Lo sportello di supporto psicologico per i familiari dei detenuti, da cui prende le mosse anche questa rubrica, è quasi arrivato al suo secondo anno di attività. Oggi vi partecipano non solo i familiari delle persone uccise dal carcere, ma anche quelli dei detenuti che vivono un calvario all’interno del sistema penitenziario a causa di patologie non conciliabili con la detenzione, mancanza di cure fisiche e psicologiche. Vi sono inoltre ex detenuti che hanno vissuto l’oscurità delle celle e che condividono la propria storia. Tutti sono benvenuti a partecipare, ogni contributo è importante. Le riunioni si svolgono ogni venerdì dalle 19:00 alle 21:00. Il link per accedere alla riunione settimanale viene pubblicato qualche giorno prima dell’incontro sul gruppo Telegram “Morire di carcere” e su quello Whatsapp “Sportello di supporto psicologico per i familiari dei detenuti”.
Adesioni e lettere possono essere inviati anche all’indirizzo e-mail dell’associazione Yairahia Ets ([email protected]). Avvocati, volontari, membri di associazioni, garanti delle persone private della libertà sono invitati a unirsi e a condividere il proprio punto di vista.
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Immagina un orologio fermo, con le lancette incrinate, in primo piano. L’inquadratura si allarga lentamente su una cella spoglia, illuminata solo dalla luce fioca di un neon tremolante. Immagina una lunga sequenza di calendari appesi alla parete, che si sfogliano all’indietro, mentre voci sussurrano qualcosa di poco chiaro. Il vento sfoglia lentamente le pagine, fino a fermarsi su una pagina bianca. Al centro, qualcuno ha scritto: “Anche nel buio, c’è luce”. Immagina novanta persone che si sono tolte la vita. Novanta detenuti, ognuno con una storia, un sogno infranto, una voce mai ascoltata. Immagina i loro volti, le loro speranze, che si dissolvono nel silenzio. Ogni numero è una vita, ogni vita è un dolore che si aggiunge a quello di chi resta.
Immagina un uomo guidato dal sogno di dare un futuro migliore alla sua famiglia: «Mi chiamo… O forse no. Qui dentro i nomi non contano più. Solo i numeri. Solo il silenzio…».
Immagina Giuseppe Santoleri seduto sulla branda, il volto nascosto tra le mani, il grigio della cella che sembra avvolgerlo. Immagina di essere un’ombra tra tante. «Ho gridato aiuto fino a perdere la voce. Ma qui le parole rimbalzano sui muri e tornano indietro, vuote…».
Immagina Fabiano Visentini appoggiato contro il muro, con lo sguardo fisso nel vuoto: «Il dolore è diventato il mio compagno di cella. L’unico che non mi abbandona mai…». Le sue richieste di farmaci antalgici rimangono inascoltate. Il dolore diventa insopportabile. Un uomo che pensava solo a scontare la sua pena, abbandonato dal sistema che doveva curarlo.
Immagina Giuseppe Pietralito, inginocchiato sul pavimento mentre guarda le sbarre: «Cercavo un lavoro, una possibilità. Ho trovato porte chiuse e silenzio…». Ai suoi legali confessa il peso della sua condizione, la sfiducia che lo divora. Il 2026 sembrava troppo lontano. Un lenzuolo diventa la sua ultima scelta.
Immagina Giuseppe Pilade seduto su un letto, con le mani che stringono le coperte: «Otto mesi. Duemilaquattrocento ore di solitudine. Il tempo qui non scorre, striscia…». Un’anima fragile, abbandonata all’isolamento. Otto mesi di solitudine forzata. Le sue richieste di aiuto rimbalzano su muri di indifferenza. Un passato di tentativi di evasione diventa la sua condanna definitiva. La sua vulnerabilità ignorata, insieme a una sofferenza psicologica destinata a crescere.
Immagina un giovane, giacente immobile sul letto bianco. Intorno a lui, la sua famiglia in lacrime. Il silenzio è rotto solo dal suono ritmico dei macchinari. Dottore: «Ha espresso già da tempo la volontà di donare i suoi organi». Un ultimo gesto d’amore. Anche dalla più profonda disperazione, ha scelto di donare speranza. Di trasformare il suo addio in un nuovo inizio per altri.
