“Le Comunità Energetiche Rinnovabili incarnano quello che è sempre stato un punto di vista che ritengo ineludibile, e cioè la necessità, l’inevitabilità, che la transizione energetica sia sostenibile a livello ambientale, certo, ma anche economico e sociale”. A usare queste parole è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nella prefazione al libro “Le comunità energetiche rinnovabili: opportunità di sviluppo per i territori e strumento per la transizione energetica”, pubblicato dal Sole 24 Ore col supporto di Enel e RSE.
Riferimento operativo sulle Comunità Energetiche Rinnovabili
Un volume di oltre 250 pagine – firmato da Franco Cotana, Marco Gazzino, Paolo Lisi e Pietro Maria Putti, ma alla cui realizzazione hanno contribuito molti altri autori – che rappresenta una sorta di fotografia dello stato dell’arte delle CER nel nostro Paese. L’obiettivo dichiarato è quello di offrire un supporto e un riferimento operativo sulle Comunità Energetiche, per chiarire gli aspetti più rilevanti nell’articolato processo che comprende lo studio di fattibilità, la progettazione e realizzazione degli impianti FER (acronimo di Fonti di Energia Rinnovabile), la costituzione e lo sviluppo della CER, con l’adesione dei suoi soci consumatori.
“Questo volume – si legge nell’introduzione del libro – nasce con l’obiettivo di offrire agli addetti ai lavori un manuale operativo sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, finalizzato a chiarire, nel miglior modo possibile, sia le regole di base che, soprattutto, le principali criticità che nascono al momento della progettazione di una Comunità Energetica Rinnovabile”. E proprio rispetto alla fase della progettazione, “vengono fornite soluzioni e chiarimenti provenienti da soggetti che, per ruolo e competenze, sono in grado di offrire un’assistenza qualificata”.
Il ruolo dell’Unione Europea
Il punto di partenza, nel raccontare l’evoluzione delle CER in Italia, non può che essere quanto accaduto a Bruxelles, ormai nello scorso decennio. Infatti, gli autori ricordano come è da molti anni che l’Unione Europea ha inserito nei suoi provvedimenti normativi (regolamenti e direttive) l’invito e lo stimolo ai Paesi membri per diventare il più possibile autosufficienti dal punto di vista energetico, oltre che per garantire il raggiungimento della sicurezza dell’approvvigionamento energetico. E sempre dalla UE si sono moltiplicate le richieste ai governi nazionali di attivare un percorso virtuoso verso la decarbonizzazione.
È dunque in questo contesto d’indirizzo che sono nate anche nel nostro Paese le Comunità Energetiche Rinnovabili, appunto in linea con il dettato delle normative europee che nel corso degli anni sono state recepite nello Stivale. CER italiane che si evolvono “con l’obiettivo di realizzare nuovi modelli per la produzione di energia elettrica in grado di stimolare la creazione di soggetti giuridici, ulteriori e diversi da quelli attuali, in territori che, probabilmente, senza gli incentivi previsti non avrebbero avuto né la motivazione né la determinazione per realizzarli”.
Gli obiettivi indicati dall’UE
In particolare, nel libro viene sottolineato come nel nostro Paese il modello attuale delle Comunità Energetiche risponde ai numerosi obiettivi indicati dall’Unione Europea:
- consente una decentralizzazione della produzione energetica da fonte rinnovabile;
- inaugura una stagione nella quale il consumatore diventa anche produttore;
- sviluppa modelli di aggregazione per produrre e consumare energia riducendo la dipendenza energetica;
- rende sostenibile, ambientalmente ed economicamente, filiere locali di produzione di energia elettrica;
- introduce trasparenza grazie alle tecnologie della digitalizzazione e della blockchain;
- consente ai consumatori di partecipare ai mercati energetici, quello della flessibilità su tutti, riuscendo a organizzare i prelievi in funzione delle reali esigenze dei territori.
