Questo contenuto fa parte dei contributi pubblicati all’interno dell’inserto speciale
“Un anno di SHIPPING in ITALY” – Edizione 2024
Contributo a cura di Mario Mattioli *
* presidente Federazione del Mare
In uno scenario geopolitico estremamente articolato e complesso, anche per il settore marittimo-portuale il 2024 è stato un anno caratterizzato da sfide e opportunità in un contesto globale in rapida evoluzione.
La Federazione del Mare, che rappresenta il cluster marittimo italiano, ha proseguito la sua attività volta a divulgare il ruolo del mondo marittimo come fattore di sviluppo del Paese promuovendo un dialogo costruttivo tra istituzioni, imprese e società civile. Grazie a una profonda revisione del suo Statuto, la Federazione del mare è in grado di dare maggiore concretezza a un’idea moderna della blue economy, che, interpretando le esigenze del cluster marittimo raccoglie le sfide in questo momento molto complesso e di grande instabilità.
Senza dimenticare che proprio nel 2024 la Federazione compie 30 anni dalla sua costituzione, e che il percorso iniziato nel 1994 si è andato via via rafforzato con strategie e progettualità per il mare sempre più forti al servizio del territorio, per rispondere meglio alle esigenze del settore e del Paese.
In quest’ottica, la Federazione del Mare affronta le numerose sfide del momento poste da transizione ecologica, digitalizzazione, sicurezza, difesa del mare, formazione per conseguire, attraverso la Blue Economy, l’obiettivo di una crescita economica rispettosa dell’ambiente di tutto il Paese, puntando su innovazione e condivisione di conoscenze. Sviluppo e tutela ambientale sono le due facce di una stessa medaglia per non perdere quel “mare di opportunità” che può portare al nostro cluster e al Paese evidenti benefici.
Guardando al 2024 che sta finendo direi che in cima alle principali criticità permane la difficile situazione del settore a fronteggiare le pressioni derivanti dalla necessità di ridurre le emissioni di CO₂ e rispettare gli obiettivi europei ed internazionali per il 2030 e il 2050. Infatti, non è ancora stata trovata una soluzione relativa all’adozione di combustibili alternativi, come il GNL e l’idrogeno verde, a causa di costi elevati e carenza di infrastrutture adeguate nei principali porti italiani.
Un altro aspetto da evidenziare sono le criticità della nostra portualità ove problemi infrastrutturali e inefficienze nei collegamenti ferroviari e stradali continuano a mettere sotto pressione l’intera filiera logistica, con notevoli costi a carico della collettività. Infatti, la capacità concorrenziale del comparto marittimo italiano è fortemente limitata da un sistema logistico nazionale poco efficiente,
Nel corso dell’anno sono emerse opportunità derivanti dall’adozione di tecnologie digitali che migliorano l’efficienza operativa del settore riducendo tempi e costi. Peraltro, c’è ancora molto da fare specialmente per essere in grado di fronteggiare insidie sempre più frequenti provenienti dall’interconnessione digitale. È infatti molto preoccupante il ritardo nel settore della digitalizzazione e soprattutto nella sicurezza dei nostri sistemi logistici.
Il 2024 ha rafforzato la collaborazione tra i diversi attori del sistema marittimo, dalla logistica alla pesca dando vita ad una sinergia che ha favorito una visione integrata delle politiche marittime. In questo contesto la Federazione del Mare ha in parte contribuito a favorire l’integrazione a livello nazionale ed europeo, sugellando alleanze e partecipando a progetti europei su temi di grande attualità come il WIN-BIG project che mira a promuovere la consapevolezza dell’importanza del ruolo femminile per lo sviluppo del settore marittimo. Ci tengo a dire che dire che molte associazioni del settore marittimo si stanno attivando già da tempo e che la Federazione del Mare oltre ad aver firmato di recente un protocollo d’intesa con Wista Italy, ha costituito un Comitato ad hoc proprio per affrontare il tema dell’inclusione e della parità di genere nella visione più ampia dei fattori ESG.
Guardando al 2025, il settore si prepara ad affrontare ulteriori sfide e opportunità, tenendo conto che i due fattori che influiscono su qualsiasi attività sono la decarbonizzazione e la semplificazione. Per quanto riguarda il primo aspetto vi sono ancora molte difficoltà per poter rendere green il settore marittimo, non per cattiva volontà degli operatori ma perché mancano le concrete condizioni per poter utilizzare combustibili alternativi. Purtroppo, il comparto si deve confrontare anche con la percezione errata da parte dell’opinione pubblica che crede che sia possibile decarbonizzare già oggi e che le imprese non lo fanno solo perché costa troppo.
In secondo luogo, è importante semplificare per ridare competitività al Paese e ai suoi porti e ridurre gap logistico di 70/80 miliardi anno: un valore pari a quello di 2 Leggi Finanziarie. Per questo sarà essenziale accelerare la modernizzazione dei porti, rendendoli non solo più sostenibili, ma anche più interconnessi con il sistema logistico nazionale ed europeo. Anche perché la crescente competizione con i porti del Nord Europa richiede politiche mirate a valorizzare il Mediterraneo come centro nevralgico per il traffico internazionale.
Last but not least, la capacità di adattarsi rapidamente a shock geopolitici o economici rimarrà sempre una priorità fondamentale. Investire in soluzioni innovative e diversificare le fonti di approvvigionamento sarà fondamentale.
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