Muro del vecchio ospedale ritinteggiato, ma è polemica

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Giulio Della Rocca, patron di Tuscia in Fiore e del premio per la cultura recentemente assegnato al Comune di Viterbo, è artefice anche della parziale risistemazione di una parte dell’ex ospedale che porta dagli ascensori di collegamento da Valle Faul a piazza San Lorenzo. Un tratto del centro storico di Viterbo che dovrebbe essere bello ed accogliente per i turisti che arrivano in uno dei punti più conosciuti e storici di Viterbo. Invece no. Da decenni qui la situazione versa in condizioni di abbandono e Giulio Della Rocca, ha voluto estendere l’esperienza di Tuscia in Fiore anche a questa parte di Viterbo con immagini della Tuscia che coprono il degrado. Ha poi pubblicato su facebook il prima e il dopo del suo intervento.
Giulio, che può dire del muro ripulito fuori dell’ascensore di Porta Faul?
«È una ferita al mio ed al cuore di tutti i cittadini che non approvano il brutto. Sono anni che cerco di fare qualcosa».
Cosa significa che sono anni che cerca di fare qualcosa?
«Dal 2017 ho sofferto un lungo periodo di “spirto guerrier ch’entro mi rugge” che mi ha portato a fare alcuni passi».
Quali passi ha fatto in questi anni?
«Ogni due anni ho scritto alla Asl lamentando la triste presentazione della città ai turisti che, uscendo dall’ascensore di valle Faul, si trovavano finestre chiuse con i tufi, vetri rotti e pareti con grossi ammanchi di stucco. Mi offrivo di rendere almeno decente la parete a sinistra salendo. La prima risposta è stata, parafrasando, ‘hai ragione, ti facciamo sapere noi’. Ho ripetuto più volte».
Poi cos’è successo?
«Dopo 7 anni ho letto il non fare come silenzio-assenso ed ho pensato di fare cosa buona e giusta».
Cosa avete fatto di preciso?
«Abbiamo pitturato con il colore esistente la parete. Le orribili e pericolose finestre con pezzi di vetro e tufi in vista sono coperte da opere d’arte che rappresentano la Tuscia».
Com’è stato scelto il colore per la parete?
«Analisi con tintometro digitale su campione del colore esistente. Massima attenzione nella scelta della tinta perché è giusto rispettare l’esistente. Anzi esaltarlo. Le finestre non erano esaltatili».
È soddisfatto del risultato ottenuto?
«Non molto. La parete è appena accettabile, molte finestre restano chiuse da tufi, il cemento in terra è impresentabile. Vicino c’è il monumento orgoglio storico-culturale della città. Ogni persona in buona fede sa che adesso è meglio ma migliorabile».
Dal Comune tutto tace?
«Il mio intervento è solo migliorativo e rispettoso dell’esistente. Nulla di impattante. Non è perfetto ma non possiamo lasciare che la perfezione sia l’ostacolo per risolvere problemi facili».
Ha paura di ripercussioni legali o addirittura penali?

«E perché mai? Ho migliorato l’esistente nel rispetto di quanto ho trovato. Ho nascosto ai turisti un po’ di panni sporchi che dovevano essere lavati da noi. Non si poteva più aspettare».
Sui social alcuni commentatori non sono d’accordo…
«Ad ognuno il proprio parere. Il colore è lo stesso. Le opere sono rimovibili. Non vedo possibili contraccolpi. In molti mi hanno ringraziato. Ho visto turisti guardare i punti indicati. Per allungare la permanenza degli ospiti(proventi del turismo ) dobbiamo offrire la Tuscia come destinazione».
Certo. Però cosa risponde a chi non è d’accordo con l’intervento?
«Nulla».
Usa spesso la parola turisti, cosa centrano con pitturare una parete?
«Prima ancora della tre p, parcheggio, pipì e pappa, il turismo necessita di città pulita ed ordinata, accogliente e se possibile con tante vetrine accese ed aperte. Quello scempio era impresentabile. Mi sorprende che non fosse stato fatto prima. Credo che fare le cose facili sia un dovere morale».
Visto le reazioni contrastanti lo rifarebbe?
«Certo».
Oggi lei cosa chiederebbe alle amministrazioni?
«Che ci lasciassero fare di più. La parete è solo accettabile. Se qualcuno più ferrato di me ci indicasse il colore giusto in quel contesto, sono sicuro che troveremmo tutte le energie necessarie e molti artisti pronti a rappresentare il proprio paese su quadro a copertura delle altre finestre. Un amico, architetto e vecchio politico viterbese, mi ha proposto di “far diventare l’uscita dell’ascensore una galleria a cielo aperto”. Magari !!! Io non sono nessuno e questo intervento era da farsi ma dobbiamo imparare a fare di più e litigare di meno. Viterbo vuole essere capitale della Cultura europea, credo nel bello non nel brutto. Se qualcuno ci chiedesse potremmo fare molto di più».





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