La metodologia utilizzata
La suddivisione dei capitoli deriva da un’attenta riflessione sul metodo. “La materia delle CER – viene spiegato – risulta intrinsecamente complessa, e pone questioni esegetiche e applicative estremamente diversificate. Talora, non risulta possibile fornire delle risposte certe, ma solo valutazioni professionali, di tipo sostanzialmente probabilistico, basate senza dubbio su metodologie strutturate ma, ancor più, sul buon senso del pater familias. Questo perché, pur con l’intenzione di aderire a canoni di impostazione scientifica, il lavoro collettivo si è posto il fine di divulgare la materia, anche nella problematicità oggettiva di tanti dettagli pratici”.
Al riguardo, risulta lodevole ed estremamente pratico l’inserimento, nella parte conclusiva del libro, di una sezione denominata Le Comunità Energetiche “in pillole”. Si tratta di una dettagliata lista di istruzioni per l’uso, con ben trenta domande ed altrettante risposte che spaziano su tutti i principali argomenti riguardanti le CER. Un ausilio molto utile soprattutto per coloro che hanno il loro primo approccio con le Comunità Energetiche Rinnovabili, ma che presto potrebbero diventare soggetti attivi di una CER.
CER e transizione energetica
Nel primo capitolo del libro si delinea lo scenario, quello della transizione energetica europea, nel quale le Comunità Energetiche Rinnovabili si candidano a rivestire un ruolo sempre più importante. Sono quindi riportati alcuni degli obiettivi principali stabiliti nella direttiva 2018/2001 dell’Unione Europea, poi aggiornati dalla direttiva 2023/2413:
- riduzione delle emissioni di gas serra: l’UE si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050;
- l’UE mira a aumentare la quota di energie rinnovabili nel consumo energetico complessivo. L’obiettivo intermedio per il 2030 è raggiungere almeno il 42,5%;
- migliorare l’efficienza energetica: l’UE mira a risparmiare almeno il 32,5% di energia primaria entro il 2030;
- l’UE sta lavorando per decarbonizzare il settore della produzione di energia elettrica;
- promozione della mobilità sostenibile attraverso la diffusione di veicoli elettrici, la costruzione di infrastrutture di ricarica e l’incentivazione di forme di trasporto pubblico più pulite;
- l’UE promuove attivamente la ricerca e lo sviluppo di tecnologie pulite e sostenibili per sostenere la transizione energetica.
Normative comunitarie e italiane su Comunità Energetiche Rinnovabili
Nei successivi due capitoli viene esposto il quadro molto articolato e tuttora in evoluzione delle normative comunitarie e italiane in tema di Comunità Energetiche Rinnovabili. In relazione alla normativa nazionale, ha recepito quella europea (direttiva RED II) in una prima fase attraverso l’emanazione e conversione in legge del Dl 162/2019 (“decreto Milleproroghe”) e successivamente con il Dlgs 199/2021 e il Dlgs 210/2021. Particolarmente importante, poi, è la delibera ARERA 727/2022/R/EEL con la quale è stato definito il Testo Integrato per l’Autoconsumo Diffuso (TIAD).
Nel libro si sottolinea come “all’interno del TIAD, oltre a definire nel dettaglio le sette configurazioni di autoconsumo diffuso, l’ARERA conferma il modello regolatorio basato su autoconsumo “virtuale” già sperimentato nella fase transitoria. Questo modello permette di valorizzare l’autoconsumo diffuso
senza la necessità di creare nuove reti private, non necessarie e possibilmente costose. A differenza del modello “reale”, infatti, qui l’impianto a fonte rinnovabile è collegato alla rete di distribuzione nazionale solo tramite un contatore d’immissione, eliminando la necessità di reti private dirette”.
