenisse l’esplosione: il suo ingresso come visitatore è stato registrato alle 10,16 e 20 secondi.
Originario di Catania, Corso aveva 57 anni e viveva a Calenzano: in passato aveva fatto la guardia giurata a Eni. Autista della Rat — Raggruppamento Autotrasportatori Toscani — era stimato dai suoi colleghi che nella sede di Calenzano lo ricordano come «un grandissimo lavoratore e un uomo molto esperto».
Baronti, il «livornese»
Degli altri tre autisti dispersi, due sono stati trovati morti
Tra gli lavoratori dispersi figura Davide Baronti, ha 49 anni, nato ad Argena, è praticamente vissuto da sempre a Livorno. Autista della Mavet, è entrato nel deposito Eni alle 10,14. Padre di due bambini e sposato, aveva come passione la montagna. «Un ragazzo dal cuore d’oro», dice un’amica. Nella ditta dove è impiegato nessuno ha voglia di parlare «perché stiamo aspettando, ancora speriamo tutti nella notizia che è vivo, che si è salvato». Un suo collega però dice: «L’ho chiamato, non ha mai risposto».
Ritrovati morti Cirelli e Pepe
Martedì mattina sono stati ritrovati i corpi senza vita dei due operai della Basilicata. Franco Cirelli, sposato e padre di due figli piccoli, viveva a Cirigliano, in Basilicata. La sua passione era quella del calcio: molto tifoso della Juventus. Morto anche Gerardo Pepe di Sasso di Castalda. Adesso si procederà all’esame del Dna.
Si aggravano anche le condizioni in ospedali di Luigi Murno, anche lui originario della Basilicata, che è stato trasportato al centro grandi ustionati di Pisa.
I parenti delle vittime
Al Comune di Calenzano in serata sono arrivati i primi parenti dei dispersi, accolti da un supporto psicologico. I familiari si sono rivolti al sindaco Giuseppe Carovani sperando ancora che i loro congiunti fossero vivi.
«Mi hanno detto che anche domani (oggi per chi legge, ndr) torneranno e noi saremo qua per aiutarli», dice il primo cittadino.
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