Con l’avvento della AI generativa (ChatGpt per i non addetti ai lavori) l’intelligenza artificiale ha smesso di essere una tecnologia di nicchia riservata a laboratori di ricerca o ad applicazioni circoscritte per diventare uno strumento di utilizzo quotidiano per il grande pubblico e di centrale importanza per le strategie di efficientamento delle aziende.
La capacità della AI generativa di automatizzare e supportare processi complessi, unita all’uso del linguaggio naturale che semplifica e rende intuitiva l’interazione uomo-macchina, la rende un autentico game changer. Esistono tuttavia aspetti da tenere in debito conto per comprendere quale potrà essere un punto di atterraggio verosimile per tutto ciò nei prossimi anni.
Cominciamo con l’affermare che se è empiricamente dimostrato che l’utilizzo dell’AI in alcuni compiti può portare a miglioramenti significativi di produttività – dal 12-15% nelle attività di front office di un’azienda, fino al 50-60% nelle attività di programmazione di un software, solo per fare due esempi – non è altrettanto vero che questi benefici micro si traducano necessariamente in recuperi equiparabili a livello macro, aziendale, di industry o di sistemi Paese nel loro complesso.
L’AI non può fare tutto da sola
In primo luogo, perché molte attività non possono essere svolte o supportate dall’AI, il cui peso relativo varia da settore a settore; secondariamente per le interdipendenze in essere tra settori diversi – variabili per area geografica – e per i meccanismi di riequilibrio generale e di riallocazione dei fattori economici tra questi ultimi, implicano benefici aggregati differenti dalla semplice somma di quelli settoriali. Infine per i bassi tassi di adozione attuali della AI e la loro evoluzione futura che rappresentano oggi una grande area di incertezza. È per questa ragione che la crescita della produttività aggregata prevista per i prossimi 10 anni guidata dalla AI è attesa in un ordine di un punto percentuale annuo, riferendoci alla media delle stime dei più autorevoli istituti che si sono espressi in materia (Baily, Brynjolfsson and Korinek, Goldman Sachs, Bergeaud, Acemoglu).
Giusto per fare un confronto, l’ultimo boom tecnologico legato alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) ha contribuito con circa un punto e mezzo percentuale alla crescita annuale della Tfp (Total factor productivity) nel periodo 1995-2004 negli Stati Uniti.Tuttavia, se le capacità dell’AI diventassero applicabili ad un ambito spettro di settori, grazie per esempio a un’ulteriore integrazione tra l’AI e le tecnologie robotiche, si potrebbero ottenere effetti comparabili.
Su una diffusione quanto più omogenea della AI nei diversi settori – pur sempre nel rispetto delle differenze di penetrazione massima potenziale prima espresse – un ruolo chiave lo possono avere governi e Istituzioni, sostenendo le imprese nello sviluppo delle competenze e incentivando l’accesso a queste tecnologie digitali. Oltreché garantendo che il vantaggio degli incumbent non si traduca in guadagni persistenti, facendo dì che le soluzioni open-source rimangano un’alternativa valida rispetto a quelle proprietarie.
Il ruolo della fiducia
Anche la fiducia è un fattore fondamentale per garantire che la domanda di beni e servizi basati sull’AI trovi adeguate risposte e garanzie nell’offerta. Le istituzioni devono su questo versante trovare un equilibrio tra garantire la sicurezza e l’affidabilità dell’AI e, allo stesso tempo, non scoraggiare la sperimentazione e l’ulteriore sviluppo, concentrandosi sul miglioramento della trasparenza riguardo alle capacità della tecnologia e sulla risoluzione delle incertezze legali relative alla responsabilità.
Infine dovranno essere messe in atto misure adeguate per sostenere i lavoratori nella transizione tra posti di lavoro e tra settori attraverso riqualificazione e politiche adeguate del mercato del lavoro. Ed è forse su questo ultimo punto che serve muoversi con priorità e quanto più di anticipo, stante la velocità con la quale assistiamo tutti allo sviluppo ed all’affermazione di questa tecnologia.(riproduzione riservata)
*Gea Consulenti di Direzione
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