Ogni giorno, qualcuno smette di respirare. Non per mancanza d’aria, ma per eccesso di disperazione. Immagina più di seicento vite spezzate in dieci anni. Numeri che crescono, dolori che restano invisibili. Dietro ogni cifra c’è un volto, una storia, una voce mai ascoltata. Immagina una scritta: “Novanta vite spezzate nel 2024. Questa non è una storia. È la nostra realtà”. Immagina una sequenza di titoli di giornale che si ripete anno dopo anno: “Emergenza carceri”, “Sovraffollamento in carcere”, “Ancora un suicidio”.
La voce narrante legge i nomi e le date degli ultimi suicidi. Immagina un racconto che non è solo dolore. Un invito a ricordare che, dietro ogni numero, c’è una vita. Un’anima che ha bisogno di essere ascoltata.
Immagina la parola “FINE” sullo schermo, seguita da un punto interrogativo lampeggiante: una domanda assillante per una società che continua a voltare lo sguardo dall’altra parte, prima che tutto svanisca. Non sono storie di fantasia. Sono cronache quotidiane di un sistema che ignora il significato della parola “riabilitazione”. Ogni nome citato è reale, ogni storia è vera, ogni dolore è stato vissuto nella solitudine di celle che sono diventate tombe per sogni e speranze. E soprattutto, aleggia in queste storie la legge non scritta del carcere, che impone silenzio, che stabilisce chi può parlare e chi deve tacere, che induce a non fidarsi di nessuno.
Immagina il calendario sul muro che continua a segnare i giorni, mentre nuove storie si aggiungono a un archivio di dolore che sembra non avere fine. Le pagine si sfogliano, portando con sé il peso di vite interrotte, di grida inascoltate, di dignità negate. Non è fiction, è la realtà quotidiana delle carceri italiane, dove ogni giorno qualcuno perde la speranza, dove la solitudine diventa una condanna più pesante di qualsiasi sentenza, dove l’indifferenza uccide più delle sbarre. Il contatore anno dopo anno continua a girare, inesorabile.
IL TRAGICO ELENCO DEGLI OMICIDI DI STATO
30 dicembre 2024. Muore Wajdi Hella, tunisino di ventisette anni, trasferito dalla casa circondariale di Ferrara a quella di Piacenza per motivi disciplinari e lì posto in isolamento. All’inizio della sua detenzione a Piacenza gli era stato attribuito un rischio suicidario medio, successivamente tolto. Il giovane si sarebbe messo il cappio attorno al collo e sarebbe salito su una sedia. Un agente di polizia penitenziaria, accortosi della situazione, sarebbe corso a prendere le chiavi della cella, ma al suo ritorno ha trovato il ragazzo impiccato.
17 dicembre 2024. Un giovane detenuto italiano di ventitré anni si toglie la vita nel carcere di Mammagialla a Viterbo. Si impicca alla finestra della cella. Nome non reso pubblico.
15 dicembre 2024. Luca Lunardi, italiano, cinquant’anni, aveva tentato di togliersi la vita impiccandosi in una cella del reparto “transito” della Casa di reclusione di Alessandria San Michele. Soccorso, muore pochi giorni dopo in ospedale.
6 dicembre 2024. Robert Octavian Radion, ventiquattro anni, si toglie la vita nella casa circondariale di Montorio, impiccandosi con un lenzuolo nella sua cella. Dopo un’agonia durata due giorni spira all’ospedale di Verona. Nonostante fosse stato identificato come un ragazzo con “seri problemi psichiatrici”, si trovava in carcere anziché in una struttura di cura.
4 dicembre 2024. Amir Dhouiou, ventuno anni, di origini tunisine, si suicida nel carcere di Marassi. Era stato collocato al centro clinico, nella sezione speciale per detenuti con problemi di salute, e sottoposto a monitoraggio continuo.
28 novembre 2024. Cristian Francu, cinquantuno anni, di nazionalità rumena, si toglie la vita gettandosi dal quinto piano dell’ospedale di Perugia. Era stato trasferito dal carcere di Terni al reparto di medicina interna poco prima del tragico gesto.
