Apounasco in prima linea con Italia Olivicola: la formazione come strumento per il rilancio del settore olivicolo

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Apounasco, organizzazione di produttori calabrese che riunisce 2100 olivicoltori, è un punto di riferimento nel settore olivicolo regionale. Con oltre 7000 ettari di oliveti distribuiti nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, l’associazione rappresenta un’eccellenza nel panorama olivicolo italiano.
Da decenni, si impegna a migliorare la qualità della produzione di olive e di olio extravergine d’oliva, coniugando antiche tradizioni con le più moderne tecnologie e nel pieno rispetto dell’ambiente.
Nell’ambito del progetto formativo di Italia Olivicola, Apounasco ha organizzato un hub rurale – incontro in campo e dei corsi di formazione dedicati: alle nozioni tecniche ed amministrative per la produzione di olio biologico ed Igp Olio di Calabria (16 e 17 dicembre a Petilia Policastro KR); alle tecniche di bio controllo nella coltivazione dell’oliveto e alle regole per aderire alla certificazione Igp Olio di Calabria (19 dicembre a Tiriolo CZ); alle tecniche di potatura per l’olivicoltura biologica e sostenibile (20 dicembre, hub rurale a Simeri Crichi CZ).
Abbiamo intervistato Luigi Canino, presidente di Apounasco, per farci raccontare l’importanza di queste iniziative formative.

Luigi Canino

Presidente Canino, quali sono state le tematiche principali affrontate nei corsi di formazione organizzati da Apounasco a dicembre? Quali obiettivi specifici si sono prefissati per supportare i soci olivicoltori nella transizione verso pratiche più sostenibili e nella valorizzazione del prodotto Igp Olio di Calabria?
L’hub rurale ha posto una forte attenzione sulla potatura corretta e mirata dell’olivo, in particolare nell’ottica della produzione biologica e della certificazione Igp Olio di Calabria. Abbiamo voluto fornire ai nostri soci gli strumenti necessari per eseguire interventi di potatura selettiva e specializzata, in grado di migliorare la qualità e la quantità della produzione, nel pieno rispetto dell’ambiente e dei disciplinari di produzione.
Oltre alla potatura, nei corsi di formazione di dicembre abbiamo approfondito le tematiche legate alla certificazione biologica e Igp, fornendo ai partecipanti una panoramica completa sulle procedure, i requisiti e le opportunità offerte da queste certificazioni. Abbiamo inoltre trattato le tecniche di difesa biologica e di biocontrollo, fondamentali per garantire la salute delle piante e la qualità del prodotto finale.
In generale ci siamo avvalsi degli interventi di docenti ed esperti che hanno portato in aula le loro conoscenze scientifiche e sul campo le loro esperienze, fornendo ai partecipanti strumenti e strategie per affrontare le sfide sempre nuove che l’olivicoltura deve affrontare.

Si riscontrano difficoltà nel convincere i soci ad adottare nuove tecniche colturali? Come i corsi di formazione organizzati da Apounasco hanno influenzato il loro approccio, spingendoli verso pratiche più sostenibili e di qualità?
Sì, molti associati sono legati alle tradizioni e sono diffidenti verso le novità. Tuttavia, proprio grazie ai corsi di formazione, si assiste a un progressivo cambiamento di mentalità. Le spiegazioni dettagliate di agronomi ed esperti, unite alle dimostrazioni pratiche in campo, permettono ai nostri soci di comprendere i vantaggi concreti delle nuove tecniche colturali. Ad esempio, hanno modo di constatare come una potatura corretta possa migliorare la produttività, o come l’utilizzo di prodotti biologici possa ridurre l’impatto ambientale e valorizzare il prodotto finale. Inoltre, i corsi, come quelli svolti, favoriscono lo scambio di esperienze tra i soci, creando un clima di collaborazione e di confronto. Tutto ciò contribuisce a superare le diffidenze iniziali e a diffondere una cultura dell’innovazione. Come risultato stiamo notando un crescente interesse verso pratiche più sostenibili e di qualità. Sempre più soci guardano con interesse alle certificazioni bio o Igp Olio di Calabria, e questo si riflette positivamente sulla redditività ma anche sull’immagine del nostro olio extravergine di oliva a livello nazionale e internazionale.

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Per quanto riguarda la campagna olivicola, nonostante le difficoltà climatiche, quest’anno abbiamo assistito a una buona qualità dell’olio. A quali fattori attribuisce questo risultato?
È stata purtroppo un’annata di scarica, quindi con minore quantità di olive raccolte, però in compenso abbiamo avuto un’ottima qualità di prodotto; problemi per la siccità li abbiamo avuti limitatamente alle piante giovani perché quelle secolari, almeno qui dalle nostre parti, non hanno sofferto tantissimo. Poi vanno valutati tutti gli aspetti non solo quello della siccità; la varietà di olive più diffusa in loco è la carolea (una drupa a duplice attitudine sia per l’olio che da mensa) che è molto soggetta agli attacchi della mosca olearia. La mosca, quando la temperatura supera i 30 gradi difficilmente attacca; quindi il fatto che quest’estate abbiamo avuto temperature particolarmente alte quanto meno ha fatto sì che la mosca non andasse a incidere molto sulle rese. Abbiamo avuto un prodotto sano e perfetto per la qualità. Poi tra settembre ed ottobre qualche pioggerellina è arrivata, quindi ha salvaguardato la qualità conquistata.

In qualità di vicepresidente nazionale vicario di Italia Olivicola potrebbe illustrarci gli obiettivi prefissati con il progetto nazionale di formazione olivicola e in che misura si stanno raggiungendo?
Il progetto di formazione nazionale promosso da Italia Olivicola si pone l’obiettivo ambizioso di elevare il livello di conoscenze e competenze degli olivicoltori italiani, al fine di migliorare la qualità della produzione e la competitività del settore. Le numerose iniziative formative organizzate in tutta Italia dalle nostre organizzazioni di produttori stanno incontrando un’ampia partecipazione e un riscontro molto positivo da parte degli associati alle OP. Questo ci conferma che c’è un forte bisogno di aggiornamento e di approfondimento delle tematiche legate all’olivicoltura. Un altro aspetto importante è quello di coinvolgere qualificati esperti, in grado di fornire ai partecipanti conoscenze aggiornate e approfondite sulle tematiche più attuali. In conclusione, ritengo che il progetto di formazione nazionale rappresenti un importante passo avanti per la nostra organizzazione e per tutto il settore olivicolo. Siamo consapevoli che il percorso è ancora lungo, ma siamo determinati a proseguire in questa direzione, offrendo agli associati  gli strumenti necessari per affrontare le sfide del futuro.

 

 

 

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