Dall’intelligenza artificiale all’automotive: sono i settori su cui si concentreranno le attenzioni degli investitori nel 2025. Ma, rivelano gli esperti del Financial Times, non si escludono delle insidie.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, continuerà la corsa dei Paesi a dotarsi di tecnologie avanzate e in questo senso la salvaguardia della loro sicurezza economica e nazionale è una delle motivazioni principali. Circa il 10% del fatturato di Nvidia proviene già dalla vendita di chip a Paesi che cercano di costruire la propria infrastruttura di IA, ricordano gli analisti. E questa cifra è destinata ad aumentare man mano che un numero sempre maggiore di governi deciderà che l’IA è diventata una tecnologia che non può ignorare.
Sul fronte americano, riflettori puntati su Elon Musk, impegnato nell’acquisizione di Twitter quando è stato lanciato ChatGPT, ha quasi perso il boom dell’IA generativa. Da allora ha recuperato il tempo perduto, raccogliendo 12 miliardi di dollari per la sua start-up xAI. La sua abilità nell’attrarre e motivare i migliori ingegneri ha trasformato xAI in un concorrente di prima classe, già valutato 50 miliardi di dollari. Ora, grazie al suo stretto rapporto con Donald Trump e al suo coinvolgimento personale in un’iniziativa per rimodellare il governo degli Stati Uniti, xAI potrebbe essere nella posizione ideale per svolgere un ruolo centrale nell’amministrazione. OpenAI, il produttore di ChatGPT, pioniere dell’intelligenza artificiale generativa, sottolinea il FT; è molto più avanti nella costruzione di un business completo attorno ai suoi modelli di intelligenza artificiale. Ma con un Musk in ascesa politica al timone, xAI potrebbe essere l’azienda da tenere d’occhio quando Trump tornerà alla Casa Bianca.
Gli esperti del FT sostengono che sia notoriamente difficile giudicare con esattezza quando un boom tecnologico si è trasformato in una bolla o prevedere quando finirà. Tuttavia, nel mondo tecnologico c’è un consenso generale sul fatto che ci vorranno anni prima che la maggior parte delle aziende e dei governi riescano a capire come utilizzare l’IA generativa in modo redditizio e a integrarla nelle loro operazioni quotidiane.
Quale sarebbe la sorpresa più grande nel 2025? Microsoft che consolida il suo investimento e la sua alleanza esclusiva con OpenAI acquistando la società a titolo definitivo. Tuttavia, l’ambizioso amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, ha puntato a costruire il prossimo gigante tecnologico, il che rende improbabile che voglia vendere.
Più in generale, sottolineano gli analisti, alla rielezione di Trump dovrebbe seguire una deregolamentazione del mercato degli investimenti statunitense, che ammonta a 40 miliardi di dollari. Per questo il ritorno dell’ex tycoon ha portato un marcato ottimismo a Wall Street e lo testimoniano gli operatori i quali riferiscono che negli ultimi tempi c’è stato un aumento delle attività di acquisizione. Ma altri fattori come i dazi sui beni importati negli Usa potrebbero creare un aumento dell’inflazione che rovinerebbe la festa. Finora Wall Street, ricordano gli analisti, è riuscita ad assorbire l’aumento dei tassi, ma l’incantesimo potrebbe rompersi se dovessero salire ancora.
Altro settore sorvegliato speciale è quello dell’automotive, messo sotto pressione nel 2024 dal rallentamento della crescita delle vendite di veicoli elettrici. I dirigenti del settore, ricordano gli esperti, sono ancora divisi sulla possibilità di una nuova accelerazione delle vendite. Alcuni sostengono che il lancio dei veicoli elettrici sia stato deliberatamente rimandato a dopo l’entrata in vigore di norme più severe sulle emissioni in Europa nel 2025. Se da un lato ciò suggerisce che nel 2025 saranno in circolazione più veicoli elettrici e che le case automobilistiche ridurranno i veicoli con motore a combustione interna, dall’altro i consumatori non sono ancora convinti dell’affidabilità e del prezzo dei veicoli elettrici. Gli analisti stimano che i veicoli elettrici rappresenteranno circa il 20% delle vendite globali di automobili nel 2024, con una crescita maggiore in Cina. La crescita di questa quota nel 2025 dipenderà dal fatto se i governi continueranno a fornire sussidi o li ridurranno, come ha promesso di fare Trump negli Stati Uniti.