27 novembre 2024. Luca Zampini, quarantacinque anni, muore in ospedale dopo essersi impiccato nella sua cella del carcere di La Spezia.
26 novembre 2024. Giampiero Orrù, ventisette anni, si toglie la vita in carcere a Uta. Aspettava il nulla osta per essere trasferito in comunità. I suoi organi hanno permesso di salvare cinque vite. Il suo cuore è stato donato a una ragazza di diciannove anni affetta da cardiomiopatia, restituendole la possibilità di una vita normale. Il fegato ha dato speranza a un uomo di sessantotto anni colpito da una grave epatopatia. Il rene destro è stato trapiantato a una donna di quarantaquattro anni che lottava contro l’insufficienza renale, mentre il pancreas e il rene sinistro hanno cambiato la vita di un uomo di quarantasette anni affetto da una forma grave di diabete.
21 novembre 2024. Benito Viscovo, ventotto anni, si suicida impiccandosi con un lenzuolo nel carcere di Poggioreale.
15 novembre 2024. Ben Mahmoud Moussa, tunisino di ventotto anni, si suicida pochi giorni dopo essere stato arrestato in stato confusionale a Marassi. Gli addetti alla sorveglianza cercano di salvarlo ma lui muore in ospedale poche ore dopo. Fuori dal carcere aveva un lavoro, faceva il pizzaiolo, ed era in cura per disturbi mentali.
5 novembre 2024. T.M., un uomo marocchino di quarantuno anni, si toglie la vita nel carcere di Venezia. A febbraio avrebbe riacquistato la libertà, ma ha deciso di suicidarsi nella sua cella utilizzando una cinghia.
2 novembre 2024. Vincenzo Bellafesta, cinquantatré anni, si suicida nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Utilizza un lenzuolo per impiccarsi.
28 ottobre 2024. Federico Librere, cinquantasette anni, descritto come un detenuto “tranquillo”, si toglie la vita nel carcere di Prato.
22 ottobre 2024. Giuseppe Lacarpia, sessantacinque anni, si impicca nella sua cella del carcere di Bari.
11 ottobre 2024. Pasquale Del Mastro, quarantaquattro anni, si suicida nel carcere di San Vittore strangolandosi con i lacci delle scarpe nel suo letto.
8 ottobre 2024. Un uomo di quarant’anni, di nazionalità tunisina, si toglie la vita impiccandosi nel carcere di Vigevano. Gli mancava un anno per il fine pena. Nome non reso pubblico.
4 ottobre 2024. K.S., marocchino di ventiquattro anni, viene trovato impiccato alle sbarre della sua cella nel carcere di Vicenza.
17 settembre 2024. Salvatore Di Vivo, cinquant’anni, si toglie la vita impiccandosi nella sua cella del carcere di Regina Coeli.
16 settembre 2024. John Ogais, trentadue anni, era stato trasferito dal carcere di Avellino a quello del Tricolle. Soffriva di problemi psichici. Si suicida nel carcere di Ariano Irpino. Era sottoposto a sorveglianza attiva dopo aver aggredito quattro agenti il giorno precedente.
5 settembre 2024. Vincenzo Villani, quarantasette anni, si toglie la vita nel carcere di Imperia, impiccandosi nella sua cella. Aveva una pena di sei mesi, che sarebbe terminata a gennaio 2025. A fare la tragica scoperta sono stati i suoi compagni di cella, al rientro dall’ora d’aria.
5 settembre 2024. V. G., cinquant’anni, detenuto al carcere di Gorgona, pone tragicamente fine alla propria vita in un appartamento a Rosignano, mentre si trova in permesso premio.
2 settembre 2024. Un detenuto italiano, sessantadue anni, ex tossicodipendente e apparentemente privo di legami familiari, si toglie la vita impiccandosi nella sua cella, sezione di isolamento del carcere di Benevento. Nome non reso pubblico.
29 agosto 2024. Abdeljalil Saddiki, cinquantaquattro anni, di origine marocchina e padre di due figli, si toglie la vita nel carcere della Pulce a Reggio Emilia.
