“Dormo per terra in cella e mi hanno tolto anche gli occhiali”. E’ il racconto di Cecilia Sala restituito oggi dal Corsera.
Alla nostra connazionale è stato concesso di chiamare madre, padre e compagno, ma a differenza di quanto si pensava, ella non ha ancora ricevuto “gli aiuti” di cui si era inizialmente parlato. Le autorità iraniane avevano promesso la consegna di un pacco da parte dell’ambasciatrice italiana a Teheran Paola Amadei il 30 dicembre: dentro vestiti, libri, un panettone, e la mascherina per proteggersi dalla luce al neon sempre accesa. Ma quel pacco non è mai arrivato.
Cecilia non ha un materasso e dorme per terra, sotto una coperta e sopra un’altra per proteggersi dal freddo. Nella cella d’isolamento nel carcere di Evin dove è confinata, non vede nessuno da due settimane, dal 27 dicembre, dal giorno in cui ha incontrato l’ambasciatrice, unico volto amico. Secondo quanto raccontato le sono stati confiscati anche gli occhiali da vista. Tutto fa pensare alla cosìdetta “tortura bianca”: nessuna tortura fisica solo quella psicologica. Una pratica nota nella prigione più buia dell’Iran a quelli che ci sono stati prima di lei, come la Nobel per la pace Narges Mohammadi.
Le accuse di Teheran alla giornalista italiana restano importanti e vaghe al tempo stesso: “Ha violato le leggi islamiche”. Tuttavia difficile per la diplomazia e l’intelligence dei paesi coinvolti, Usa in testa, non pensare ai precedenti storici e diplomatici con la Repubblica islamica degli ultimi 60 anni: Cecilia Sala può essere stata arrestata nell’ambito della cosìdetta strategia degli ostaggi tanto cara a Teheran.
Arriva infatti oggi il “parere negativo” della procura di Milano sui domiciliari per Mohammed Adebini Najafabadi l’ingegnere dei droni., di nazionalità svizzera-iraniana, arrestato su richiesta Usa, lo scorso 16 dicembre a Malpensa, tre giorni prima dell’arresto di Sala avvenuto a Teheran e “accostato” a doppio filo a quello dell’iraniano.
Il procuratore generale di Milano ha trasmesso la nota alla Corte d’Appello sulla richiesta della difesa. “Si ritiene che le circostanze rappresentate nella richiesta, in particolare la messa a disposizione di un appartamento e il sostegno economico da parte del Consolato dell’Iran unitamente a eventuali divieto di espatrio e obbligo di firma non costituiscano una idonea garanzia per contrastare il pericolo di fuga del cittadino iraniano di cui gli Usa hanno chiesto l’estradizione”, si legge nella nota della Procura generale.
In merito alle accuse mosse dagli Stati Uniti, i giudici di Milano, si riservano “una approfondita e completa valutazione degli atti che verranno trasmessi alle autorità” statunitensi.
Antonio Tajani con l’ambasciatore dell’Iran Mohammad Reza Sabouri, Roma, 16 aprile 2024 (ansa)
Tehran: “Sala trattata bene, su Abedini accuse false, liberatelo”
Cecilia Sala è trattata bene.
E’ quanto emerge in un messaggio diffuso dall’ambasciata della Repubblica islamica in Italia dopo la convocazione di oggi in Farnesina per la vicenda della giornalista Cecilia Sala. Nel testo, diffuso sulla rete sociale X, si dà conto del colloquio tra l’ambasciatore Mohammad Reza Sabouri e il segretario generale del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Riccardo Guariglia.
“L’ambasciatore del nostro Paese ha annunciato in questo incontro che sin dai primi momenti dell’arresto della signora Sala, secondo l’approccio islamico e sulla base di considerazioni umanitarie, tenendo conto del ricorrente anniversario della nascita di Cristo e dell’approssimarsi del nuovo anno cristiano, si è garantito l’accesso consolare all’ambasciata italiana a Teheran, sono state inoltre fornite alla signora Sala tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari Nel testo si sottolinea che “ci si aspetta” dal governo italiano che “acceleri la liberazione del cittadino iraniano detenuto” e gli fornisca le “necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno”.
Secondo la nota Mohammad Abedini, è detenuto con “false accuse” ed è necessario liberarlo. “In questo amichevole colloquio si è discusso e scambiato opinioni sul cittadino iraniano Mohammad Abedini, detenuto nel carcere di Milano con false accuse e della signora Cecilia Sala, cittadina italiana, detenuta in Iran per violazione delle leggi della Repubblica islamica dell’Iran” si legge nel messaggio.
