Crisi politica in Austria. Sarà Kickl il nuovo cancelliere?

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La crisi politica in Austria ha preso in questo weekend un’improvvisa accelerazione. Venerdì Neos (partito liberale di centro) ha abbandonato il tavolo delle trattative con Övp (Partito popolare) ed Spö (Partito socialdemocratico), con cui da tre mesi stava tentando di far nascere un nuovo governo. Una “conventio ad escludendum”, per lasciare fuori dalla porta l’Fpö (estrema destra sovranista), che pure aveva vinto le elezioni.
Ieri mattina Övp ed Spö hanno annunciato di voler proseguire da soli, anche senza Neos. Un’impresa disperata, perché un governo tra loro due avrebbe avuto un solo seggio di maggioranza e quindi sarebbe andato sotto in Parlamento alla minima turbolenza. Nel pomeriggio, infine, l’Övp ci ha ripensato. Anzi, ci ha ripensato il suo leader pro tempore Karl Nehammer, che in serata si è dimesso da candidato cancelliere e da segretario del partito.
“Mio padre – ha comunicato Nehammer attraverso i social – mi aveva detto: non considerarti troppo importante”. Da ciò la decisione di ammettere l’insuccesso e di farsi da parte, per assicurare “un’ordinata successione”. E ha concluso: “È stato un onore servire questo Paese”.
Da che cosa è dipesa la rottura? Sono possibili solo illazioni, ma è probabile che sia avvenuta su temi finanziari. L’Austria rischia una procedura d’infrazione da parte dell’Ue, per deficit di bilancio. Si è impegnata a risanare i conti in tempi lunghi, senza tuttavia stabilire in quale modo. Le soluzioni non sono molte: taglio delle spese o aumenti fiscali. L’Övp aveva promesso in campagna elettorale che non avrebbe aumentato le tasse. Per l’Spö, invece, è un chiodo fisso l’introduzione di un’imposta sui patrimoni e sulle successioni, inaccettabile per i popolari.
Di fronte allo stallo, ha preso fiato nell’Övp la corrente imprenditoriale, ostile alla linea socialdemocratica in campo economico. Da settimane ormai premeva sul cancelliere Nehammer per imporre le proprie posizioni. Stiamo parlando della componente dell’Övp che, a differenza del cancelliere, avrebbe visto di buon occhio una coalizione con l’Fpö.
Tra Övp ed Fpö le politiche economiche non si differenzierebbero molto. Anzi, si dice Kickl avesse inserito nel programma del suo partito il programma economico dell’Övp, quasi con il copia-incolla. Le conseguenze delle turbolenze interne all’Övp sono state la rottura con l’Spö, dopo che Neos si era ritirata già il giorno prima, e le dimissioni da cancelliere e da segretario politico di Nehammer.

Mentre accadeva tutto questo, Herbert Kickl era seduto sulla riva del proverbiale fiume, in attesa di veder passare i cadaveri dei propri avversari. Era stato zitto per tutto questo tempo. Soltanto ieri sera, alle 20.45, poco dopo l’annuncio di Nehammer, ha rilasciato sui social le seguenti dichiarazioni: “Anziché velocità nella formazione del governo ora abbiamo perduto tre mesi, anziché la stabilità abbiamo il caos. Con Nehammer hanno fallito anche Babler e Van der Bellen. Erano stati gli architetti della coalizione dei perdenti e ora si trovano davanti alle macerie della loro strategia per escludere Kickl. Van der Bellen ha una responsabilità determinante per il caos che ne è derivato e per il tempo perduto”.
La palla ora passa al presidente Alexander Van der Bellen, cui questa mattina Nehammer ha comunicato la rinuncia all’incarico di formare il governo. Il Capo dello Stato ne ha preso atto e subito dopo pranzo ha comunicato ufficialmente la decisione di convocare per domani mattina Herbert Kickl, segretario del partito più votato alla consultazione del 20 settembre. Quasi a volersi giustificare per non averlo fatto subito, seguendo la pressi sempre osservata dal 1945 a oggi, Van der Bellen ha sottolineato che “le posizioni all’interno dell’Övp, che finora avevano sempre escluso una collaborazione con l’Fpö a guida Kickl, si sono fatte più morbide”, per cui ora si è aperta una nuova via che “fino a prima non esisteva”.
Insomma, non si andrà almeno per ora a elezioni anticipate, ma si tenterà di costituire un governo a guida Fpö. Con chi? Si va per esclusione: solo nell’Övp, ora che Nehammer si è ritirato, vi sono componenti favorevoli a questa soluzione. Ma Van der Bellen ha voluto mettere i puntini sulle i. “In democrazia – ha dichiarato – si devono trovare soluzioni che richiedono compromessi”, ma non senza rispettare alcuni principi, che sono “lo Stato di diritto, la divisione dei poteri, i diritti dell’uomo e delle minoranze, la libertà della stampa e l’appartenenza all’Unione Europea”. E ha concluso assicurando che sarà attento che “questi principi fondamentali, siano rispettati”.

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NELLE FOTO, il cancelliere Karl Nehammer, ieri sera, quando ha comunicato via social la rinuncia all’incarico di formare il governo, e il leader dell’estrema destra Herbert Kickl, che vede avvicinarsi la nomina a cancelliere.

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