Sette configurazioni di autoconsumo
Il quarto capitolo entra per così dire nel merito, affrontando il tema delle Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile (CACER). Come detto, il TIAD definisce sette tipologie di configurazioni per l’autoconsumo diffuso:
- Gruppo di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente
- Gruppo di clienti attivi che agiscono collettivamente
- Comunità Energetica Rinnovabile
- Comunità energetica dei cittadini
- Autoconsumatore individuale di energia rinnovabile “a distanza” con linea diretta
- Autoconsumatore individuale di energia rinnovabile “a distanza” che utilizza la rete di distribuzione
- Cliente attivo “a distanza” che utilizza la rete di distribuzione
Ma, elemento importante, tra queste configurazioni soltanto tre tipologie di “autoconsumatori virtuali” di energia elettrica da fonti rinnovabili possono usufruire della tariffa premio erogata dal GSE, composta da un incentivo a tariffa e dal contributo previsto dal PNRR. Le configurazioni “premiate” sono:
- gruppo di autoconsumatori di energia rinnovabile che, si trovano nello stesso edificio/condomino e che agiscono collettivamente alle condizioni e secondo le modalità di cui all’art. 30 del Dlgs 199/2021;
- autoconsumatore individuale di energia rinnovabile “a distanza” che utilizza la rete di distribuzione;
- comunità Energetiche Rinnovabili che operano nel rispetto di quanto stabilito dall’art. 31 del Dlgs 199/2021.
Il processo d’avvio di una CER
I tre capitoli finali sono quelli dove gli autori affrontano pressoché tutti gli aspetti operativi che nel nostro Paese sono legati al processo di creazione di una Comunità Energetica Rinnovabile, vale a dire “I lineamenti giuridici, tecnici, operativo-organizzativi”, “I modelli economico-finanziari applicabili alle CER” e “I profili fiscali delle CER”. Le fasi più rilevanti nel processo di avvio di una CER vengono quindi descritte in tre tappe:
- Il primo passo che spesso viene fatto per la creazione di una CER è la realizzazione di uno studio di fattibilità, che deve essere necessariamente accompagnato da un business plan economicamente sostenibile, di durata almeno pari alla durata degli incentivi governativi previsti sull’energia condivisa (20 anni).
- Il secondo passo è la definizione di un modello organizzativo che preveda la stesura di uno statuto e di un regolamento, per definire la governance e le regole per la distribuzione degli incentivi tra i soci appartenenti alla CER.
- Il terzo passo prevede il coinvolgimento dei potenziali soci della Comunità Energetica Rinnovabile. Questo processo può essere agevolato da un’efficace comunicazione che trasmetta i principi e soprattutto i benefici, economici, sociali ed ambientali, che stanno alla base della creazione di una CER.
CER fra presente e futuro
Le conclusioni del libro – affidate a Paolo Arrigoni, il presidente del GSE (il Gestore dei Servizi Energetici) – sono un ponte fra il presente e il futuro delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Viene evidenziato che “con l’apertura dei portali GSE per la richiesta di qualifica delle configurazioni di autoconsumo diffuso e per la richiesta dei contributi in conto capitale a valere sul PNRR, le potenzialità delle CER sono notevolmente accresciute”. Nel dettaglio, agli inizi di novembre 2024, a distanza di sette mesi dall’entrata in vigore della nuova disciplina, sono oltre 430 le nuove richieste di accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso inoltrate al GSE, per una potenza complessiva di circa 60 MW, mentre sono oltre 630 le richieste di accesso al contributo PNRR per una potenza complessiva di circa 55 MW di impianti da realizzare nei comuni con meno di 5.000 abitanti.
L’obiettivo è che con le configurazioni di autoconsumo diffuso si arrivi a installare 5 GW di nuova potenza rinnovabile al 2027. In questo modo dalle Comunità Energetiche Rinnovabili arriverà un significativo contributo per raggiungere il target al 2030 di capacità rinnovabile, fissato nel PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia Clima) e pari a 131 GW. “Ma le CER – è la riflessione conclusiva – sono altresì fondamentali perché stanno diffondendo nel Paese la cultura della sostenibilità e della comunità, stimolando i cittadini a essere protagonisti della transizione energetica, secondo una logica bottom-up, che parte dal basso, per un utilizzo più consapevole, efficiente e responsabile dell’energia”.
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