Non rispetta i servizi sociali, Alemanno ritorna in prigione

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


All’ora di cena di martedì si è presentato dai carabinieri di Monte Mario e poco più di due ore dopo già era in carcere a Rebibbia. L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha passato il Capodanno in prigione a causa di un provvedimento d’arresto disposto d’urgenza dal tribunale di sorveglianza della capitale. La sua colpa? Mancato rispetto delle regole dei servizi sociali a cui è affidato per scontare i 22 mesi di condanna rimediati per traffico d’influenze illecite nell’ambito del processo «Mondo di mezzo». Secondo i giudici, Alemanno avrebbe violato in più occasioni le prescrizioni che era tenuto a rispettare, in particolare quella che gli vieta di uscire di casa tra le 21 e le 7. Sfruttando il suo lavoro di consulente immobiliare attivo in tutta l’Italia e leader del movimento «Indipendenza!» spesso impegnato in comizi e iniziative varie, l’ex sindaco avrebbe fornito alle autorità spiegazioni molto poco convincenti delle sue numerose assenze. Per la guardia di finanza, che ha effettuato le indagini, le giustificazioni sarebbero semplicemente false.

Nei prossimi giorni il tribunale tornerà a esprimersi sul caso: l’avvocato di Alemanno, Edoardo Albertario, presenterà un’istanza per ottenere nuovamente la possibilità di fare i lavori socialmente utili alla «Solidarietà e speranza» di suor Paola D’Auria – la religiosa tifosa della Lazio un tempo volto noto in televisione -, mentre dall’altra parte il rischio è di vedersi annullato tutto il «presofferto» e di dover quindi scontare l’intera condanna.
Il rientro di Alemanno in cella a quattro mesi dalla fine della pena per un fatto non violento – cosa che di per sé segnala quantomeno un certo zelo da parte dei giudici – non ha per la verità scatenato molte reazioni. Dalle parti di Fratelli d’Italia regna l’imbarazzo per il camerata non più amico, come se non fosse mai stato per anni uno dei pezzi più grossi della destra romana – non solo sindaco, ma anche pluricandidato -, nonché ex ministro e deputato per cinque legislature. La marginalizzazione degli ultimi anni ha portato Alemanno ad assumere posizioni sempre più estreme in politica estera (è un putiniano pressoché dichiarato) e a pensare ad alleanze a dir poco improbabili sul fronteinterno, come i vari abboccamenti con l’ex tante cose Marco Rizzo. Una storia che ancora produce grandi quantitativi di post sui social ma che sin qui non ha mai incontrato il favore degli elettori. Sarà per questo che, negli ambienti della destra istituzionale, Alemanno fanno quasi finta di non averlo mai conosciuto.
«Provo dolore per quanto gli è accaduto e spero che possa presto chiudere questa vicenda. Gli sono umanamente vicino anche se non ho elementi per giudicare. Ma ritengo importante manifestare agli amici la propria solidarietà nei momenti difficili. Ed è una vicinanza del tutto personale che non ha alcun significato politico». A dirlo è il vicecapogruppo di FdI alla Camera Alfredo Antoniozzi. Una voce nel deserto, e anche lui comunque ha fatto molta attenzione a non entrare nel merito della faccenda.

Diverso l’atteggiamento del nuovo amico Rizzo, che vede nell’arresto di Alemanno niente meno che il dispiegarsi di un complotto, ordito da non si sa bene chi per motivi che sfuggono alla logica. «In Italia si può uccidere un carabiniere e andare ai domiciliari. Per lui accanimento per posizioni no guerra?», ha scritto sui suoi social il leader di Democrazia Sovrana Popolare. E Indipendenza! è sulla stessa linea: «Ha sempre sostenuto posizioni contro il mainstream su temi cruciali come la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, l’uscita dell’Italia dalla Ue e la denuncia delle storture di un liberismo ormai al tramonto – si legge in una nota -. Questi temi lo rendono indubbiamente una figura politica scomoda, ancor più perché rappresentano un faro per chi crede in un’alternativa a un sistema in declino».

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Molto più modestamente, Alemanno è stato condannato in via definitiva per aver favorito lo sblocco dei fondi di un’azienda comunale in favore di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, cioè i due principali imputati di «Mondo di mezzo». Rispetto alle accuse iniziali, alcune delle quali prescritte, l’epilogo non è stato dei peggiori per l’ex sindaco.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link