La Gestione Informativa Digitale e il Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici: Innovazione e Sfide . | Articoli

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Premessa dell’Editore

L’evoluzione della digitalizzazione nel settore dei contratti pubblici rappresenta una sfida e al tempo stesso un’opportunità cruciale per il nostro Paese, in particolare alla luce delle più recenti modifiche normative introdotte dal Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici. In questo contesto, il professor Angelo Luigi Camillo Ciribini ci offre un’analisi approfondita e lungimirante che esplora non solo l’impatto delle nuove disposizioni legislative, ma anche il più ampio panorama di trasformazione che coinvolge la Gestione Informativa Digitale e l’intero ciclo di vita delle opere pubbliche e private.

L’articolo che segue rappresenta un contributo fondamentale per comprendere la portata dei cambiamenti in atto, tracciando un quadro che va oltre il semplice adeguamento normativo. Ciribini ci guida attraverso un percorso che affronta temi di grande rilevanza, quali la piattaformizzazione del settore, l’integrazione delle tecnologie digitali nei processi gestionali e contrattuali, e il ruolo crescente dell’Intelligenza Artificiale.

Questo contributo non è solo una riflessione teorica, ma un invito a prepararsi a una fase di trasformazione strutturale e culturale. La visione olistica dell’autore ci porta a considerare non solo gli strumenti e le tecnologie, ma anche le competenze, le responsabilità e le nuove sfide etiche che attendono i professionisti e le organizzazioni del settore.

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Siamo certi che questo approfondimento offrirà ai lettori spunti di riflessione preziosi per interpretare i cambiamenti in corso e per cogliere le opportunità di un futuro sempre più orientato alla digitalizzazione e alla sostenibilità.

Buona lettura.

Andrea Dari


Contesto storico e normativo

Il contesto storico in cui si colloca la stabilizzazione della legislazione intorno alla gestione del contratto pubblico appare particolarmente significativo, situandosi al crocevia tra una stagione specifica dell’attuale ciclo dell’ambiente costruito, con un mercato domestico che valeva, secondo il CRESME, 292 miliardi di euro al 2024, e la successiva fase, ancora incerta tra tendenze meno espansive e altre più recessive, dominata dalla prevalenza degli interventi sul costruito, di cui una parte non marginale riguarda la manutenzione ordinaria e caratterizzata dal ruolo dei lavori pubblici.

Alla luce di tale condizione, la revisione del D. Lgs. 36/2023 e s.m.i. si palesa come rilevante per traguardare orizzonti di medio e di lungo termine, collocati tipicamente al 2030 e al 2050.

   

La Gestione Informativa Digitale e il ruolo del Correttivo

Le modifiche e gli emendamenti apportati dal cosiddetto Correttivo (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 305 del 31 dicembre 2024 come Decreto Legislativo 31 dicembre 2024, n. 209 recante «Disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici») al Codice dei Contratti Pubblici (D. Lgs. 36/2023 e s.m.i.) nella materia della Gestione Informativa Digitale (impropriamente fatta coincidere con l’acronimo BIM), segnano sostanzialmente il consolidamento di un lungo processo avviato con il D.M. 506/2017.

Tra l’altro, le condizioni di esclusione dall’obbligo relativo sono significative, non solo per la soglia dei 2 milioni di euro di valore presunto (eccezion fatta per gli interventi sui beni culturali immobiliari), ma anche per i casi della manutenzione ordinaria e straordinaria, oggi largamente prevalente nel comparto.

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Al contempo, però, i vincoli legislativi investono primariamente le stazioni appaltanti in quanto organizzazioni, cosicché appare improbabile che se ne dia una applicazione differenziata oltre una certa misura entro la stessa organizzazione: il che fungerebbe da moltiplicatore dell’adozione, su base, a quel punto, volontaria, ma forzata.

   

L’evoluzione della digitalizzazione: tra convenzioni e innovazione

La locuzione Gestione Informativa Digitale è, in effetti, una espressione che cerca di includere le diverse sfumature della Gestione dell’Informazione.

Per quanto l’evoluzione legislativa sia dinamica (specie per certi contesti) e lo stesso decreto legislativo contempli la possibilità di racchiudere la tematica in un successivo decreto attuativo, il Correttivo potrebbe dare positivamente agli operatori pubblici e privati una sensazione di definitività relativamente a determinati passaggi, persuadendoli della unidirezionalità del percorso avviato.

È doveroso, comunque, ricordare come, a prescindere dalla natura dei soggetti che abbiano eterogeneamente supportato le organizzazioni, pubbliche e private, della domanda e dell’offerta (produttori e distributori di dispositivi, atenei di medie e di grandi dimensioni, società di consulenza di medie e di grandi dimensioni), l’approccio e l’interpretazione, più del cosiddetto BIM piuttosto che non della Gestione Informativa Digitale, siano stati improntati a una accezione convenzionale, per così dire analogica, laddove la visualizzazione nell’accezione geometrico dimensionale (tramite i modelli grafici) abbia largamente prevalso sulla integrazione della stessa con la configurazione dei dati in senso alfa numerico (relegata in schede informative).

