Sabato 4 gennaio prenderanno il via in Toscana le vendite di fine stagione invernali, il primo grande appuntamento commerciale del 2025 e uno tra i più attesi dai consumatori e dai commercianti, anche nel nostro territorio. Alto l’interesse dei consumatori: quasi uno su due – il 46% – ha già deciso di acquistare almeno un prodotto, e un ulteriore 50% valuterà le offerte prima di comprare. È quanto emerge dal consueto sondaggio sui saldi di fine stagione condotto da Ipsos per Confesercenti.
Il budget. Il 59% degli intervistati ha già pianificato quanto investire nel rinnovo del guardaroba: in media si spenderanno circa 218 euro a famiglia.
Dove si compra: vincono i negozi. Come accaduto nell’ultima settimana di Natale, anche per i prossimi saldi i punti vendita fisici appaiono in vantaggio sull’online: si comprerà attraverso entrambi i canali, ma in 8 casi su 10 (81%) si sceglieranno i negozi per almeno un acquisto.
Cosa si cerca. I prodotti moda più desiderati per questi saldi sono maglioni e felpe, indicati dal 51% di chi ha previsto di acquistare. Un effetto dell’arrivo del freddo dopo un autunno caldo, a causa del quale il 30% circa dei consumatori segnala di aver ridotto gli acquisti di abbigliamento invernale. Seguono, a brevissima distanza, le calzature (49% delle segnalazioni) e poi – ben più staccati – gonne e pantaloni (31%), con un interesse forte per jeans e denim, e maglie e top (30%). Nella lista dei desideri ci sono anche intimo (28%), camicie e camicette (22%), borse (21%) e i capispalla – giubbotti, cappotti e piumini – sempre al 21%. Poi accessori (18%) e abiti e completi (17%).
Saldi a Pistoia
Sara Rossi, titolare del negozio “Segreti” di via degli Orafi a Pistoia e presidente provinciale Fismo (l’associazione dei negozi di moda aderente a Confesercenti) e Stefano Giachetti, vicedirettore di Confesercenti Pistoia, dicono: “Quello dei saldi è un tema di primaria importanza non solo per il settore abbigliamento, calzature e accessori, che registrano importanti flussi di clienti, ma anche per altri settori del commercio, come bar e ristoranti, movimentati in generale dalle persone che fanno shopping. Dopo Natale e l’ultimo dell’anno, ora i negozi del settore moda puntano a iniziare al meglio il 2025 e la clientela fa percepire già da adesso un grande interesse nel poter acquistare capi a un prezzo ridotto. Per i saldi tradizionali è usanza per i consumatori premiare i negozi di prossimità, con i quali possono verificare la veridicità dell’offerta, toccare e indossare il capo. Siamo certi che i saldi saranno ancora una vera occasione per consolidare lo shopping nei negozi sotto casa, rinsaldando il patto di fiducia, relazioni e servizio che lega il negozio al singolo consumatore”.
Saldi a Pisa
Con l’avvio dei saldi sabato 4 gennaio, saranno circa 16 milioni le famiglie italiane che approfitteranno degli sconti, che dureranno 60 giorni. Secondo le stime di Confcommercio, ogni persona spenderà mediamente 138 euro, per un giro d’affari complessivo di 4,9 miliardi di euro. Anche a Pisa e provincia la spesa pro capite si allinea ai valori nazionali, coinvolgendo circa 100mila famiglie. Con una spesa media di 307 euro a famiglia, il giro d’affari stimato per l’area provinciale supera i 30 milioni di euro.
“Le aspettative per i commercianti sono alte in vista di questi saldi. La stagione fredda sta contribuendo a generare un maggiore interesse verso capi invernali come cappotti, giacconi, piumini, maglie in lana e capospalla” – afferma Lorenzo Nuti, presidente di FederModa Confcommercio Pisa, membro della Giunta e del Consiglio nazionale di FederModa Italia e Presidente dei Giovani Imprenditori FederModa Italia Confcommercio -. “La conferma di una data unica a livello nazionale per l’avvio dei saldi è senz’altro positiva, in quanto consente di beneficiare di una pubblicità gratuita e uniforme, un vantaggio significativo anche per le piccole realtà e i negozi di vicinato”.
“Un punto cruciale è sempre quello di incentivare gli acquisti nei negozi di vicinato” – prosegue Nuti – “Da sempre riteniamo fondamentale promuovere il commercio locale, che in momenti così particolari offre sicurezza e trasparenza. Nei negozi di vicinato, infatti, è possibile verificare che i prodotti siano effettivamente di stagione, un aspetto che spesso manca nella grande distribuzione o nei negozi online”. “Questi saldi potrebbero rappresentare un’importante opportunità per far decollare le vendite” – dichiara Lorenzo Nuti – “Il mese di dicembre ha registrato un avvio fiacco per gli acquisti, ma è interessante notare il trend positivo emerso negli ultimi giorni prima di Natale. Questo potrebbe rappresentare un buon punto di partenza e un segnale di fiducia per le prossime settimane”.