Tra le aziende monitorate dagli investitori, c’è sicuramente Tesla le cui azioni sono salite di quasi il 70% da quando Trump ha vinto le elezioni americane, grazie alla speranza che il suo amministratore delegato diventi uno dei consiglieri più influenti del presidente eletto. Ma al di là delle speranze degli investitori, c’è meno certezza su quali saranno i benefici. Il governatore democratico della California, Gavin Newsom, ha indicato che Tesla potrebbe perdere i lucrosi sconti fiscali che lo Stato sta considerando per i veicoli elettrici. Con la sua complessa catena di approvvigionamento e gli stretti legami commerciali con la Cina, è improbabile che la società eviti gli effetti dell’aumento delle tariffe minacciato da Trump.
Il rischio maggiore per l’industria è comunque una nuova serie di interruzioni della catena di approvvigionamento in quanto le grandi case automobilistiche sono messe sotto pressione dal calo delle vendite, dalla compressione dei margini di profitto e dalla necessità di tagliare i costi. Per questo tutti gli occhi sono puntati sulla Cina, il motore di crescita che però ha avuto una battuta d’arresto negli ultimi anni. Una ripresa del paese, dovuta al miglioramento del mercato immobiliare o agli stimoli governativi, sarebbe un enorme sollievo per il settore, ma non è affatto scontata.
Un altro settore di cui gli analisti studiano l’evoluzione, è quello del lusso dopo che le vendite globali sono rimaste ferme nel 2024 rispetto al 2023: il Ft riferisce che i ricercatori di Bain prevedono che nel 2025 i beni di lusso personali subiranno il primo rallentamento dalla crisi finanziaria del 2008, con l’eccezione di un calo iniziale quando Covid-19 ha colpito per la prima volta nel 2020. Ciò significa che i marchi dovranno lavorare molto più duramente per attirare i clienti e, dato che molti hanno già superato i limiti dell’aumento dei prezzi, non potranno contare su questa leva per mantenere tale slancio. Una maggiore creatività, una rinnovata attenzione ai prodotti entry-level per gli acquirenti della classe media e gli investimenti nelle aziende di esperienze di lusso, che sono ancora in crescita, sono probabili strade da percorrere. Per gli analisti, un’azienda da tenere d’occhio è Kering con il declino del suo marchio principale, Gucci: per questo sono stati nominati un nuovo amministratore delegato e un nuovo direttore creativo, proprio con il compito di risollevare le sorti del marchio. L’amministratore delegato del gruppo François-Henri Pinault ha dichiarato che la transizione richiederà tempo, ma la nuova leadership è sotto pressione per ottenere risultati nel 2025. Il titolo è sotto pressione, con un calo del 40% nel 2024, e anche il secondo marchio del gruppo, Saint Laurent, mostra segni di debolezza. Il rischio maggiore è che Trump e l’aumento dei dazi incomba su tutto, aumentando l’incertezza. La maggior parte degli operatori del settore non crede che saranno presi di mira i beni di lusso ma se il primo mandato di Trump ci ha mostrato qualcosa, affermano gli analisti, è che è imprevedibile e non ha paura di forzare gli alleati. Cosa potrebbe succedere? Una mega-fusione, difficile da realizzare a causa dello stretto controllo familiare dei maggiori gruppi, oppure un importante cambio generazionale alla guida di uno dei colossi come LVMH o Richemont. Infine, un altro settore sotto osservazione del mercato è quello dell’energia rinnovabile: il FT osserva che l’entusiasmo degli investitori si sta affievolendo come dimostra il caso di ReNew, che ha intenzione di lasciare il Nasdaq dopo una deludente performance in Borsa. Per gli analisti, il 2025 potrebbe portare qualche novità visto che i tassi si stanno stabilizzando o stanno scendendo in molti mercati, anche se le azioni delle rinnovabili tendono a calare. Questo potrebbe comportare altri delisting nel 2025. Anche per questo settore, il rischio maggiore è che il ritorno di Trump alla Casa Bianca incomba: durante la campagna elettorale, il presidente eletto aveva detto che avrebbe messo fine all’eolico offshore negli Stati Uniti il “primo giorno” della sua presidenza e avrebbe interrotto il pagamento dei sussidi per i progetti di energia verde creati nell’ambito dell’Inflation Reduction Act. Tuttavia, molti esperti prevedono che la sua politica sull’IRA sarà mitigata dai vantaggi economici che essa offre agli Stati repubblicani. (AGI)
PIT
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