Verso il processo 31 indagati coinvolti nell’operazione contro lo spaccio di droga del clan Amato-Pagano. I soggetti furono arrestato lo scorso novembre dai carabinieri, ora è stata fissato per il prossimo 18 febbraio il giudizio immediatim data entro la quale i neoimputati dovranno stabilire se chiedere, o meno, di essere giudicati con il rito abbreviato, puntando così a un non trascurabile sconto di pena in caso di condanna. Le accuse da cui dovranno difendersi sono però di assoluta consistenza, su tutte quella di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Alla sbarra Luigi Ascione, Enrico Bocchetti, Carlo Calzone, Emanuele Cicalese, Massimo Dannier, Salvatore D’Aria, Gennaro Diano, Luigi Diano, Nicola Di Casola, Pasquale Diglio, Massimo D’Onofrio, Maurizio Errichelli, Francesco Fiengo, Domenico Guerra, Raffaele Maisto, Vincenzo Mangiapili, Salvatore Mari, Antonio Marrone, Raffaele Marrone, Antonio Pandolfi, Gaetano Pezzella, Patrizio Pone, Salvatore Ruocco, Mirko Russo, Salvatore Sansone, Vincenzo Sinacra, Domenico Stefanelli, Francesco Tessitore, Giuliano Tessitore, Carlo Troncone e Arturo Vastarelli.
Del collegio difensivo faranno invece parte gli avvocati Leopoldo Perone, Antonio Rizzo, Domenico Dello Iacono, Luigi Poziello, Carlo Ercolino, Rocco Maria Spina, Luigi Senese, Andrea Di Lorenzo, Michele Basile, Gandolfo Geraci, Maurizio Capozzi, Antimo Verde, Mario D’Alessandro e Rosario Marsico.
Gli inquirenti hanno ricostruito i ruoli degli indagati coinvolti nell’operazione dei carabinieri. Antonio Pompilio avrebbe avuto il ruolo di capo promotore e finanziatore degli acquisti dei grossi quantitativi di stupefacente importati e rivenduti dall’organizzazione nell’area partenopea; Enrico Bocchetti (genero di Cesare Pagano), Carlo Calzone, Emanuele Cicalese, Luigi Diano, Maurizio Errichelli, detto “o gorilla”, Vincenzo Mangiapili, Salvatore Mari, detto “‘o Tenente”, Antonio Marrone e Carlo Troncone, avrebbero avuto invece il ruolo di organizzatori per la distribuzione dello stupefacente, mantenendo i rapporti con i fornitori italiani ed esteri, con tutti i sodali dell’associazione, compresi i custodi, e gestendo le piazze di spaccio dello stupefacente;
Raffaele Marrone avrebbe avuto il ruolo di organizzatore, provvedendo alla distribuzione delle mesate tra gli affiliati è mantenendo i rapporti con i custodi ed i pusher dello stupefacente; Francesco Fiengo avrebbe avuto un ruolo di organizzatore, mantenendo i rapporti con i custodi ed i pusher dello stupefacente. Domenico Guerra aveva il ruolo di contabile, mentre Raffaele Maisto, detto “Lello ‘a palla”, Francesco Tessitore, Giuliano Tessitore e atri due indagati, si sarebbero occupati curando il deposito e lo stoccaggio della droga del sodalizio e fornendo l’apporto logistico per la custodia di stupefacenti, somme di denaro e armi.
Luigi Ascione e un’altra indagata avrebbero avuto il ruolo di corrieri, trasportando e prelevando lo stupefacente dal deposito di Gricignano d’Aversa. Salvatore D’Aria, invece, avrebbe collaborato nelle cessioni e nella distribuzione dei regali pasquali e natalizi agli altri appartenenti al gruppo sotto il controllo diretto di Antonio Pompilio
I Sette Palazzi
Massimo Dannier, Gennaro Diano, Antonio Pandolfi e Patrizio Pone avrebbero invece avuto la gestione delle piazze di spaccio dei Sette Palazzi (via Antonio Labriola, Lotto H), Chalet Bakù (via Arcangelo Ghislere, via Federico Fellini, Lotto T/A) e Oasi del Buon Pastore (via Arcangelo Ghisleri, Lotto R), sotto il controllo e la direzione di Luigi Diano, indicato dal pentito Salvatore Roselli come ex guardaspalle di Raffaele Amato jr.
Gaetano Pezzella, detto “‘o Tecnologo” e Arturo Vastarelli avevano il ruolo di vedette ed addetti alla vigilanza dell’immobile di via Crispi a Mugnano, luogo di custodia dello stupefacente e di incontro nel corso dei summit. Una donna è solo indagata perché era lei che si intestava le autovetture dotate di sistemi di occultamento, necessarie all’organizzazione per il trasporto e la custodia dello stupefacente.
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