In scena per ritrovare la luce oltre la dipendenza. “Igor Minkieschinz”, un progetto del Delfino

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


COSENZA Un atto di coraggio, un inno alla vita, un abbraccio tra il buio e a la luce. Come quello tra Ettore e Andromaca. Sul fondale della prima scena di “Igor Minkieschinz detto Sgrugi” giganteggia un’immagine della statua di De Chirico donata al Museo all’aperto cosentino, che raffigura l’eroe troiano nell’addio alla moglie. Siamo in città, un autoironico rap sullo sballo apre lo spettacolo.
E la sensazione di un caldo abbraccio accompagna lo spettatore nel corso di tutta la pièce, scritta e sceneggiata da Ada Di Leone, interpretata dagli ospiti delle comunità terapeutiche del Centro di solidarietà “Il Delfino”. L’autrice e la compagnia Q-Art, che l’ha messa in scena, si sono ispirati al “Canto di Natale” di Charles Dickens. Il debutto è stato, giovedì scorso, all’auditorium “Guarascio” del liceo classico “Telesio”. Lo spettacolo è il punto d’arrivo di un laboratorio iniziato la scorsa estate.

Il progetto

Gli attori sono gli ospiti delle strutture del centro: “Eden”, per i tossicodipendenti e “Tommaso Campanella”, residenza per alcoldipendenti. Accanto a loro, in scena come nella quotidianità, gli operatori. Il responsabile “Eden” Salvatore Monaco, divertente nel ruolo di Bob Cratchit, l’impiegato, con uno stipendio da fame, dell’ufficio del taccagno Sgrugi; la psicologa Annarosa Benincasa e l’educatrice Mariachiara Buccieri.
Le attrici di Q-Art Tania Saturnino e Patrizia Scarpelli
hanno messo talento, esperienza, e un’irresistibile carica grottesca, a servizio di questa impresa culturale e sociale.
Un progetto voluto dall’Uiepe del ministero della Giustizia (l’ufficio interdistrettuale per l’esecuzione penale esterna). Sì, perché tra i personaggi-attori di “Igor Minkieschinz” ci sono anche persone con provvedimenti legali.
Vivace l’atmosfera del laboratorio. Ogni allievo, come la tessera di un puzzle, ha lavorato per sé e per gli altri. Il copione in mano, un suggerimento a chi non ricorda la battuta, una pacca a chi si distrae, una risata non trattenuta, un applauso al monologo intenso del protagonista, che recita come un attore consumato, lui che non aveva mai calcato un palcoscenico. Assisti alle prove e pensi che questo è il Natale.
Riconosci i nuovi sguardi sulla propria esistenza di chi sta cercando, con fatica, di uscire dal buio della droga e dell’alcol. Nella simulazione, i neo attori conservano il proprio nome di battesimo. Una scelta significativa, come a dire: eccomi, sono io.
Felice l’intuizione di usare il registro comico in questa rivisitazione di un classico natalizio sulle scelte sbagliate e il ravvedimento.
Scrooge, il business man dickensiano, diventa un immigrato dal cuore di pietra, ricchissimo grazie ai suoi affari di compro oro da usuraio, sulla pelle di chi è alla canna del gas. Nega aiuto anche all’amico di sempre Vladimir, arrivato come lui dalla Russia in cerca della sua America. A un certo punto compare la sorellastra morte a dargli un’ultima chance. Tragico e comico l’incontro con la creatura spettrale.
Il teatro funziona. Lo confermano il sorriso divertito e lo sguardo emozionato di Maria Francesca Amendola, in prima fila il giorno del debutto. La psicologa e psicoterapeuta guida l’Associazione, nata a Cosenza, dei club alcologici territoriali.

«Funziona in termini di espressività e anche perché – dice, – attraverso il teatro puoi ritrovare tutte le tue parti, quella malata, che ci piace di meno e quella sana. La frase tipica di fronte a chi fa abuso di alcol è: “se la sono cercata”. Non è così! All’alcol oggi si avvicinano anche i ragazzi ed è la porta d’accesso all’uso di altre sostanze».
Secondo l’Osservatorio nazionale dell’Istituto superiore di sanità, in Italia ci sono otto milioni di consumatori a rischio e 650 mila sono minori». Cresce il popolo del binge drinkers, di chi si abbuffa di alcolici il sabato sera. Una “moda” che accomuna, sempre secondo le ultime stime, tre milioni e 700mila bevitori alla ricerca dello sballo di gruppo.
L’Acat, che è un’organizzazione di volontariato, ha sostenuto il progetto teatro del “Delfino” e con il centro di Castiglione collabora da quando è nata (l’ente è stato costituito nel 2023). In città ha attivato un gruppo di auto-aiuto, che si incontra ogni martedì pomeriggio nei locali della chiesa di Sant’Aniello.
«I Club, basati sull’approccio ecologico sociale ideato dal professor Hudolin, sono comunità di dieci, dodici famiglie, – spiega la dottoressa Amendola, – che si incontrano settimanalmente per affrontare disagi legati al consumo di alcol e altri comportamenti a rischio».
Di «consapevolezza e autostima», come preziosi frutti raccolti durante l’esperienza, parla Giulio Malatacca, alla regia di “Igor Minkieschinz”. Alla prima c’era anche il vecchio nuovo presidente di quello che oggi è un complesso centro di solidarietà. Vincenzo De Luca, che fondò il Delfino, negli anni Ottanta, quando le comunità per il recupero dei tossicodipendenti erano ancora un affare pioneristico in Calabria, da poche settimane è tornato a guidare l’associazione che oggi offre diversi servizi al territorio.
«Vorrei che i sentimenti di stasera, belli, intensi – augura agli ospiti della comunità e ai loro familiari in platea, – ci accompagnassero per tutto il nuovo anno. Il Natale deve essere la festa di chi vuole impegnarsi a vivere».
Nel lavoro di Ada Di Leone ci sono i ragazzacci di città, la famiglia disperata per il fratello tossico in codice rosso, la mamma arberesche, con il sangue combattivo di Skanderbeg nelle vene, la finta madame francese in visone che impegna l’ultimo cimelio di famiglia e tanta Russia, sin dalla porta del famigerato ufficio di Igor. A ogni scampanellata parte l’inno nazionale. Trovate da felice repertorio comico. E si sa che il divertimento fa prendere il giusto distacco per scrutare meglio la realtà e la porzione di dolore e sofferenza che essa ci riserva.
Il laboratorio teatrale ha rafforzato lo spirito di gruppo, in comunità.
Raffaele (i nomi sono di fantasia) prepara la colazione per Umberto. Gianni, che nella vita di fuori è uno chef, cucina le lasagne ogni domenica. Simone frigge i cuddrurieddri. Mario racconta che Andrey faceva il domatore di leoni. E ride, lasciandoti nel dubbio.
La nuova missione è inaugurare il grande presepe, mercoledì 18 dicembre, durante una messa che sarà celebrata nella sede di Castiglione. Alcuni ospiti hanno costruito la grotta, le botteghe degli artigiani, scalinate e viuzze.
E’ la piccola Betlemme del “Delfino”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link