prove generali di allunaggio (mentre la Cina pungola)

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L’astronave “Starship” verrà lanciata ancora per almeno cinque missioni (senza equipaggio) nel 2025 – Nasa

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La cifra che fa da comune denominatore è 400. Sono infatti 400 i chilometri dalla Terra in cui orbita la Iss, la Stazione Spaziale Internazionale ormai da tempo abitata in modo permanente da astronauti di molte nazioni. Sono circa 400mila i chilometri che ci separano dalla Luna, e sono 400 milioni i chilometri della distanza, media, tra la Terra e Marte. Che finora è stato raggiunto da una moltitudine di sonde automatiche, mentre per l’arrivo di astronauti sarà necessario attendere ancora molto tempo, nonostante le previsioni ottimistiche di Elon Musk.

E proprio la SpaceX, al di là delle previsioni marziane, sarà anche nel 2025 la protagonista principale degli eventi legati all’astronautica e alla New Space Economy. Il gigantesco vettore Super Heavy, che con l’astronave Starship collocata sui suoi 72 metri, per un totale di 122 metri d’altezza, dopo i sei voli di test realizzati finora, già l’11 gennaio verrà lanciato dalla base di Boca Chica, in Texas, per il settimo test. Obiettivo, dopo il sesto di novembre avvenuto tra luci e ombre: tentare di inserire in orbita l’astronave Starship, che sinora ha sempre solo effettuato voli balistici, a 200 chilometri dalla Terra, con rientro (a perdere) in mare. C’è ancora molto lavoro da fare: la Luna attende la prima circumnavigazione di astronauti fin dal 1972, in programma nel 2025 ma proprio nei giorni scorsi rinviata ad aprile 2026, e poi lo sbarco di un uomo e una donna con la missione Artemis III, nel 2027. E sarà proprio la Starship di SpaceX a dover garantire l’allunaggio di astronauti nell’ambito del Programma Artemis. I test includono l’entrata in orbita terrestre, e poi con una versione nuova e migliorata, si tenterà l’atterraggio su una piattaforma, e poi ancora il rifornimento in orbita tra due astronavi. Operazione fondamentale per i voli lunari, dove la Starship non porterà gli astronauti dalla Terra alla Luna, che invece viaggeranno con la capsula Orion, ma dovrà attraccare alla stazione cislunare Gateway, realizzata con forte contributo dell’industria italiana. Da questo avamposto in orbita lunare, scenderanno poi sulla Luna con Starship, e vi torneranno a fine esplorazione con la stessa astronave.

Nella mitologia Artemide, o Artemis, era sorella di Apollo, ma rispetto al leggendario programma Nasa anni Sessanta, il profilo delle missioni esplorativo sarà diverso. A cominciare anche dagli apparati automatici, che verranno un po’ alla volta inviati sulla superficie selenica: gli astronauti troveranno già in loco strumenti, rover e in seguito anche i primi habitat. E proprio la sonda automatica Nova C, realizzata dalla compagnia privata Intuitive Machine, sarà la prima missione spaziale americana in programma per il 2025, con lancio il 5 gennaio.

In orbita terrestre proseguiranno le attività scientifiche e tecnologiche degli astronauti sulla Iss. Astronauti russi e americani, almeno per tutto il 2025 continueranno a operare assieme come fatto sinora. Sono in programma almeno tre missioni della navicella Crew Dragon da Cape Canaveral destinate alla Iss (e almeno due “private”, quelle di Axiom), la prima delle quali, il 10 marzo, porterà sulla Stazione quattro astronauti compreso il russo Kirill Peskov. E poi, finalmente, entro la fine di marzo, torneranno sulla Terra i due astronauti Suni Williams e Butch Wilmore, che erano partiti lo scorso maggio sulla problematica navicella Starliner della Boeing: dovevano restare in orbita 8 giorni, e invece vi resteranno 9 mesi.

Anche le Sojuz russe con cosmonauti, e le cargo Progress, faranno la spola tra la Terra e l’orbita della Iss: la prima Sojuz, la Ms-27, partirà da Bajkonur in marzo, e a bordo ospiterà anche l’astronauta statunitense Jonny Kim.

E la Cina? Sarà come sempre molto attiva, e invierà un nuovo terzetto di astronauti sulla sua innovativa stazione Taingong. La base orbitante cinese ospita da tempo permanenze di sei mesi, e terzetti di “taikonauti”. Nel 2025 la stazione vedrà l’arrivo di un nuovo modulo per ampliarne la struttura. Oltre ad uno Shuttle, più piccolo di quello storico statunitense, e senza equipaggio. In maggio, la Cina lancerà una sonda, la Tianwen2, verso un asteroide per recuperarne i campioni poi da riportare sulla Terra. E nel frattempo inizieranno i lanci di test dei super-vettori che dovranno, attorno al 2030, portare i primi cinesi sulla Luna. Ecco una delle ragioni per cui alla Nasa, assieme ai partner internazionali, cominciano ad avere fretta di tornare sul suolo selenico.

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