Da Balenciaga a Dolce&Gabbana, Gianfranco Ferré, Yves Saint Laurent, Dior e Loro Piana, la moda sarà protagonista di numerose mostre nel 2025. Da Milano a Roma, Londra, Parigi e New York, il nuovo anno sarà ricco di appuntamenti che porteranno il fashion e i suoi protagonisti nei più prestigiosi musei e istituzioni globali. Tra le prime date da segnare in agenda c’è il 24 gennaio, quando aprirà la prima mostra dedicata alla moda del museo del Louvre. Si tratta di «Louvre couture. Objets d’art, objets de mode» che durerà fino al 21 luglio e che verterà sul rapporto tra arte e moda, con 65 abiti e 30 accessori di 40 stilisti.
Bisognerà invece attendere per la mostra «Dalì e la moda» a Palazzo reale a Milano, inizialmente prevista da settembre 2025 a gennaio 2026. Contattati da MFF, i portavoce del museo hanno spiegato che è stata riprogrammata, ma la data di apertura è ancora in via di definizione e comunque non sarà nel 2025. In tema di debutti, Loro Piana festeggerà 100 anni con la sua prima mostra di sempre al Museum of art Pudong di Shanghai. In programma dal 22 marzo al 5 maggio, l’esposizione ripercorrerà la storia familiare e l’heritage del marchio tra immagini d’archivio e capi commissionati ad hoc.
Intanto, fino al 12 gennaio si potrà visitare la mostra «Alaïa/Kuramata: la légèreté en création» alla Fondation Azzedine Alaïa di Parigi. Curata da Carla Sozzani e Olivier Saillard, affianca una ventina di mobili del progettista Shiro Kuramata ad altrettante creazioni di Azzedine Alaïa, mettendo in luce il comune intento di astrazione espresso dal radicale equilibrio di tagli, materiali e trasparenze. Fino al 2 febbraio, la mostra «Masquerade, make-up & Ensor» al MoMu di Anversa indagherà il rapporto con la bellezza e il passare del tempo, fondendo moda, make-up e arte, in particolare i dipinti e le incisioni di James Ensor. Centrale è il concetto di maschera, affrontato attraverso il lavoro di designer come Martin Margiela, Christian Lacroix e Walter Van Beirendonck.
Dal 10 gennaio al 31 marzo, il Grand palais ospiterà la tappa parigina della mostra «Dal cuore alle mani» di Dolce&Gabbana, dopo il debutto milanese a Palazzo reale. Curata da Florence Müller, l’esposizione permette di immergersi nelle atmosfere dell’alta moda di Domenico Dolce e Stefano Gabbana attraverso dieci sale e 200 creazioni, esplorando il loro approccio non convenzionale al lusso. Al Forte di Bard di Aosta, fino al 9 marzo la mostra «Gianfranco Ferré dentro l’obiettivo» racconterà il lavoro dello stilista a partire da immagini fotografiche in occasione degli 80 anni dalla sua nascita. Curato dal Centro ricerca Gianfranco Ferré del Politecnico di Milano e Cz fotografia, il percorso riunisce stampe, diapositive e provini assieme ad abiti e disegni. Protagonista è la sezione fotografica dell’archivio storico Gianfranco Ferré, con oltre 90 opere di otto maestri della fotografia di moda come Gian Paolo Barbieri, Steven Meisel e Guy Bourdin. Dal 21 febbraio al 2 marzo, Palazzo Morando a Milano ospiterà «Balenciaga: shoes from Spain tribute». Promossa dalla Federazione delle industrie calzaturiere spagnole, è la prima monografica dedicata a Cristóbal Balenciaga in Italia a 130 anni dalla sua nascita. L’exhibition prende le mosse dall’approccio rivoluzionario del couturier basco alla silhouette femminile, mettendo in dialogo 25 suoi modelli originali con le creazioni di selezionati esponenti dell’industria calzaturiera spagnola di oggi.
