Quando il 9 settembre 2024 Luigi Marattin annuncia l’addio a Italia Viva per via dell’adesione del partito di Matteo Renzi al Campo largo, nel suo discorso alla Camera, in relazione alla conferenza stampa di divulgazione del rapporto Draghi sulla competitività e il futuro dell’Unione Europea, il deputato aggiunge: “Il punto politico vero è che nel panorama italiano non c’è un partito che abbia quell’agenda lì”. Nel constatare ciò, Marattin crea i presupposti per la realizzazione del suo nuovo progetto “Orizzonti liberali”, associazione nata con l’obiettivo di gettare le basi per un nuovo partito liberal-democratico. Affiancato da “Nos” di Alessandro Tommasi e “Liberali Democratici Europei” di Andrea Marcucci, l’ex renziano di lunga data lavora da subito per creare una solida rete di contatti e rappresentanti in tutte le regioni. Il 20 novembre Marattin annuncia i 15 coordinatori regionali di “Orizzonti liberali” eletti a seguito delle rispettive assemblee. Questa nuova ondata liberale ha investito anche la nostra Isola, dove a farsi portavoce di essa è il giovane Domenico Nicolai, nominato appunto coordinatore per la Sardegna.
Venticinquenne di Palau, farmacista di professione, Nicolai ha scelto di sposare il progetto “marattiniano” accogliendone con favore le numerose sfide prospettate. Proprio con l’esponente di Orizzonti liberali e, insieme a lui, il coordinatore regionale dei Libdem, Massimiliano Zonza, abbiamo parlato degli obiettivi che le loro associazioni (che presto diventeranno partito unico) si sono prefissate per il prossimo trimestre, fino a quando nel 2027 non verrà rinnovato l’appuntamento alle urne. “Parte tutto da Milano, da un’iniziativa comune – racconta Domenico Nicolai –, dove, il 22 e 23 novembre, è stato dato il via a una costituente per la formazione di un partito liberal-democratico. Così sui territori abbiamo iniziato a fare i primi congressi e, in qualità di coordinatore di Orizzonti liberali, ho iniziato un percorso comune con Massimiliano (Zonza ndr.) nell’ottica di far conoscere i nostri obiettivi. Vogliamo dare agli italiani una terza strada da poter percorrere, fuori dai percorsi tracciati da destra e sinistra, e per far ciò abbiamo fissato verosimilmente a giugno 2025 il limite per il tesseramento del nuovo partito”.
Ma come inquadrare il nuovo progetto dopo la tramontata parentesi renziana? In continuità con essa oppure in un’ottica di rottura? “Chiaramente il progetto parte da un’impostazione liberal democratica, quindi come tale c’è sicuramente una parte del progetto di Italia Viva, la parte rappresentata da Marattin – specifica Massimiliano Zonza –. La nostra idea di stare insieme scaturisce dalla volontà di dare identità e presenza politica alla cultura liberal democratica in Italia. E’ un’opzione che in questo momento manca sul territorio nazionale. Per noi è fondamentale porre un’opzione che non rappresenti una posizione schierata né a destra né a sinistra, ma bensì che si distingua con i temi e con le ragioni”.
Orizzonti Liberali, Libdem e Nos, dunque, al centro del programma, “ma – sottolinea Nicolai – nel caso in cui qualcun altro volesse mettersi in gioco nell’ottica della costruzione di un partito che parta dal basso, e che dal basso elegga il proprio leader, noi siamo aperti a tutti. Lo sa bene Carlo Calenda, che da questo punto di vista non è mai stato totalmente chiaro, e cha anzi ha fatto intendere che il partito liberal democratico esista già e sia Azione. Ma lo sa bene anche Giulia Pastorella, candidata alla segreteria del partito (in lizza con Calenda ndr.), che partecipando al nostro evento milanese ha fatto intendere che, se diventasse leader di Azione, sarebbe disposta a convergere nell’ambito di un più ampio progetto”.
“Riteniamo che questo bipolarismo creatosi in Italia non abbia fatto bene al Paese. Per noi – precisa Zonza – è importante schierarsi dalla parte delle idee liberali. La nostra legge elettorale per le politiche è una legge principalmente proporzionale, non maggioritaria: noi crediamo che la nostra visione si possa concretizzare e che la prospettiva del partito liberal democratico sia qualcosa di cui la politica ha bisogno, una politica di proposta e dibattito”. Gli fa eco il collega di Orizzonti liberali: “Sono convinto che la strada intrapresa sia quella giusta: non è vero che una terza opzione sia destinata a fallire. Vogliamo partire dalle persone e dai congressi, poi creare una leadership, che è fondamentale. Il 50% della popolazione non va a votare perché si è stufata di politici che la mattina si svegliano con un’idea e la sera in Parlamento fanno il contrario”.
“Una missione possibile”, l’ha definita così Marattin: cosa serve per renderla tale? “Dobbiamo costruire le nostre strutture e far confluire le tre associazioni in un unico soggetto: questa è la prima fase, che ci terrà occupati nei prossimi mesi – spiega ancora Zonza – . Il nostro è un obiettivo di medio termine: presentarsi con un partito liberal democratico unitario strutturato per le prossime politiche. Nel frattempo, per noi è fondamentale il lavoro dal basso, incontrare le persone e dialogare con loro. Abbiamo un anno e mezzo per percorrere questa strada, il tempo non è moltissimo ma ce la faremo”. “Coinvolgimento, dialogo e democrazia interna: sono gli ingredienti per far sì che il nostro sia un progetto vincente. Vogliamo incidere sui temi più importanti, lontani delle visioni estremizzate di un polo piuttosto che dell’altro”, aggiunge Nicolai.
Questo sentimento di rinnovamento trova dunque rappresentanza anche in Sardegna: “Le sensazioni sono assolutamente positive – afferma il neoeletto coordinatore –, anche perché essendo un percorso appena intrapreso, in questo senso saranno fondamentali i prossimi mesi, quando lavoreremo approfonditamente per far conoscere la nostra visione politica. All’evento di Milano, in rappresentanza della Sardegna, erano presenti 7 persone fra Libdem e Orizzonti liberali, un segnale di chiara volontà da parte nostra di rendere l’Isola partecipe”. Conclude Zonza: “C’è molta attesa da parte di tutta quella fetta di popolo che tanti anni fa veniva definito ‘laico’, che si riconosceva nelle appartenenze liberal democratiche e repubblicane, che in questo momento è senza casa. C’è tanta gente che aspetta di ritrovare un luogo politico che la possa accogliere, anche in Sardegna”.
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