I saldi rappresentano un momento fondamentale per il tessuto economico del territorio, come sottolinea Federico Pieragnoli, Direttore Confcommercio Provincia di Pisa: “Il settore dell’abbigliamento al dettaglio continua ad affrontare sfide significative. Nel 2024, i consumi nel comparto moda hanno mostrato un andamento altalenante: da un lato, si sono registrati segnali di ripresa durante i periodi di alta stagione; dall’altro, i piccoli negozi indipendenti e multimarca hanno dovuto fronteggiare crescenti difficoltà, a causa della concorrenza dell’e-commerce e delle grandi catene, oltre al calo del potere d’acquisto delle famiglie. Nonostante le difficoltà, i saldi rimangono un’importante opportunità per i consumatori, che possono acquistare capi di qualità a prezzi competitivi, e per i commercianti, che vedono in questo periodo una chance per recuperare parte del fatturato perso. È essenziale valorizzare il negozio fisico, una risorsa fondamentale non solo per il presidio del territorio, ma anche per garantire una diversificazione dell’offerta commerciale”.
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda le regole di base:
1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (Art. 129 e ss. D.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice delConsumo). In tal caso, scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato (art. 135 bis del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo). Per gli acquisti online, i cambi o la rescissione del contratto sono sempre consentiti entro 14 giorni dalla ricezione del prodotto, indipendentemente dalla presenza di difetti, fatta eccezione per i prodotti su misura o personalizzati (artt. 52 e ss. del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo).
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimessa alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate dal negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e, generalmente, il prezzo finale. Durante tutto il periodo dei saldi, il prezzo iniziale sarà il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni antecedenti l’inizio dei saldi (Art. 17 bis D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo introdotto dal D.Lgs. n. 26/2023 di recepimento della Direttiva UE «Omnibus»).
Saldi a Livorno
“Il settore dell’abbigliamento al dettaglio continua ad affrontare sfide significative”, afferma Federico Pieragnoli, direttore di Confcommercio Livorno. “Nel 2024 i consumi nel comparto moda hanno avuto un andamento altalenante: segnali di ripresa nei periodi di alta stagione si sono alternati a crescenti difficoltà per i piccoli negozi indipendenti e multimarca, stretti tra la concorrenza dell’e-commerce e delle grandi catene, e il calo del potere d’acquisto delle famiglie”.
Nonostante tutto, i saldi rimangono un’opportunità importante sia per i consumatori, che possono acquistare capi di qualità a prezzi ridotti, sia per i commercianti, che puntano a recuperare parte del fatturato. “Le vendite di fine stagione, però, non possono essere l’unico sostegno al settore. Dobbiamo valorizzare il negozio fisico, una risorsa chiave per il presidio del territorio e per la diversificazione dell’offerta”, sottolinea Pieragnoli.
Il fenomeno dei “saldi permanenti”
Pieragnoli evidenzia le insidie delle promozioni online costanti, definite “saldi permanenti”. “Le piattaforme digitali sfruttano meccanismi psicologici come l’urgenza e la scarsità per spingere all’acquisto impulsivo. Promozioni a tempo limitato e offerte apparentemente irripetibili portano spesso a spese maggiori piuttosto che a veri risparmi”.
Secondo il direttore di Confcommercio Livorno, “è fondamentale capire se questi sconti garantiscano un reale vantaggio per il consumatore o siano solo strategie di marketing”. Pieragnoli sottolinea anche come la trasparenza introdotta dalla Direttiva Omnibus, che impone l’indicazione del prezzo precedente accanto allo sconto applicato, rappresenti un passo avanti. “Questa normativa è utile sia per il consumatore sia per i commercianti corretti, che ora possono evidenziare la reale convenienza delle loro offerte”.
Pieragnoli si dice comunque fiducioso: “I consumatori stanno tornando a orientarsi verso il valore effettivo dei beni e a valutare meglio le proprie necessità. I saldi nei negozi fisici continuano ad attrarre per la fiducia personale che si instaura con il commerciante”.
Dati e tendenze sui saldi 2025
Secondo un’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Research, il 63,8% dei consumatori ha intenzione di acquistare durante i saldi. Tra chi non parteciperà, uno su due lo farà per risparmiare e uno su tre a causa del peggioramento della propria situazione economica.
Gli articoli più richiesti saranno capi di abbigliamento (95,2%) e calzature (86,3%), seguiti dagli accessori (46%). Pelletteria e articoli di valigeria registreranno i maggiori incrementi rispetto allo scorso anno (+7,8 punti percentuali). L’85% dei consumatori destinerà un budget inferiore ai 200 euro, in linea con il 2024.
Infine, i negozi di fiducia si confermano il canale di acquisto preferito (47,6%), seguiti dall’online (38,7%).
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