Fino al 9 marzo, al Fashion textile museum di Londra si potranno invece rivivere le atmosfere del leggendario nightclub Taboo con la mostra «Outlaws: fashion renegades of 80s London». In scena, abiti e accessori del fondatore e designer Leigh Bowery e di oltre 30 stilisti, oltre a fotografie, film e opere d’arte. Sempre a Londra, Kensington palace ospiterà fino al 13 marzo la mostra «Dress codes», volta a esplorare i codici dell’abbigliamento reale e l’impatto che la moda può avere quando queste convenzioni vestimentarie si evolvono. In scena, i capi indossati da una giovane Elisabetta II e da Lady Diana, ma anche da Vivienne Westwood.
Spostandosi a Parigi, c’è tempo fino al 16 marzo per visitare «Stephen Jones, chapeaux d’artiste» al Palais Galliera. Per la prima volta in oltre 40 anni, il museo dedica un’intera mostra a un accessorio, il cappello, trattato come un’opera d’arte a se stante. Il percorso si concentra sul processo creativo del modista inglese e sul ruolo di Parigi nel suo lavoro, ripercorrendo le collaborazioni con la couture e con designer del calibro di Jean Paul Gaultier, Thierry Mugler e John Galliano.
Curata da Maria Luisa Frisa e realizzata in collaborazione con Cnmi-Camera nazionale della moda italiana, «Memorabile. Ipermoda» sarà visitabile fino al 23 marzo al Maxxi di Roma. La mostra racconta la moda come strumento per riflettere sul presente attraverso abiti, accessori, materiali d’archivio e video. Si potranno ammirare i virtuosismi di Viktor&Rolf e la couture di Dior by Maria Grazia Chiuri o quella di Schiaparelli nell’interpretazione di Daniel Roseberry. Ma anche le esplorazioni concettuali di Jonathan Anderson e quelle politiche di Virgil Abloh per Louis Vuitton, fino alle esperienze recenti di Alessandro Michele da Valentino e Francesco Risso da Marni. Doppio appuntamento al Fit di New York con le mostre «All that glitters…» e «Fashioning wonder: a cabinet of curiosities». La prima, visitabile dal 26 febbraio al 23 marzo, riflette sul rapporto tra i materiali della moda e la luce, mentre la seconda, in calendario dal 19 febbraio al 20 aprile, esplora le connessioni tra i cabinets de curiosités e la moda attraverso 200 abiti e accessori di Mary Katrantzou, Pucci, Tom Ford e Comme des garçons ispirati agli oggetti rari e originali collezionati nelle Wunderkammer.
Si fa in due anche Dior, che fino al 2 aprile sarà a Riyadh con la mostra «Christian Dior: designer of dreams» negli spazi del Museo nazionale saudita, e fino al 4 maggio celebrerà il sodalizio con il fotografo Peter Lindbergh attraverso «Dior/ Lindbergh» alla Galerie Dior di Parigi. Concepita assieme alla Fondazione Peter Lindbergh, l’esposizione riunisce un centinaio di scatti realizzati tra il 1988 e il 2018 dal noto fashion photographer alle creazioni della maison. Sempre fino al 4 maggio, la mostra «Les fleurs d’Yves Saint Laurent» al Musée Yves Saint Laurent di Parigi metterà in luce il rapporto del couturier con i fiori e la natura attraverso una trentina di disegni e capi, tra cui il look della sposa d’estate incarnata da Laetitia Casta nel 1999. Ed è dedicata allo stilista francese anche la mostra «En scène, Yves Saint Laurent. Costumi e scene per balletto, teatro e music hall» alla Fondazione Nicola Del Roscio di Roma fino al 7 marzo. Una selezione di 60 disegni, bozzetti e schizzi di scena datati tra il 1959 e il 1978 che fa luce su due passioni poco conosciute di Saint Laurent, il teatro e il balletto.
Infine, la mostra «Tomorrow’s wardrobe», fino ad agosto al Design museum di Londra, darà voce all’opera di ricerca e innovazione in atto nel Regno Unito per ripensare il funzionamento dell’industria della moda e del tessile, tra le più inquinanti per il pianeta. Mentre si stima che la produzione annuale di abbigliamento aumenterà del 60% al 2030, l’esposizione affronta l’urgenza del cambiamento con esempi di moda sostenibile. Il lavoro di designer come Stella McCartney, Ahluwalia, Salomon o Phoebe English diventa così l’emblema di un futuro possibile, costruito sia con strumenti high-tech che low-tech, dalle macchine da cucire ai bracci robotici, dall’upcycling all’Ai. (riproduzione riservata)
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