il presidente Van der Bellen apre a un incontro con il partito di estrema destra FPÖ – Euractiv Italia

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Il presidente austriaco, Alexander Van der Bellen, ha annunciato che incontrerà il leader del Partito della libertà (Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ), Herber Kickl, il giorno successivo all’annuncio delle dimissioni del cancelliere Karl Nehammer dopo il fallimento, per la seconda volta, dei colloqui sulla formazione di un nuovo governo, a seguito del sorprendente ritiro dalle discussioni del partito liberale Neos. Domenica mattina, il partito conservatore al potere in Austria, il Partito Popolare Austriaco, ha nominato il suo segretario generale Christian Stocker come successore di Nehammer.

In una conferenza stampa, Van der Bellen ha annunciato che discuterà con Kickl lunedì (6 dicembre) della nuova situazione, precisando che l’attuale cancelliere Karl Nehammer resterà in carica fino alla prossima settimana. Successivamente un altro cancelliere dovrebbe farsi carico degli affari del governo ad interim ancora attivo.

Il presidente austriaco ha dichiarato domenica di aver trascorso diverse ore a parlare con i funzionari e di essere emerso con l’impressione che “le voci all’interno del Partito popolare che escludono la collaborazione con il Partito della libertà sotto la guida del suo leader Herbert Kickl si sono fatte più silenziose”.

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Questo sviluppo significa che “potrebbe aprirsi una nuova strada che prima non esisteva”, ha aggiunto.

Come sottolinea il quotidiano tedesco Tagesspiegel, ciò che van der Bellen, che di fatto rifiuta Kickl come cancelliere, si aspetta da un nuovo governo, lo ha già chiarito in passato: rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle minoranze, nonché dei media indipendenti e dell’adesione all’UE. L’FPÖ ha problemi con tutte queste linee rosse oltre ad essere favorevole a riaprire i rapporti con la Russia.

Durante la campagna elettorale per le elezioni dello scorso 29 settembre Kickl ha regolarmente condito i suoi discorsi con una retorica di estrema destra, scagliandosi contro i migranti con slogan come “Fortezza Austria” e “Prima l’Austria” ed era stato precedentemente estromesso come ministro degli Interni intransigente.

Intanto, il nuovo leader ad interim dell’ÖVP (PPE) Christian Stocker ha affermato di presumere che Kickl avrà il compito di formare un governo. Il partito conservatore della cancelliera ÖVP si è detto pronto a negoziare con il partito di destra FPÖ una coalizione di governo. L’ÖVP, se invitata, vorrebbe tenere tali discussioni, ha detto Stocker, secondo quanto riferiscono i media austriaci. Stocker, avvocato e membro del Parlamento austriaco, è segretario generale del Partito Popolare dal 2022. È considerato un comunicatore di crisi esperto e calmo, che è spesso apparso sui media austriaci per difendere decisioni controverse.

I colloqui per la coalizione si trascinano da mesi e stanno portando l’Austria verso una situazione molto simile a quella dei Paesi Bassi, dove dopo sette mesi lo scorso luglio è stata formata una coalizione di governo formata da quattro partiti e dominata dal Partito per la Libertà (PVV), di estrema destra, guidato da Geert Wilders, che insieme al Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), il partito liberale precedentemente guidato dall’ex premier Mark Rutte), il Nuovo Contratto Sociale (NSC), formazione democristiana fondata da Pieter Omtzigt, e dal Movimento Civico-Contadino (BBB).

I liberali Neos, insieme al conservatore Partito Popolare Austriaco (ÖVP) di Nehammer e ai Socialdemocratici di centro-sinistra (SPÖ), hanno cercato di creare una coalizione di governo a tre partiti dopo che l’estrema destra del Partito della Libertà ha ottenuto il 29,2% alle elezioni di settembre, staccando di oltre tre punti percentuali i popolari, secondo con il 26%, e di otto punti percentuali i socialdemocratico dell’SPÖ, terzi al 21%, mentre il NEOS ha ottenuto poco meno del 10%.

Tuttavia, le parti hanno faticato a raggiungere un accordo. Sabato, il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha annunciato che si sarebbe dimesso dopo che i colloqui sulla formazione di un nuovo governo sono falliti per la seconda volta.

L’annuncio di Nehammer è arrivato dopo che il Partito Popolare e i Socialdemocratici hanno proseguito i colloqui per formare una coalizione.

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Come sottolineato da Nicolas J. Kurmayer in questo articolo per Euractiv.com, nell’annunciare la decisione del suo partito venerdì, la leader di NEOS Beate Meinl-Reisinger ha lasciato pochi dubbi sul fatto che l’intransigenza degli altri partiti sui tagli alla spesa e altre riforme fosse la ragione principale dell’uscita di NEOS. L’Austria è in recessione da due anni e il suo deficit di bilancio, al 3,7%, è ben al di sopra del limite del 3% dell’UE.

“Governare non è un fine in sé”, ha affermato Meinl-Reisinger, il cui partito ha condotto la campagna elettorale basandosi sull’avvertimento che, se non si interviene, nei prossimi decenni il sistema pensionistico del Paese si troverà ad affrontare un deficit di decine di miliardi.

Meinl-Reisinger ha lamentato quello che ha definito un fallimento da parte degli altri partiti nel perseguire “una visione per l’Austria tra 20 anni”.

L’SPÖ, il cui leader, Andreas Babler, si definisce un marxista, ha condotto la campagna elettorale promettendo di preservare le pensioni e di non aumentare l’età pensionabile dagli attuali 65 anni, sostenendo che “45 anni sono sufficienti”.

L’ÖVP, a capo dell’attuale governo ad interim, ha attribuito la responsabilità del crollo ai socialdemocratici, sollevando dubbi sulla fattibilità di proseguire i colloqui tra i due.



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