In altre parole, la digitalizzazione, così come effettivamente applicata, a dispetto dei contenuti del D.M. 560/2017 e del D.M. 312/2021, non è, nella maggior parte dei casi, andata molto oltre una informatizzazione avanzata, specialmente sotto certe direttrici.

  

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Prospettive di digitalizzazione nel settore dell’ambiente costruito

Da questo punto di vista, si può affermare che la pubblicazione delle disposizioni integrative e correttive determini la conclusione di un primo ciclo trasformativo sorto, appunto, col cosiddetto «Decreto Baratono»: per questa ragione, il Correttivo sancisce, differenziandolo di un anno rispetto all’avvento dell’e-Procurement, probabilmente la conclusione della fase, decennale, per così dire, proto-modernizzatrice, per inaugurare, in apparenza, una fase sostanzialmente transitoria, di assimilazione incrementale e di sperimentazione diffusa, da «osservare» con attenzione.

Tale fase è destinata a rivelarsi come determinante, per quanto nella sua storicizzazione non sarà difficile cogliere molteplici aspetti che, in qualche modo, potrebbero apparire ingenui, o almeno colmi di aspettative eccessive. Il suo compimento ha richiesto, peraltro, grandi sforzi.

Ciò che conta maggiormente è, però, indagare il lasso temporale ulteriore, di effettiva digitalizzazione del settore dell’ambiente costruito, imperniato fondamentalmente su alcuni pilastri fondativi: la piattaformizzazione del settore tramite ecosistemi digitali integrati, ma decentralizzati; l’automazione dei processi amministrativi-gestionali; e la revisione del quadro giuridico-contrattuale nell’ottica digitale, specie riguardo all’allocazione delle responsabilità.

   

Digital Twinning e la nuova normativa internazionale

Lo stesso Correttivo intende, del resto, significare la dilatazione del fenomeno della digitalizzazione che superi la Modellazione Informativa, in coerenza con il nuovo approccio unitario al ciclo di vita dei beni immobiliari e infrastrutturali che l’ISO e il CEN stanno conferendo colla revisione in corso della normativa internazionale della serie UNI EN ISO 19650, la cui pubblicazione è prevista per il 2026.

L’impronta olistica attribuita al ciclo di vita utile di servizio dei cespiti comporta, peraltro, il fatto che, in definitiva, la nuova edizione della serie normativa riguardi, in prima analisi, la gestione contemporanea di una molteplicità di investimenti da parte di una organizzazione e, in ultima istanza, il funzionamento integrale di quest’ultima sotto il profilo del Programme & Portfolio Management, dell’Information Management e del Risk Management.

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Intelligenza artificiale: un acceleratore di cambiamenti

Giova constatare, peraltro, che lo stesso Codice dei Contratti Pubblici estenda significativamente la Gestione Informativa Digitale quantomeno alla fase di realizzazione dei lavori (e all’esecuzione dei relativi contratti pubblici), ingenerando in prospettiva una esperienza degli operatori in tale direzione sin qui pressoché assente.

Lo stesso varrebbe per la gestione patrimoniale degli edifici e delle infrastrutture, anche alla luce del Digital Twinning.

A questo proposito, anche l’evoluzione della normativa volontaria nazionale, un tempo già precoce rispetto al fenomeno, per quanto aggiornata con frequenza, non può che risentire del carattere di transitorietà della contingenza presente.

La tesi di questo contributo è, tuttavia, che proprio la comprensione tendenzialmente analogica del fenomeno della digitalizzazione, pur scontando alcune semplificazioni o riduzioni, innestandosi su un tessuto operativo e su un apparato mentale affatto estranei a esso, pare destinata a una improvvisa accelerazione rispetto al periodo interlocutorio accennato, in virtù, in particolare, delle funzioni esercitabili dai modelli linguistici (conversazionali, fondazionali o generativi) e dai data set correlati.

   

L’impatto demografico e il fabbisogno di risorse umane

Le strategie digitali dei Paesi più evoluti tengono in considerazione gli effetti che l’inverno demografico potrà avere sugli organici a disposizione, anzitutto, dell’amministrazione pubblica, stimolando lo sviluppo della semi-automazione dei processi gestionali e operativi per supplire alla assenza di risorse umane adeguatamente preparate, nonostante gli intenti che riguardano le politiche di upskilling e reskilling, da realizzare a partire dalle amministrazioni pubbliche.

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In altre parole, più che desiderare la sostituzione degli esseri umani con le macchine, si ritiene che i secondi siano sempre meno a disposizione nel futuro, sia per motivi oggettivi sia per la scarsa attrattività del settore in confronto ad altri.

Attualmente, il fabbisogno di risorse umane qualificate che il Codice introduce sarà affrontato anche per mezzo dell’outsourcing, con le criticità del caso, ammesso che quantitativamente ciò possa essere sufficiente, oltre che con una qualificazione accelerata, eufemisticamente, di altro personale, ma chiaramente agenti di altra natura potrebbero rivelarsi in grado di esercitare una forte supplenza in tempi ridotti.