15 agosto 2024. Oussiai Atef, trentasei anni, tunisino, era stato trasferito la sera precedente dal carcere di Ascoli Piceno. Viene trovato impiccato nel giorno di Ferragosto, nella sezione di isolamento del carcere di Parma.
7 agosto 2024. Djobbi Saber, trentacinque anni, tunisino, si toglie la vita nella sua cella del reparto isolamento, con il laccio che usava come cintura, nella Casa circondariale di Prato.
5 agosto 2024. Shein Ajim, cinquantacinque anni, origini albanesi. Muore impiccandosi nella casa circondariale di Biella. A nulla servono i soccorsi.
5 agosto 2024. Luca Di Lascio, quarantotto anni, originario di Montecorvino Rovella, si sarebbe suicidato impiccandosi nel bagno della camera di sicurezza del Tribunale di Salerno dov’era stato tradotto in mattinata per la convalida dell’arresto.
3 agosto 2024. Un uomo di trentuno anni, originario del Marocco, si toglie la vita nella cella della casa circondariale di Cremona. Nome non reso pubblico.
30 luglio 2024. Kassab Mohammad, venticinque anni, carcere di Rieti, si toglie la vita mentre è in isolamento. Era in attesa di giudizio.
27 luglio 2024. Ismaele Lebiati, ventisei anni, si impicca nella sua cella della casa circondariale di Prato. Subito soccorso e condotto in ospedale, spira poco dopo.
26 luglio 2024. Giuseppe Pietralito, trent’anni, si suicida nel carcere di Rebibbia, Reparto G12. La paura di Giuseppe Pietralito era racchiusa in poche parole confidate ai suoi avvocati: «Non ho un lavoro. Non ho nulla. Nessuno crederà in me». Queste frasi esprimevano la sua angoscia, un timore profondo per ciò che si trovava oltre le sbarre. Il futuro sembrava per lui un incubo, privo di riscatto, di prospettive e di opportunità.
21 luglio 2024. Lulzim Musta, quarantottenne di origine albanese, si suicida nella casa circondariale di Bologna.
15 luglio 2024. Alessandro Patrizio Girardi, originario di San Donà di Piave, trentasette anni, viene trovato impiccato nella notte con un lenzuolo, nella sua cella della casa circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia.
13 luglio 2024. Un detenuto straniero, quarantacinque anni, muore soffocato con un sacchetto di plastica nel carcere di Monza. Nome non reso pubblico.
12 luglio 2024. Fabiano Visentini, cinquantuno anni, si suicida in carcere a Montorio: era in sciopero della fame per ottenere i farmaci per le sue patologie. Si è ammazzato inalando il gas di una delle bombolette che vengono usate per i fornellini da cucina in dotazione nelle celle.
8 luglio 2024. Fabrizio Mazzaggio, cinquantasette anni, si impicca nel bagno della sua cella a Varese. Aveva problemi di tossicodipendenza.
7 luglio 2024. Vincenzo Urbisaglia, ottantuno anni, muore suicida nel carcere di Potenza. Pochi giorni prima, ai suoi avvocati era stata rifiutata la richiesta di scarcerazione per condizioni di salute fisica e mentale problematiche.
4 luglio 2024. Fadi Bin Sasi, vent’anni, tunisino, si impicca nella casa circondariale di Solliciano. Dopo aver appreso la notizia, i compagni danno inizio a una protesta.
4 luglio 2024. Yousef Hamga, vent’anni, egiziano, si impicca nella casa circondariale di Pavia. Muore in ospedale.
2 luglio 2024. Muore in ospedale un detenuto di trentacinque anni che si era impiccato a Livorno. Era in carcere da venti giorni. Nome non reso pubblico.
1 luglio 2024. Giuseppe Spolzino, ventuno anni, si impicc nella doccia della sua cella nel carcere di Paola. Sarebbe uscito nel 2027.
27 giugno 2024. Luca Mailon D’Auria, un ragazzo di ventuno anni, già sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, si uccide inalando gas nel carcere di Frosinone. Non era la prima volta che tentava di togliersi la vita.
