Anno dell’Intelligenza Artificiale: troppa energia e molti rischi

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‘Bloomberg Intelligence’ ha svolto un’indagine sui principali fattori di crescita su cui punteranno i governi e le imprese di tutto il mondo nel 2025. Come previsto sarà l’Intelligenza Artificiale ad attrarre nuovi investimenti per aumento della produttività e creazione di prodotti e servizi. La ricerca però, oltre ai costi energetici esorbitanti, lancia un monito sul rischio che questa straordinaria innovazione tecnologica si confermi uno strumento di potere nelle mani delle oligarchie economiche.

Attenti a noi se l’intelligenza è troppo artificiale

Rischio di strapotere delle oligarchie economiche. Il perché lo spiega Alex Karp uno dei fondatori di Palantir, azienda tech della Silycon Valley: “La velocità con cui le aziende tecnologiche acquisiscono potere nella società supera la capacità di sviluppare forme di controllo politico che siano in grado di regolarne l’uso”.

Prima l’innovazione o il buon governo?

Gli economisti generalmente considerano l’innovazione come il principale contributo a lungo termine al tenore di vita, poiché le nuove idee rendono le persone più produttive e più ricche, liberando tempo per innovare di nuovo. Ma un secondo filone di pensiero sulla crescita economica sostiene che la capacità di governo delle istituzioni politiche conta più di tutto. Nell’anno appena trascorso lo hanno dimostrato gli studi dei vincitori del Nobel per l’economia  Daron Acemoglu, Simon Johnson e James Robinson. Gli stessi hanno avvertito che l’intelligenza artificiale potrebbe centralizzare il potere con conseguenze  rovinose per la redistribuzione del reddito e i servizi fondamentali alla popolazione, ovvero per la democrazia.

Settore energetico al centro delle politiche di crescita

È particolarmente importante comprendere l’impatto della ‘Artificial Intelligence’ sul sistema energetico perché è fonte di consumo e tecnologia per arrivare alla riduzione degli stessi. I dati vengono elaborati e conservati nei ‘data center’, spazi industriali di migliaia di metri quadri che fungono da deposito. Il consumo energetico di un data center è pari a quello di circa 10.000 case abitate, affermano gli esperti del North American Electric Reliability Corp. L’intelligenza artificiale è troppo ‘energivora’, e il boom dei data center legati all’AI mette a soqquadro le previsioni energetiche di interi Stati.

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Mega ‘Data Certer’ nel mondo

Gli Stati Uniti oggi sono il più grande operatore di ‘data center’ al mondo, con la Virginia settentrionale che vanta più del doppio della capacità operativa di Pechino, il suo secondo più grande rivale. Ma tanti altri paesi stanno correndo per costruire le proprie strutture (anche l’Italia) e tutte dovranno affrontare le pressioni sui sistemi energetici nazionali.

Regole, sistema di governo ed energia

Senza un sistema di governo, senza istituzioni per l’applicazione dell’IA potremmo dover non smettere di bruciare carbone perché la domanda di energia sta aumentando troppo velocemente e la geopolitica ci impedisce di adottare alternative più pulite. E a proposito di carbone, il rapporto annuale sui consumi dell’IEA (Agenzia internazionale per l’energia) dimostra che l’utilizzo globale di questo inqunante è in aumento e se ne prevede il picco di consumo per il 2027.

L’intelligenza artificiale già arruolata

A conferma del rischio di indebolimento della cosa pubblica nel governo delle applicazioni dell’intelligenza artificiale, dalla ricerca Bloomberg emerge che nel 2024 la concentrazione degli investimenti in IA sono andati al settore della difesa. Boom per i produttori di armi di tutto il mondo ma conseguente aumento dei ritardi sull’adeguamento del sistema globale di approvigionamento e risparmio energetico promesso e necessario.

Ancora ‘aver fiducia’?

L’innovazione che genera la crescita economica ha un disperato bisogno di essere accompagnata da un progresso sociale che aumenti la fiducia dei cittadini e offra un migliore processo decisionale, dagli enti locali ai consigli di amministrazione alle organizzazioni internazionali.

La ricerca di Bloomberg conclude affermando con disincanto che abbiamo la reale possibilità di avere un futuro di crescita in cui l’Intelligenza Artificiale ci renderà molto più prosperi, in cui miglioreranno i servizi per i cittadini e il cambiamento climatico sarà almeno mitigato e gestito. Ma, guardando indietro ai risultati del 2024, è chiaro che non è questa la strada che stiamo percorrendo.

 



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