Calcolo stipendio netto, come cambia nel 2025. Le novità

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La Legge di Bilancio 2025, approvata dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre 2024 e in vigore a partire dal 1° gennaio 2025, introduce diversi cambiamenti nel sistema fiscale italiano, con particolare attenzione al trattamento dei redditi da lavoro dipendente. Questo significa che ci saranno delle variazioni al calcolo dello stipendio netto.

Calcolo delle stipendio netto nel 2025: i fattori da tenere presente

Diciamo subito che le principali innovazioni presenti nella manovra includono il mantenimento dell’Irpef con tre fasce di aliquote e l’estensione della riduzione del cuneo fiscale a un numero maggiore di lavoratori. Vengono incrementati i benefici accessori per i nuovi assunti che si spostano per motivi di lavoro ed è stata confermata la crescita del 2,7%, al di sopra dell’inflazione, per le pensioni minime anche per l’anno 2025.

Come cambia il taglio del cuneo fiscale

Uno degli aspetti più rilevanti è la trasformazione del taglio del cuneo fiscale da decontribuzione a defiscalizzazione. Chiariamo che la trasformazione del taglio del cuneo fiscale da decontribuzione a defiscalizzazione riguarda un cambiamento nel modo in cui lo Stato italiano cerca di ridurre il costo del lavoro e aumentare il reddito netto dei lavoratori.

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Con la decontribuzione, si riducono i contributi sociali che i datori di lavoro devono pagare sui salari, abbassando così il costo del lavoro per le imprese. Al contrario, la defiscalizzazione si concentra sulla riduzione delle imposte dirette, come l’IRPEF, che gravano sul reddito dei lavoratori, aumentando quindi il loro stipendio netto.

Questo cambiamento implica che, invece di ridurre i contributi previdenziali come fatto finora, si interverrà direttamente sull’imposizione fiscale.

Vediamo, nello specifico, come cambia dal 2025 il calcolo del taglio del cuneo fiscale:

  • Per i redditi fino a 20mila euro l’anno, è stato introdotto un nuovo trattamento integrativo, con importi variabili:
  1. Per i redditi da lavoro dipendente non superiori a 8,5mila euro, il taglio sarà del 7,1%, con un beneficio massimo di 603,50 euro netti;
  2. Per i redditi da lavoro dipendente superiori a 8,5mila euro ma non oltre i 15mila euro, il taglio sarà del 5,3%, comportando un beneficio massimo di 795 euro annui;
  3. Per redditi da lavoro dipendente superiori a 15mila euro ma non oltre 20mila euro, il taglio sarà del 4,8%, con un beneficio massimo di 960 euro.
  • Per i redditi compresi tra 20mila e 32mila euro, la detrazione per redditi da lavoro dipendente aumenterà di ulteriori 1.000 euro l’anno.
  • Per redditi superiori a 32mila euro e fino a 40mila euro, la detrazione aumenterà secondo la formula: 1.000 * [(40mila – Reddito complessivo)]/8mila.

Calcolo delle stipendio netto: chi ci guadagna (e chi ci perde)

Per chi guadagna fino a 22.500 euro all’anno, che equivale a uno stipendio di circa 1.730 euro al mese, i cambiamenti nei nuovi parametri fiscali non comportano grandi differenze nel salario netto. Tuttavia, la situazione cambia per chi ha uno stipendio lordo fino a 2.500 euro al mese: per questi lavoratori, il nuovo taglio del cuneo fiscale potrebbe essere meno favorevole, con una possibile diminuzione del salario netto compresa tra 6 e 13 euro.

Una realtà un po’ meno felice per chi guadagna 35mila euro all’anno: attualmente, infatti, grazie allo sgravio contributivo, questi lavoratori ricevono quasi 100 euro in più sul loro stipendio netto. Nel 2025, invece, potranno contare solo su un aumento della detrazione calcolato con una formula specifica, che porterà a un risparmio Irpef di circa 625 euro all’anno, traducendosi in un incremento netto mensile di circa 52 euro. Questo significa una riduzione mensile di circa 46 euro, che risulta penalizzante per il lavoratore.

D’altra parte, coloro che guadagnano tra 35mila e 40mila euro, e che attualmente non beneficiano dello sgravio contributivo, potranno essere inclusi nel nuovo taglio del cuneo fiscale. Questo potrebbe rappresentare per loro un vantaggio nel contesto delle nuove misure fiscali.

Facciamo un po’ di esempi concreti:

Reddito mensile: 2.916 euro

Conto e carta

difficile da pignorare

 

  • Reddito annuo: 35mila euro
  • Risparmio netto mensile: circa 21 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 252 euro

Reddito mensile: 3mila euro

  • Reddito annuo: 36mila euro
  • Risparmio netto mensile: circa 22 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 264 euro

Reddito mensile: 3.083 euro

  • Reddito annuo: 37mila euro
  • Risparmio netto mensile: circa 23 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 276 euro

Reddito mensile: 3.166 euro

  • Reddito annuo: 38mila euro
  • Risparmio netto mensile: circa 24 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 288 euro

Reddito mensile: 3.250 euro

  • Reddito annuo: 39mila euro
  • Risparmio netto mensile: circa 25 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 300 euro

La riforma IRPEF 2025

Come già accennato, con la Legge di Bilancio 2025, il Governo ha avviato la strutturazione della Riforma IRPEF 2024, rendendo definitivo il sistema a 3 aliquote della riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (già presente nel 2024). Questo significa che dal prossimo anno e per i successivi ci saranno 3 scaglioni di reddito con le seguenti aliquote progressive:

  • 23% per redditi fino a 28mila euro;
  • 35% per redditi superiori a 28mila euro e fino a 50mila euro;
  • 43% per redditi oltre 50mila euro.

Quindi, per quanto riguarda le aliquote e gli scaglioni, le regole attuali rimangono invariate. Tuttavia, in altri ambiti, come quello degli sconti IRPEF, vengono introdotti nuovi meccanismi che tengono conto del reddito e della composizione del nucleo familiare per stabilire gli importi massimi necessari a beneficiare delle agevolazioni.



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