27 giugno 2024. Un detenuto egiziano di quarantasette anni si impicca nella sua cella nel carcere di Marassi a Genova. Nome non reso pubblico.
26 giugno 2024. Francesco Fiandaca, trentotto anni, lavorante in cucina, impegnato in diverse attività “rieducative”, si impicca nel carcere Malaspina di Caltanissetta.
21 giugno 2024. Alì Saufiane, algerino, vent’anni, si impicca nel carcere di Novara “con un cappio rudimentale” (così riferisce il sindacato della polizia penitenziaria).
15 giugno 2024. Un detenuto italiano di quarantatré anni si suicida nel carcere di Sassari. Nome non reso pubblico.
15 giugno 2024. Giuseppe Santoleri, settantaquattro anni, si suicida soffocandosi nel proprio letto nel carcere di Teramo.
14 giugno 2024. Alin Vasili Ciobotariu, quarantasei anni, si suicida impiccandosi alla finestra della sua cella, nel carcere di Biella.
13 giugno 2024. Antimo Luigi Bencivenga, trentotto anni, si toglie la vita nella casa circondariale di Ariano Irpino.
11 giugno 2024. Domenico Amato, cinquantasei anni, viene trovato impiccato di mattina presto nel carcere di Ferrara.
4 giugno 2024. Mohamed Ishaq Jan, pachistano, trentuno anni, si toglie la vita nel carcere di Regina Coeli.
2 giugno 2024. George Corciovei, trentuno anni, rumeno, si suicida impiccandosi in cella quando gli altri detenuti che condividevano con lui la stanza sono all’ora d’aria, nel carcere di Santa Maria Maggiore.
2 giugno 2024. Mustafà Attar, ventitré anni, si impicca nel carcere di Cagliari, ma il suo corpo non cede subito. Muore due giorni dopo in ospedale.
23 maggio 2024. Maria Assunta Pulito, sessantaquattro anni, si soffoca con due sacchetti di plastica annodati intorno alla testa e alla gola, nel carcere di Torino.
16 maggio 2024. Santo Perez, venticinque anni, si toglie la vita impiccandosi nella sezione Media sicurezza del carcere di Parma.
4 maggio 2024. Giuseppe Pilade, trentadue anni, aveva disturbi psichiatrici e sarebbe dovuto stare in una Rems. Come per la maggior parte dei sofferenti psichiatrici, non c’era posto per lui. Si impicca utilizzando il lenzuolo del suo letto nel carcere di Siracusa.
22 aprile 2024. Yu Yang, trentasei anni, si impicca attaccandosi alla terza branda del letto a castello a Regina Coeli.
17 aprile 2024. Nazim Mordjane, trentadue anni, palestinese, muore inalando gas da un fornello da campeggio nel carcere di Como. Nel settembre 2023 era scappato dall’ospedale San Paolo di Milano.
10 aprile 2024. Ahmed Fathy El Haddad, quarantadue anni, egiziano, tenta di impiccarsi con il cavo del televisore nel carcere di Pavia. Muore poco dopo in ospedale.
7 aprile 2024. Karim Abderrahin, trentasette anni, si impicca in cella nel carcere di Vibo Valentia.
1 aprile 2024. Massimiliano Pinna, trentadue anni, si impicca al suo secondo giorno di detenzione nel carcere di Uta.
27 Marzo 2024. Un detenuto nigeriano ventiseienne si suicida nel carcere di Tempio Pausania in provincia di Sassari. Nome non reso pubblico.
27 marzo 2024. Un detenuto italiano, cinquantadue anni, si impicca al cancello della cella con il laccio dei pantaloni nel carcere di Bancali. Nome non reso pubblico.
24 marzo 2024. Alvaro Fabrizio Nunez Sanchez, trentuno anni, attendeva l’ingresso in una Rems da alcuni mesi, per gravi sofferenze psichiatriche. Si uccide nel carcere di Torino.
21 marzo 2024. Alicia Siposova, cinquantasei anni, slovacca, si suicida dopo aver inalato del gas, nel carcere di Bologna.
14 marzo 2024. Amin Taib, ventotto anni, tossicodipendente, si uccide nella cella di isolamento a Parma.
