Contrario solleva un possibile conflitto di interessi

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Ci potrebbe essere un conflitto di interessi sull’approvazione dell’affidamento ai privati della gestione dei 9 asili nido comunali.

A sollevare il dubbio è il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Luca Contrario, il quale ha chiesto alla commissione consiliare Garanzia «di approfondire e verificare la legittimità degli atti votati». Nel mirino del gruppo del Pd sembrerebbero esserci l’assessore comunale al Patrimonio, Marcello Murgia, e la consigliera comunale Elena Pittaccio

Cosa sarebbe accaduto. Il Testo unico sugli Enti locali (Tuel), spiega il capogruppo Pd, dispone che gli amministratori comunali devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. Pertanto, qualora giungano all’approvazione della giunta o del Consiglio comunale, proposte deliberative per le quali ricorrano le predette condizioni, l’assessore e/o il consigliere dovrà astenersi dal partecipare alla discussione ed alla votazione.

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«Ora – spiega Contrario motivando la sua iniziativa -, considerando che l’aggiornamento del Dup (il documento unico di programmazione, ndc) ha come provvedimento più significativo la privatizzazione degli asili nido comunali e che l’assessore Marcello Murgia e la consigliera Elena Pittaccio (cognati tra loro ) hanno stretti legami familiari proprio con chi gestisce nel nostro territorio asili nido privati, ho appena sottoposto alla commissione Garanzia del Comune di Taranto la richiesta di approfondimento e verifica sulla legittimità di tali atti deliberati con il voto dei suddetti rappresentanti istituzionali al fine di individuare eventuali conflitti di interesse».

 

M5S, questione asili nido: “necessaria la chiarezza”

Anche il Movimento 5 Stelle di Taranto chiede che, sul presunto conflitto di interessi che sarebbe sorto sull’affidamento ai privati della gestione degli asili nido comunali, provvedimento votato in giunta, dall’assessore Murgia, e in Consiglio dalla consigliera Elena Pittaccio che avrebbero legami di parentela con titolari di strutture private, venga fatta chiarezza.

«Sulla decisione di privatizzare il servizio degli asili nido di Taranto – ricorda il M5S – ci eravamo già espressi (giugno e dicembre 2024), inizialmente alla luce della mancata adesione ai fondi Pnrr, che avrebbero permesso al territorio di fruire di ben 5,18 milioni di euro, utili a potenziare strutture già esistenti e a crearne nuove, per accogliere un numero maggiore di bambini, incrementando anche il numero di corrispondenti posti di lavoro. Infine, abbiamo preso posizione sull’inopportunità della esternalizzazione di un servizio così importante sotto il profilo sociale, giacché riteniamo che la gestione pubblica sia maggiormente garante delle idonee professionalità preposte alla educazione dei minori in età prescolare e garante della dignità salariale dei lavoratori».

E sul possibile conflitto di interessi il M5S chiede in tal senso «massima trasparenza e chiarezza all’amministrazione comunale, con l’auspicio che possa tornare comunque sui suoi passi, relativamente ad una decisione che, a prescindere dal possibile conflitto di interessi, andrebbe a danneggiare i cittadini più piccoli della nostra comunità e toglierebbe tutela a quella categoria di professionisti/e che ha acquisito esperienza lavorativa attraverso un concorso pubblico».

Vietri e Toscano (FdI): “il Comune riparta da zero concertando le soluzioni”

Sulla questione della privatizzazione degli asili comunali è opportuno che l’amministrazione comunale si fermi e ricerchi soluzioni migliorative e condivise rispetto a quelle finora assunte. A tale riguardo, i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Tiziana Toscano e Giampaolo Vietri, in attesa dell’incontro con i sindacati che si terrà il prossimo 13 gennaio su iniziativa del sindaco, hanno chiesto che le organizzazioni sindacali siano convocate in audizione in commissione consiliare Servizi.

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L’obiettivo dei due consiglieri è quello di cercare di porre rimedio ad una vicenda «gestita in modo a dir poco irrituale visto che il confronto tra l’amministrazione, le lavoratrici e le associazioni interessate – sostengono Toscano e Vietri – dovrebbe avvenire prima che le decisioni siano assunte e ratificate in Consiglio. L’amministrazione del resto prima di compiere la propria scelta non si è neanche premunita di sapere quante educatrici intendano proseguire nello svolgimento delle attività per le quali sono state assunte e quante potrebbero dare la disponibilità ad essere trasferite presso altri uffici».

Secondo i due esponenti di Fratelli d’Italia, se ciò fosse avvenuto «avrebbe potuto favorire anche percorsi diversi maggiormente condivisi, fornendo l’occasione al Comune di valutare ad esempio la concessione del servizio all’esterno solo per alcune strutture e il mantenimento del servizio all’interno presso altre al fine di verificare nel tempo le difficoltà e gli elementi di forza delle diverse forme di gestione. Oppure trovare, di concerto con i sindacati, altre soluzioni che consentano comunque al Comune la possibilità di ritornare sui propri passi re-internalizzando il servizio se l’esperienza messa in campo non dovesse soddisfare l’utenza e gli aspetti organizzativi».



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