Calabria, giovane operaio morto sul lavoro: pioggia di cordoglio

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“A parte leggere le dichiarazioni di circostanza di chi si dovrebbe occupare di prevenzione e sicurezza sul lavoro solo a parole, il dato tragico è che anche oggi un altro lavoratore non torna a casa. Comincia cosi la lunga sequenza di morti sul lavoro nel paese, un paese delle magniloquenze ad ogni tragedia, terminata l’attenzione di un giorno sugli organi di informazione, tutto sparisce dalla discussione nelle sedi deputate”. E’ quanto afferma in una nota USB Catanzaro.

“Nel caso specifico del lavoratore di Lamezia Terme Francesco STELLA, a primo impatto come USB ci siamo chiesti; vista la dinamica dell’incidente perché il dipendente lavorando in altezza non era assicurato con almeno un cordino anti-caduta abbastanza ancorato e corto da trattenerlo entro la piattaforma?? Un cordino o imbracatura sappiamo benissimo, occupandoci giornalmente di sicurezza che avrebbe assorbito da spinta di caduta, malgrado ciò nulla di tutto ciò”.

“Le imbracature sono obbligatorie come DPI da utilizzare in quota oltre i due metri, sono fondamentali per sostenere l’operatore in caso di sbilanciamento, nulla di tutto ciò si rileva dalle notizie acquisite, eppure tutti nei cantieri nelle attività lavorative sanno che questi DPI sono il massimo livello di tutela contro potenziali rischi di caduta. Qua oramai come dicevamo, si parla di retorica solo a ridosso dell’incidente dopodiché le normative di riferimento obbligatorie diventano chimere”.

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“Ricordiamo a noi stessi che solo attraverso la prevenzione e l’applicazione obbligatoria degli strumenti di protezione collettiva e individuale, come riportato dal Testo sulla Sicurezza sul Lavoro, si può cominciare ad evitare qualche tragedia, e soprattutto dotando i cantieri, i posti di lavoro, di Rappresentati dei Lavoratori per la Sicurezza, che possano operare ogni giorno in piena autonomia, così che si potranno evitare incidenti mortali”.

“Oggi purtroppo nella maggior parte dei casi i rappresentati dei lavoratori per la sicurezza sono visti come un” fastidio” per i datori di lavoro. Aggiungiamo che la USB in merito a questa tragedia tutta italiana, ha presentato la proposta di legge per “l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime” ed il rafforzamento del ruolo e delle tutele degli RLS”.

Morte sul lavoro nel Lametino, il cordoglio di Unindustria Calabria

Nell’esprimere pubblicamente il più sentito cordoglio per la tragica scomparsa di Francesco Stella in seguito a un incidente sul lavoro in un’azienda a San Pietro Lametino, il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, commenta: “Il drammatico incidente di ieri ha riacceso, ancora una volta, i riflettori su un tema che è fonte di forte apprensione. Sotto questo aspetto Unindustria Calabria ormai da tempo è fortemente impegnata nell’alimentare e promuovere azioni di diffusione e sensibilizzazione della cultura della sicurezza sul lavoro, soprattutto in una logica di prevenzione, sia tra le imprese che tra i lavoratori, anche attraverso progetti e collaborazioni con Inail. Salute e sicurezza sul luogo di lavoro non sono solo obblighi normativi che devono essere puntualmente rispettati, ma devono tradursi in un impegno costante per affermare ambienti di lavoro che permettano ai lavoratori di operare in serenità e al massimo delle loro capacità. Questa attività così votata alla costruzione di un sistema produttivo moderno ed evoluto potrà dirsi compiuta solo quando il trend degli infortuni e delle morti sarà stabilmente invertito: per questo motivo, Unindustria Calabria rinnova la propria disponibilità alla collaborazione con Enti, Istituzioni e organizzazioni sindacali così che la sensibilizzazione sul tema della sicurezza sul lavoro trovi spazio tra tutti i suoi associati“.

Morti sul lavoro: Scalese (Cgil) sostiene il Patto di Comunità per la sicurezza lanciato dal prefetto di Catanzaro De Rosa

Il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, esprime “il più sentito cordoglio e la nostra profonda solidarietà alla famiglia di Francesco Stella, l’operaio tragicamente deceduto nel Lametino a causa di una caduta da un’impalcatura nella zona industriale di San Pietro Lametino”.

“La sua morte, la prima di questo nuovo anno, ci addolora profondamente e ci riporta con forza alla realtà di una piaga che continua a mietere vittime in tutta Italia: le morti sul lavoro”, afferma Scalese, sottolineando il drammatico impatto che questo ennesimo incidente ha su tutta la comunità e sulla coscienza collettiva.

“Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo messaggio di fine anno, sono estremamente chiare e condivisibili. Le morti sul lavoro non possono più essere considerate una normale fatalità, ma devono essere combattute con determinazione. Il nostro Paese – prosegue Scalese nella sua nota – non può più permettersi di assistere a queste tragedie. La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto fondamentale di ogni lavoratore. La vita umana non ha prezzo, e non possiamo più ignorare la necessità di un cambiamento radicale nelle politiche di prevenzione e controllo, che devono essere al centro dell’agenda politica e sociale”.

“Condividiamo pienamente la posizione del Prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa. È fondamentale che tutto il territorio, nelle sue diverse articolazioni, faccia squadra per un ‘Patto di Comunità’ che metta al centro la formazione e i controlli congiunti e coordinati, coinvolgendo tutte le istituzioni e le forze sociali. La lotta per la sicurezza sul lavoro deve essere collettiva, e solo con un impegno sinergico e costante potremo garantire condizioni di lavoro sicure e fermare questo drammatico fenomeno che non può più essere definito una fatalità. È tempo di una presa di coscienza coraggiosa e concreta: la sicurezza sul luogo di lavoro è un diritto inviolabile”, conclude Enzo Scalese.



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