Un anno dall’omicidio di Capodanno: dentro il Laghetto Alcione, dove il tempo si è fermato

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


 Il tempo, nel Laghetto Alcione di via dei Prati, si è fermato un anno fa, la notte tra San Silvestro e Capodanno. Quando Ezechiele Mendoza Gutierrez, trentunenne dominicano, venne ucciso dal connazionale Anderson Vasquez Dipre, 35 anni, che lo colpì alla gola con un calice di vetro. A 365 giorni di distanza il locale appare come un luogo desolato, che al suo interno porta ancora i segni del veglione.

La proprietaria del Laghetto Alcione: “Il delitto di Capodanno si poteva evitare”

Tutto è rimasto intatto da allora tranne una cosa. La legittima proprietaria, Alessandra Rigo, è tornata in possesso del bene, dopo oltre due anni di causa civile. «Se la legge fosse stata rispettata – sostiene Rigo – quello che è successo un anno fa non sarebbe capitato». Lo dice con un filo di voce, dispiaciuta per la morte di una persona e per lo stato di degrado in cui versa lo stabile. Pochi giorni dopo essere tornata in possesso della struttura, al termine di una “battaglia” legale lunga e costosa.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

La causa civile

Rigo ha potuto riavere il Laghetto Alcione il 17 dicembre. Quel giorno l’ufficiale giudiziario ha sfondato la porta di ingresso del locale, visto che la persona che ce l’aveva in gestione, Fiordaliza Jimenez, nonostante l’esito della causa, non aveva ancora riconsegnato le chiavi. «Dopo la scomparsa di mio padre nel 2000 – racconta Rigo – il locale è stato dato in affitto, purtroppo con la possibilità di subaffittare. Nel 2017 ho ricevuto una raccomandata che mi avvisava della vendita della licenza del locale a Jimenez che ha preso in gestione il Laghetto.

Inizialmente tutto è andato bene, poi in vista della scadenza naturale del contratto, nel 2020, ho richiesto la disdetta rispettando i tempi di preavviso. Dopo un preliminare di compravendita saltato e mesi di affitto non pagati, nulla è successo, e così nel 2022 ho avviato la causa – spiega Rigo – con la sentenza che è arrivata solo nel maggio del 2024».

Nonostante questo, la donna che occupava il locale, di nazionalità dominicana, non ha lasciato l’immobile e qualche settimana fa è stato necessario far intervenire l’ufficiale giudiziario per lo sfratto. Una situazione incomprensibile per Rigo, anche perché il Laghetto, dalla festa dello scorso Capodanno, non è più stato utilizzato. C’era stato un tentativo di riaprirlo a marzo, ma la questura non aveva concesso il nulla osta. Nella causa civile davanti al tribunale di Udine Rigo è stata seguita dall’avvocato Erica Vacchiano.

Il rammarico

Dell’omicidio di Mendoza Gutierrez, un anno fa, è stata avvisata subito, e per Alessandra Rigo quanto accaduto continua a restare un cruccio: «Si poteva evitare, in quanto Jimenez occupava il locale in maniera abusiva. Se la legge fosse stata rispettata non ci sarebbe stata alcuna festa», è il pensiero della proprietaria.

«Vedere com’è ridotto il Laghetto Alcione e ricordando com’era in passato fa male – prosegue –. Con la bella stagione cercherò di rimetterlo in sesto facendo tornare l’acqua nel laghetto. Lasciarlo così è un vero peccato. Mi hanno già chiamata per prenderlo in gestione ma in questo momento non me la sento. Ho bisogno di tempo per decidere il da farsi».

Il ricordo

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

La signora Rigo, quando chiude gli occhi, rivede il Laghetto Alcione nei suoi anni migliori: «Papà Marino lo rilevò da tre sorelle all’inizio degli anni Novanta. Io avevo 24 anni – ricorda la donna –. Diventò subito un luogo dedicato alla pesca sportiva e alle famiglie. Un agriturismo affollato e frequentato da gente per bene. Mi piacerebbe farlo tornare così prima o poi», ha concluso, aggirandosi quasi spaesata tra le stanze del locale. Spazi senza più l’arredamento ma con i residui dell’ultima festa di Capodanno.

Il processo per omicidio

L’iter giudiziario ai danni del reo-confesso Vasquez Dipre è iniziato. A fine novembre c’è stata l’udienza preliminare, con il gup che ha disposto il rinvio dell’imputato davanti alla Corte d’Assise il 16 gennaio 2025. Una scelta determinata dal respingimento dell’eccezione di nullità relativa agli accertamenti tecnici effettuati durante l’autopsia sollevata dai difensori di Dipre, oltre alla conferma delle aggravanti dei futili motivi e della minorata difesa, condizioni che hanno reso impossibile la richiesta di rito abbreviato.

L’imputato quindi sarà processato per omicidio volontario aggravato e rischia l’ergastolo. Stando alla ricostruzione della Procura, Dipre ha ucciso Mendoza Gutierrez nella veranda esterna, ponendo la mano sinistra sulla nuca della vittima, colpendolo repentinamente al collo con la destra, affondando il coccio del calice che impugnava dall’esterno verso l’interno.

Il gelso

In via dei Prati la tragedia di Capodanno viene ricordata da un gelso davanti all’ingresso del locale, agghindato con cuori rossi, fiori gialli e da una foto di Ezechiele.



Source link

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link