   

Ecosistemi digitali e interoperabilità

Tra l’altro, il sopraddetto decreto ministeriale del 2017, previsto dal previgente Codice dei Contratti Pubblici, D. Lgs. 50/2016 e s.m.i., giungeva al seguito della Direttiva Comunitaria sul Public Procurement del 2014, che a breve sarà pure novellata e nella quale presumibilmente la materia sarà trattata con maggiore estensione.

Si ricordi, inoltre, che la recente Construction Products Regulation innesca l’esigenza di dare vita a un sistema di normalizzazione dei dati strutturati inerenti ai prodotti per il tramite del Digital Product Passport.

Questa necessità rappresenta iconicamente come vi siano ormai, nelle strategie comunitarie legate ai percorsi di transizione, molti tasselli che possano andare a comporre il mosaico.

Nel momento nel quale la piattaforma di approvvigionamento digitale e l’ambiente di condivisione dei dati fossero pienamente integrati, per completare la gestione digitale del ciclo di vita del contratto pubblico, inevitabilmente si farebbe concreto l’auspicio di connettere i sistemi informativi situati a monte e a valle.

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In questa veste, la piattaforma di approvvigionamento digitale e l’ambiente di condivisione dei dati rientrerebbero a pieno titolo entrambi nell’ecosistema concernente la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, l’Archivio Informativo delle Opere Pubbliche, i Sistemi di Rendicontazione degli Investimenti Pubblici e altri Sistemi Informativi appartenenti al contesto nazionale ed europeo degli Spazi dei Dati.

   

Computational Law e Digital Compliance

La questione del Computational Law si pone già oggi con la trascrizione dell’ordinamento giuridico vigente, almeno settoriale, in linguaggio naturale anche dalla macchina, così da permettere ai dispositivi più avanzati di digitalizzazione di gestire semi autonomamente gli accertamenti inerenti alla conformità (i cosiddetti controlli automatici) per la Digital Compliance.

Questo passaggio implica molto di più di una semplice traduzione normativa: si tratta di un cambiamento strutturale che incide sulle modalità con cui la legge viene applicata e interpretata.

L’introduzione di questi strumenti potrebbe generare una nuova giurisprudenza, alimentata da contenziosi digitali e decisioni algoritmiche, con una crescente ibridazione tra scienza giuridica e informatica.

   

Prospettive future e scenari al 2030

Se, pertanto, ci si discosta un attimo dal breve termine e dalle problematiche legate all’adozione operativa dei vincoli di legge, è possibile cominciare a interrogarsi sugli sviluppi futuri della trasformazione digitale (e sostenibile) dell’ambiente costruito.

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Nel medio e lungo periodo si delineano tre assi portanti:

1. La costituzione di un ecosistema digitale complessivo e decentralizzato.

2. L’implementazione di modelli linguistici multimodali di grandi dimensioni e altre soluzioni legate all’Intelligenza Artificiale, per la gestione dei contratti pubblici.

3. La costruzione del contratto digitalmente abilitato e la gestione dei potenziali conflitti tra le parti.

Questi obiettivi, benché ambiziosi, sono subordinati alla creazione di un quadro giuridico-contrattuale adeguato e alla formazione di operatori capaci di comprendere le potenzialità e le minacce del nuovo paradigma digitale.


L’articolo di Ciribini in 100 parole

L’articolo esamina l’evoluzione della Gestione Informativa Digitale nel settore dei contratti pubblici, evidenziando l’impatto delle recenti modifiche normative introdotte dal Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici. Si analizzano la transizione dalla semplice informatizzazione a ecosistemi digitali integrati, il ruolo del BIM e l’adozione del Digital Twinning. Viene esplorato il potenziale dell’Intelligenza Artificiale per automatizzare processi decisionali, affrontando sfide come la carenza di risorse umane e la necessità di nuove competenze. Il testo delinea una visione strategica per la digitalizzazione del settore, ponendo l’accento sull’interoperabilità, la sostenibilità e la trasformazione culturale richiesta dal nuovo contesto tecnologico.


Le 5 domande fondamentali affrontate dall’articolo

1. Quali sono le principali innovazioni introdotte dal Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici nella Gestione Informativa Digitale?

2. In che modo la digitalizzazione del settore pubblico e privato supera il tradizionale approccio al BIM?

3. Quali sono le implicazioni dell’Intelligenza Artificiale nei processi decisionali e gestionali del ciclo di vita dei contratti pubblici?

4. Come affrontare la carenza di competenze digitali nel settore, considerando le sfide dell’inverno demografico?

5. Quali sono le prospettive per la creazione di un ecosistema digitale interoperabile nel contesto del ciclo di vita delle opere pubbliche?

Sintesi e domande elaborate dalla redazione con l’ausilio di ChatGPT.



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