IL COMMENTO Eventi invernali ok, ma manca un progetto di turismo musicale – Il Golfo 24

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Questo giornale in generale, e lo scrivente in particolare, hanno cercato sempre di dire “pane al pane e vino al vino”, con critiche selettive ed obiettive. Quando gli amministratori locali fanno bene, glielo riconosciamo, quando sbagliano (dal nostro punto di vista) non esitiamo a stigmatizzarli. In questa fine d’anno, Ischia e Forio in particolare, ma un po’ tutta l’isola, hanno cercato di ravvivare la lunga parentesi invernale con una molteplicità di eventi, per lo più musicali, quasi sempre di buona qualità. Eventi musicali che hanno spinto anche me, componente della generazione dei baby boomers ( quando la natalità esplodeva e la lancetta demografica saliva generosamente) ad aggiornarmi sulle novità musicali, per valutare la portata degli eventi e degli artisti ingaggiati. Ovviamente una star come Mario Biondi non mi era sconosciuto, ma con Serena Brancale mi sono dovuto documentare. Così come con Forlenzo e la sua musica swing, con le ‘hit raggaeton della band Tributo Italiano e via dicendo. Tutto a posto, scelte oculate e senza il rischio di incaricare star del rap, di cui poi pentirsi, come è accaduto al Comune di Roma e al Comune di Benevento, che hanno fatto marcia indietro per evidenti tracce, nei testi dei rappisti ingaggiati, di violenza, sessismo e volgarità (parlo di Effe e di Enzo Dong). Serena Brancale, intervistata recentemente da Repubblica, ha chiaramente detto di non apprezzare la volgarità e le parolacce nella musica, pur non demonizzando il dissing tra rappisti come Fedez e Tony Effe. E poi Ischia ha dimostrato, ancora una volta, che ci sono in loco bravissimi organizzatori di eventi ( come Gianmarco Balestrieri), conduttori capaci ed esperti (come il poliedrico Gaetano Ferrandino, coordinatore di questo giornale), DJ come Alex Cannava e musicisti come Maurizio Filisdeo, per la gioia dei giovani. Tra le varie peculiarità isolane, la musica occupa dunque un posto decisamente importante.

Precisato ciò, veniamo alle cose che non vanno: non va la frammentazione amministrativa in sei Comuni, che causa una concorrenza tra questi, con accavallamenti di eventi, sperperi di danaro pubblico, disorientamento della cittadinanza e dei turisti su come, dove e quando partecipare ad una molteplicità di eventi, anche in contemporanea. Non va, in molti casi, la scelta delle location, che non possono paralizzare il paese. E’ vero che il traffico automobilistico è asfissiante e dovremmo tutti camminare un po’ in più a piedi, ma Piazza degli Eroi è un nodo ineliminabile della circolazione isolana e non la si può bloccare per un’intera giornata nel concitato periodo natalizio.

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Una cosa è la “ domenica ecologica”, con orari limitati e sperimentali di chiusura, per educare alla pedonalità, altro è ingolfare la piazza con la calca di spettatori per la musica. Così come per il Piazzale delle alghe o il Piazzale Aragonese ad Ischia Ponte; non è intelligente sceglierle come location invernali, essendo esposte al vento e all’inclemenza del mare. E poi c’è l’ultima contestazione da muovere: gli eventi musicali sicuramente soddisfano la popolazione locale ( in particolare i giovani) ma affinché divengano motore di un turismo musicale, come ulteriore segmento della poliedrica offerta turistica isolana, bisogna che vengano messi a sistema. Bologna, per i suoi meriti musicali ( grandi autori legati alla città, come Dalla, Morandi e tanti altri) ha meritato il riconoscimento Unesco di Città della Musica. Napoli ( altra realtà di grandi artisti musicali e patria della canzone melodica, nota in tutto il mondo, e anche neomelodica) ha organizzato quattro giorni, tra cui la serata del 31 dicembre dedicata al grande Pino Daniele.

Oltre a ciò, l’esperienza da cui dovremmo maggiormente imparare a sfruttare gli eventi musicali anche in ottica turistica, è la Rete dei Comuni per il Turismo Musicale. Proprio a Napoli, il 20 ottobre, è stato siglato l’accordo per la nascita della Rete, tra Bologna, Brescia, Catania, Cremona, Melpignano, Milano, Napoli, Pesaro, Torino e Verona. Cosa intelligente sarebbe che, all’unisono, tutti e sei i Comuni isolani, si iscrivessero alla Rete, rivendicando una tradizione musicale e una capacità organizzativa di eventi, meritevoli di affiancarsi alle altre città già raggruppate in Rete, con una maggiore forza contrattuale verso gli artisti da ingaggiare. In tal modo aumenteremmo esponenzialmente la nostra visibilità all’esterno. Mettiamo anche la musica a sistema e facciamo sì che possa allietare non solo gli isolani ma anche i turisti, attratti – oltre che dalle bellezze, dalle terme e dalla storia isolana – anche dalla musica di ogni genere: pop, jazz, rap, hip hop, electronic, funk, country e via dicendo. L’importante è che sia musica di qualità!





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