Cecilia Sala e Mohammad Abedini (Rainews/Ansa)
Il vertice a Palazzo Chigi con Meloni
Il caso della giornalista preoccupa il governo e le opposizioni. Oggi un vertice a palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli esteri, Antonio Tajani, il ministro della giustizia, Carlo Nordio, il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano. Arrivati tutti intorno alle 16, tra loro anche i vertici dell’intelligence italiana. L’ipotesi di un coinvolgimento anche delle opposizioni.
Stamane il ministro degli esteri Antonio Tajani aveva dato mandato al segretario generale Riccardo Guariglia di convocare subito l’ambasciatore iraniano a Roma. “Il Governo lavora incessantemente per riportarla a casa e pretendiamo che vengano rispettati tutti i suoi diritti. Fino alla sua liberazione, Cecilia e i suoi genitori non saranno mai lasciati soli”, ha scritto su X il vicepremier.
“E’ stata innanzitutto chiesta la liberazione immediata della connazionale, giunta in Iran con regolare visto giornalistico. Ribadita la richiesta di assicurare condizioni di detenzione dignitose, nel rispetto dei diritti umani, di garantire piena assistenza consolare alla connazionale, permettendo all’ambasciata d’ Italia a Teheran di visitarla e di fornirle i generi di conforto che finora le sono stati negati” si legge nella nota dopo l’incontro delle 12.
“Fate presto”, disse la giornalista nella prima chiamata dopo l’arresto. Lo ha ripetuto anche ieri: “Fate presto”. Sala è accusata di aver violato “le leggi della Repubblica islamica dell’Iran “. Entrata in Iran con visto giornalistico il 13 dicembre, la giornalista si trova in isolamento nel carcere di Evin da oltre 10 giorni. Dopo il pensiero rivolto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo discorso di fine anno, ieri le richieste dell’Italia all’Iran: ”liberazione immediata” e “garanzie totali sulle sue condizioni di detenzione”.
La nota della Farnesina
Ieri l’Italia ha chiesto formalmente a Teheran “garanzie totali sulle condizioni di detenzione di Cecila Sala” e la “liberazione immediata” della giornalista italiana.
La nota della Farnesina, arrivata tramite l’ambasciatrice a Teheran, Paola Amadei, è stata consegnata al governo iraniano nell’ambito del lavoro che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sta portando avanti con la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, per arrivare ad una rapida e positiva soluzione della vicenda.
Il ministro Tajani aveva anticipato anche la richiesta di un nuovo colloquio diretto dell’ambasciatrice Amadei con la giornalista italiana. La nota verbale consegnata oggi a Teheran contiene anche una richiesta ferma e ripetuta di chiarezza sulle condizioni di detenzione, sulla possibilità di fornire generi di conforto e sulla garanzia che questi vengano consegnati effettivamente alla cittadina italiana.
“I tempi e le modalità di detenzione della cittadina italiana Cecilia Sala saranno una indicazione univoca delle reali intenzioni e dell’atteggiamento del sistema iraniano nei confronti della Repubblica italiana”, fanno notare fonti della Farnesina.
Il PD e Renzi: “Meloni convochi ora opposizioni e maggioranza”
“Cecilia Sala va liberata e riportata a casa. Ci siamo attenuti alla massima discrezione richiesta, ma il trattamento inumano che sta subendo è inaccettabile. Nella piena collaborazione fin qui assicurata, chiediamo al Governo, nelle forme che la delicatezza della vicenda prevede, la condivisione con tutte le forze politiche delle iniziative intraprese per la sua liberazione. Al tempo stesso, con voce univoca ci si adoperi affinché sia garantito il rispetto dei suoi diritti fondamentali. Calpestare la dignità di Sala significa calpestare la dignità dell’Italia”, affermano in una nota congiunta la segretaria del Pd Elly Schlein e il responsabile Esteri del Partito Democratico Peppe Provenzano.
“Le ultime notizie sulla detenzione di Cecilia Sala sono molto gravi e preoccupanti. In casi come questo è giusto che la Premier riunisca subito i leader di tutti i partiti o i capigruppo, anche quelli dell’opposizione, non c’è un minuto da perdere””, scrive su X il leader di IV Matteo Renzi.
L’alta rappresentante Ue Kaja Kallas: “L’Iran liberi subito Sala, il giornalismo non è un reato”
“Chiedo l’immediata liberazione della reporter italiana Cecilia Sala, arrestata in Iran. Nessuno dovrebbe essere trattenuto per aver fatto il proprio lavoro, il giornalismo non è un reato”, ha dichiarato la titolare della diplomazia per l’Unione Europea Kaja Kallas.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link