La Pompia: l’antico agrume della Sardegna tra tradizione e innovazione – Storia, usi e proprietà

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Nel cuore della Baronia, lungo le coste della Sardegna centro-orientale, si nasconde un tesoro botanico che sta conquistando l’attenzione di scienziati e appassionati di tutto il mondo: la pompia. Questo agrume particolare, che custodisce in sé le caratteristiche del limone e del cedro, non è solo un frutto raro, ma rappresenta un patrimonio culturale e scientifico di inestimabile valore.

La presenza degli agrumi in Sardegna ha radici antichissime. La prima testimonianza risale al V secolo d.C., quando Palladio, nel suo “De Agricultura“, descrive gli agrumi che crescevano nelle sue proprietà nel territorio Neapolitano del Sinis, dove oggi sorge la chiesa paleocristiana di Santa Maria detta di Neapolis.

È nel Medioevo che incontriamo per la prima volta la pompia: il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, un documento del XII secolo, ne attesta la presenza, segnando l’inizio della storia documentata di questo frutto unico. Dovranno passare ancora molti secoli prima che la pompia riceva la sua prima descrizione scientifica, nel 1837, quando il botanico Giuseppe Giacinto Moris la studiò classificandola inizialmente come varietà di cedro – una testimonianza di quanto questo agrume, nel suo isolamento geografico, avesse sviluppato caratteristiche tanto particolari da renderlo difficile da inquadrare nelle classificazioni botaniche tradizionali.

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Ciò che rende la pompia immediatamente riconoscibile è il suo aspetto caratteristico. A differenza dei comuni limoni o cedri, questo frutto si presenta schiacciato, più largo che lungo, come se la natura avesse deciso di giocare con le proporzioni tradizionali degli agrumi. La sua superficie è un’avventura tattile e visiva: può essere liscia come seta o presentare elaborate bitorzolature, con costolature e protuberanze che creano disegni irregolari sulla buccia di un brillante giallo citrino.

La Pompia – Foto Liquorificio Animas

Sotto la buccia si nasconde un mesocarpo (la parte bianca) particolarmente spesso, una caratteristica che ha determinato il destino gastronomico di questo frutto. L’endocarpo, la parte interna divisa in spicchi, custodisce un succo dalla spiccata acidità e semi particolari, capaci di dare vita a più piante da un singolo seme, un fenomeno noto come poliembrionia.

Per lungo tempo, la classificazione botanica della pompia è stata oggetto di dibattito nella comunità scientifica. Inizialmente considerata una varietà di cedro (Citrus medica), questo agrume ha recentemente rivelato la sua vera natura grazie a sofisticate analisi genetiche e morfologiche. Oggi sappiamo che la pompia è una varietà di limone, scientificamente classificata come Citrus limon var. pompia Camarda, un riconoscimento che ne attesta l’unicità nel panorama mondiale degli agrumi.

La pompia non è solo un’affascinante curiosità botanica, ma un vero e proprio laboratorio naturale di sostanze benefiche. Recenti studi condotti presso il Dipartimento di Scienze Biomediche hanno rivelato che l’olio essenziale estratto dalla sua buccia è un concentrato di proprietà terapeutiche. Le analisi hanno rivelato che l’olio essenziale è composto principalmente da limonene (93,3%), con piccole quantità di mircene e geraniale, oltre ad altri componenti minori. Gli studi in corso suggeriscono potenziali proprietà antinfiammatorieantibattericheantiviraliantimicotiche ed eutrofiche per i tessuti. Queste scoperte, ancora in fase sperimentale, stanno aprendo interessanti prospettive per possibili applicazioni future nel trattamento di varie patologie.

La Pompia – Foto Liquorificio Animas

La vera magia della pompia si svela nella cucina tradizionale sarda, dove questo frutto straordinario si trasforma in deliziosi dolci come “sa Pompìa intrea” e “s’Aranzata“. La preparazione di questi dolci tradizionali inizia con la separazione dell’albedo, che viene poi bollito e immerso nel miele, creando dolci dalla consistenza unica e dal sapore indimenticabile.

È proprio per omaggiare questi frutti straordinari che è nato il Liquorificio Animas, una giovane realtà di Siniscola che si è assunta l’impegno di preservare l’essenza più autentica dei frutti della terra sarda. Dal loro incontro con la pompia è nato “S’Anima de Pompia“, un liquore che racchiude l’anima di questo agrume millenario. Ottenuto dall’infusione idroalcolica delle scorze di pompia con acqua e zucchero, questo nettare dai riflessi dorati offre un’esplosione di profumi agrumati complessi al naso, mentre al palato l’intensità e la persistenza di questi aromi unici si bilanciano con il calore dell’alcol e una piacevole freschezza agrumata. Gli oli essenziali naturali che si depositano sul collo della bottiglia testimoniano la qualità artigianale di questa produzione, da degustare rigorosamente fredda per coglierne appieno i segreti aromatici.

Oggi la pompia cresce principalmente nella fascia costiera della Baronia, da Torpè a Orosei, con alcune presenze nell’entroterra di Oliena. La sua coltivazione richiede condizioni specifiche e una cura attenta: viene propagata principalmente per innesto su arancio amaro (Citrus aurantium L.) o più raramente su Poncirus trifoliata. Si adatta bene sia a terreni silicei che calcarei, ma necessita di irrigazione regolare per mantenere la sua produttività – in sua assenza, la pianta subisce un rapido declino con disseccamento dei rami più giovani e drastica riduzione della produzione.

Sebbene la produzione sia ancora relativamente limitata, l’interesse crescente per questo agrume straordinario sta stimolando nuove iniziative di valorizzazione. La pompia non è solo un frutto raro, ma un simbolo vivente di come la biodiversità locale possa diventare motore di sviluppo sostenibile, unendo tradizioneinnovazione e ricerca scientifica. Il futuro della pompia si prospetta promettente, con un crescente interesse da parte della comunità scientifica e un riconoscimento sempre maggiore del suo valore culturale ed economico. La sfida ora è preservare questo patrimonio unico, garantendo che le future generazioni possano continuare a beneficiare di questo straordinario dono della natura sarda.

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