«Grande festa per la città». Provocazione Tony Effe

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L’azzardo natalizio alla fine paga e il Circo Massimo si riempie per il Concertone: sono stati in 70mila a darsi appuntamento all’appuntamento di fine anno, un evento tradizionale che quest’anno ha però regalato parecchi colpi di scena. Dopo aver occupato le cronache a cavallo di Natale, la serata è andata liscia, con cinque ore di musica cominciate con Taekwondo, i Cosmonauti Borghesi e gli Origami Smiles (la band di Francesco Valdiserri, il 19enne investito e ucciso nel 2022 sulla Colombo), mentre con la sua esibizione Andrea Rivera ha promosso l’adozione degli animali. E ancora, l’Orchestraccia ha omaggiato alcuni grandi protagonisti della cultura di Roma: da Marcello Mastroianni a Ennio Flaiano, Ennio Morricone e Gabriella Ferri. Poi, il momento della pizzica salentina con La Notte della Taranta e le canzoni di Fabrizio De André interpretate dalla Pfm.

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Angelo dei Ricchi e Poveri si scusa per la parolaccia di Capodanno (e spiega cosa è successo): «Non si sentiva la mia voce»

LE STAR
Mentre ad accompagnare il pubblico al brindisi di mezzanotte sono stati i grandi classici di Boy George e dei Culture Club, gli ospiti internazionali annunciati all’ultimo momento dal Campidoglio. Tra i grandi successi della band britannica – come “Karma Chameleon” o “Do You Really Want to Hurt Me” – ecco due cover: “Purple rain” di Prince e “Io che non vivo (senza te)” di Pino Donaggio, cantata in italiano. Infine, fino alle 2 di notte spazio alla dance di Gabry Ponte. Di certo, guardando alla scelta di artisti e temi sul palco, il Campidoglio ha pensato a un evento con vari messaggi sociali dopo le polemiche legate ai testi di Tony Effe (rispetto ai quali erano piovute da una parte del mondo politico e dell’associazionismo accuse di misoginia e sessismo). Accantonato a ridosso di Natale il trapper romano – nel caos successivo si erano ritirati poi per solidarietà dal Concertone anche Mahmood e Mara Sattei – il rischio flop incombeva, tanto che a un certo punto era filtrata anche l’ipotesi di un “concertino” a piazza del Popolo, utile a evitare l’effetto “piazza vuota”. E invece, alla fine la scommessa ha pagato, almeno guardando ai numeri dell’evento. Tanto che a bocce ferme il sindaco Roberto Gualtieri (salito sul palco durante l’evento) parla di «una serata di capodanno coinvolgente ed emozionante al Circo Massimo. Tantissimi romani, romane e turisti hanno dato vita e calore a quella che è stata una grande festa popolare per tutta la città. Grazie a tutti quanti hanno contribuito alla riuscita di questo bellissimo evento». Mentre per l’assessore Alessandro Onorato (Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda) «Roma si conferma la capitale dei grandi eventi. Un ringraziamento particolare alle tantissime persone che hanno lavorato giorno e notte per rendere possibile tutto ciò. Dagli oltre 60 operatori sanitari presenti al concerto ai vigili del fuoco che hanno presidiato la zona, dai centinaia di agenti della Polizia Locale a tutti gli operai e tecnici, quasi un migliaio, coinvolti nell’allestimento dei due palchi e nella gestione delle cinque ore di concerto. Senza di loro, non avremmo potuto festeggiare in questa grande notte».

L’ALTRA SERATA
Oltre che al Circo Massimo, a Capodanno i riflettori erano però puntati anche al PalaEur, lesto nel chiamare Tony Effe una volta che il trapper era rimasto appiedato. Scontato il successo di pubblico – anche per la scelta dei biglietti calmierati a 10 euro – l’uomo al centro delle polemiche ha scelto di iniziare il concerto con un video in cui ha ripercorso le notizie di tg e giornali sul suo caso. Prima di salire sul palco nientemeno che con la fascia tricolore, al grido di «è arrivato il sindaco!» e lanciando in diretta un sondaggio su una sua eventuale discesa in campo: «Se fra 15-20 anni mi candidassi a sindaco di Roma, voi mi votereste?». Mentre, duettando con Side Baby (l’ex collega della Dark Polo Gang, il gruppo con cui ha esordito), Tony Effe ha chiamato a raccolta le donne presenti («sono contento che molte stiano dalla mia parte. Mi inchino anche alle mamme, un applauso a tutte le mamme, anche se la mia non è venuta stasera»). Niente Mahmood e Mara Sattei (ipotizzati come ospiti a sorpresa) ma sul palco sono comparsi i rapper Lazza, Bello Figo e Capo Plaza. Fino alla coda polemica del giorno dopo, ovviamente via social: «È più facile attaccare me che risolvere i veri problemi del nostro paese», si legge tra le altre nel lungo post su Instagram con cui il trapper ha scelto di aprire l’anno. D’altronde, ha aggiunto, «ci aspetta un 2025 spietato».

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