Alessandra Todde: «Io tranquillissima, non sono decaduta. Attaccarmi alla poltrona? Se va male un lavoro ce l’ho»

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di
Monica Guerzoni

La presidente: il reato di falso sarebbe illogico, è tutto tracciato

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«Sono tranquillissima».

Tranquillissima, presidente Alessandra Todde? Per il Collegio di garanzia della Corte d’Appello di Cagliari lei è decaduta. Fine dei giochi?
«Non sono decaduta, sono nelle piene funzioni di presidente della Regione Sardegna. Conosco la mia situazione e mi attengo ai fatti. Quel che è arrivato dalla Corte è un atto amministrativo, non definitivo. La decadenza può essere determinata solo dal Consiglio regionale, che voterà dopo l’istruttoria della Giunta per le elezioni. Siamo stati eletti per lavorare e continueremo a farlo e intanto ci sarà un confronto nelle sedi opportune. Carta canta…».




















































In base alle carte, a sentire le opposizioni lei dovrà lasciare. Perché si mostra convinta di poter restare al suo posto?
«Perché sento che alla fine riuscirò a far valere le mie ragioni. Non sono un indovino, ma ho moltissima fiducia nei miei avvocati e nella magistratura. Ho fornito un memoriale alla Corte d’Appello e ora aspetto con serenità una decisione che sta all’indipendenza di chi è chiamato a valutare».

Se dovesse andare male per lei, potrebbe arroccarsi?
«Io sono una donna delle istituzioni e rispetterò qualunque decisione. Per me in questo momento l’importante è continuare a lavorare».

Nel merito, lei davvero non pensa di aver commesso errori nella rendicontazione?
«La decadenza è una decisione estrema che avviene solo per due fattispecie, che non si sia fatta la dichiarazione nei termini o che siano state sforate le spese e nessuna delle due fattispecie mi è stata contestata nell’atto reso pubblico. Altre contestazioni sono state fatte al comitato che mi ha rappresentato e sarà importante distinguere gli ambiti. Sono fiduciosa perché le cose sono lineari».

Lineare non aver nominato il mandatario obbligatorio, non aver aperto un conto corrente dedicato e che non risultino i soggetti che hanno erogato i finanziamenti?

«Riporto il parere di giuristi, non il mio. Mandatario e conto corrente sono obbligatori quando si ricevono contributi da terzi e si spende per la campagna personale. Io non avrei accettato contributi da terzi, li ha raccolti il comitato con nomi e cognomi e non ho sostenuto spese sopra soglia».

Si ipotizza il reato di falso.
«Non è nella logica delle cose. È tutto tracciato, tutto rendicontato sul sito del M5S, gli estratti conto, i movimenti bancari… Non sono una giurista, ma mi sento veramente tranquilla nel merito. Voglio chiarire che io sono legittimata ad andare avanti fino a quando ci sarà il provvedimento definitivo, se ci sarà».

Non teme il logoramento politico?
«Ho ricevuto attacchi scomposti da destra, ma chi è impegnato a lavorare si preoccupa poco del logoramento. Non mi faccio dare lezioni da chi in Parlamento difendeva la nipote di Mubarak. Loro si occupino del piccolo cabotaggio, che io mi concentro sui temi cogenti per i sardi».

Lei ha presentato ricorso. La preoccupa il rischio che i tempi possano allungarsi?
«Io non sono preoccupata, perché non essendo decaduta sono legittimata a lavorare. I cittadini invece sì, sono preoccupati. Stiamo impegnando soldi pubblici, dobbiamo chiudere la finanziaria e anche il tema sanitario è urgentissimo. Recentemente la Regione ha avuto la maglia nera per i Lea e i sardi si aspettano un cambiamento sostanziale. Ho illustrato la legge che porteremo in Consiglio e mi piacerebbe che venisse discussa al più presto».

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La fermo, presidente. É difficile credere che non abbia paura.
«Devo essere sincera fino in fondo? Mi creda, non ne ho. Intanto perché penso di avere ottime motivazioni per difendere la nostra posizione e poi perché interpreto il mio ruolo come di servizio. Nel momento in cui le mie funzioni venissero meno e non fossi più in grado di portare a termine le cose per cui sono stata eletta vedrei cosa fare. Vengo dal privato, non devo per forza restare in politica».

Vuol dire che non è attaccata alla poltrona?
«Proprio no, io un lavoro ce l’ho, sono una imprenditrice e a fare questo mestiere sto perdendo dei gran soldi. Il che mi mette in una posizione di forza. Certo, mi dispiacerebbe non riuscire a realizzare le aspettative dei miei concittadini, ho visto tante speranze e mi dispiacerebbe deluderle».

Sui suoi account social si legge che è «sotto attacco perché ha bloccato affari e mangiatoie». Lo pensa anche lei?
«Non sono complottista e non voglio pensare a dietrologie. Credo che bisogna rispondere con coraggio rispetto agli atti che si fanno ed essere responsabili delle proprie azioni, senza coperture di sorta. Non è mia abitudine nascondermi dietro complotti».

Spera di poterne uscire con una ammenda?
«Se la magistratura deciderà una multa la pagherò, posto che non ne vedo le ragioni».

Nel M5S ha avuto la solidarietà piena di tutti, o invidie e gelosie si sono fatte sentire?
«Ho parlato con Conte e ho ricevuto messaggi da tutti indistintamente, con nessuna possibilità di fraintendimenti. Ho parlato a lungo con Elly Schlein e sono orgogliosa e fiera della coesione fortissima della nostra maggioranza. Mi ha fatto grande piacere anche la vicinanza di tanti sindaci di centrodestra».


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