13 marzo 2024. Patrck Guarnieri si impicca e muore per asfissia il giorno in cui compie vent’anni nel carcere di Teramo.
13 marzo 2024: Andrea Pojioca, trentuno anni, ucraino. Si toglie la vita nel carcere di Poggioreale, a Napoli.
12 marzo 2024. Jordan Tinti, trapper, ventisette anni, si uccide in carcere a Pavia. Aveva già tentato il suicidio pochi mesi prima.
26 febbraio 2024. Un detenuto marocchino di quarantacinque anni si impicca nel carcere di Prato. Nome non reso pubblico.
14 febbraio 2024. Matteo Lacorte, quarantanove anni, si impicca nel carcere di Lecce, reparto di massima sicurezza. La Procura apre delle indagini per istigazione al suicidio.
13 febbraio 2024. Rocco Tammone, sessantaquattro anni, in semilibertà, si toglie la vita nel cortile del carcere dopo essere rientrato dal lavoro.
11 febbraio. Un detenuto albanese di quarantasei anni, imprenditore, si uccide nel carcere di Terni. Il suicidio sembrerebbe legato a un dramma familiare. Nome non reso pubblico.
10 febbraio 2024. Singh Parwinder, trentasei anni, d’origine indiana, si uccide nel bagno del carcere di Latina.
8 febbraio 2024. Hawaray Amiso, ventotto anni, doveva scontare solo tre mesi di carcere a Genova. Avrebbe manomesso la serratura del cancello della cella per ritardare l’intervento degli agenti di custodia prima di impiccarsi.
4 febbraio 2024. Ousmane Sylla, ventidue anni, si suicida nel CPR di Ponte Galeria a Roma.
3 febbraio 2024. Alexander Sasha, ucraino di trentotto anni, si suicida nel carcere di Montorio. Aveva già tentato di tagliarsi la gola una settimana prima di impiccarsi.
3 febbraio 2024. Carmine S., detenuto disabile di cinquantotto anni, si impicca nel carcere di Carinola (Caserta).
28 gennaio 2024. Michele Scarlata, sessantasei anni, si uccide nel carcere di Imperia pochi giorni dopo esserci entrato. Era in attesa di giudizio.
25 gennaio 2024. Ivano Lucera, trentacinque anni, si impicca nel carcere di Foggia.
25 gennaio 2024. Ahmed Adel Elsayed, trentaquattro anni, di origine egiziana, viene trovato dagli agenti impiccato nel bagno della sua cella a Rossano Calabro. Gli mancava poco per il fine pena.
24 gennaio 2024. Jeton Bislimi, trentaquattro anni, si uccide nel carcere di Castrogno a Teramo. Aveva già tentato il suicidio altre volte.
23 gennaio 2024. Antonio Giuffrida, cinquantasette anni, si impicca nel carcere di Montorio.
22 gennaio 2024. Luciano Gilardi, a cui manca un mese per ottenere la libertà, muore suicida a Poggioreale.
15 gennaio 2024. Mahomoud Ghoulam, trentotto anni, marocchino, entrato da poco in carcere, si toglie la vita a Poggioreale.
15 gennaio 2024. Andrea Napolitano, trentatré anni, si uccide a Poggioreale. Soffriva di disturbi psichiatrici.
12 gennaio 2024. Fabrizio Pullano, cinquantanove anni, si impicca nel padiglione di Alta sicurezza del carcere di Agrigento.
10 gennaio 2024. Alam Jahangir, quarant’anni, originario del Bangladesh, si impicca con un pezzo di lenzuolo a Cuneo pochi giorni dopo il suo ingresso in carcere.
8 gennaio 2024. Stefano Voltolina, ventisei anni, soffriva di depressione. Muore impiccato nel carcere di Padova.
6 gennaio 2024. Matteo Concetti, ventitré anni, affetto da disturbo bipolare, era stato riportato nel carcere di Ancona dopo aver violato l’orario di rientro mentre stava scontando una pena alternativa lavorando in una pizzeria. Il 5 gennaio avverte sua madre: «Se mi mandano in isolamento, mi uccido». Così accade. (a cura dell’associazione yairaiha ETS)
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