“Fermate la ricerca”. Una quarantina di scienziati internazionali, per la precisione 38, di fama mondiale, tra cui Craig Venter, il responsabile della ricerca sul genoma umano o i premi Nobel Greg Winter (Università di Cambridge) e Jack Szostak (Università di Chicago), chiedono di fermarsi a riflettere e lanciano l’allarme. Attenzione alla biologia sintetica: può già creare versioni speculari di alcune molecole naturali che, se applicate in campo medico potrebbero risolvere alcuni casi altrimenti difficili da affrontare con i farmaci e le cure attuali e sarebbero dunque potenzialmente vantaggiose. Ma quanto costa il vantaggio? Troppo, secondo i 38: perché, spiegano, “si può arrivare a costruire artificialmente interi batteri specchio ma poi questo potrebbe avere conseguenze disastrose non solo per l’umanità ma anche per l’intero ecosistema”. Terribili, dicono, “come mai la terra ha visto prima” . Dunque fermiamoci: “A meno che non emergano prove convincenti del fatto che la vita speculare non comporti pericoli, riteniamo che i batteri e altri organismi specchio, anche se dotati di misure di biocontenimento ingegnerizzate, che però potrebbero anche essere annullate, non dovrebbero essere creati – scrivono gli autorevoli ricercatori su Science – Raccomandiamo quindi di non autorizzare la ricerca e chiediamo ai finanziatori di non sostenerla».
E così si riapre l’antico e mai esaurito dilemma: si può fermare la scienza o la scienza è libera da qualsiasi umano divieto e va fin dove vuole e può? Non è mai facile decidere. Ma questo caso ha una sua peculiarità. In genere gli scienziati non stanno mai dalla parte di chi vorrebbe tagliare le ali alla ricerca , ma questa volta il gruppo dei quotati quasi quaranta, che pongono e motivano i loro dubbi sulla prestigiosa rivista Science corredando le loro argomentazioni con un report di una trecentina di pagine, si domandano se non sia invece il caso che la scienza in un caso così rischioso si fermi, perlomeno a riflettere, perlomeno a valutare. Chiedono “un’azione internazionale per decidere come affrontare la possibilità della vita speculare, prima che i progressi tecnologici la rendano realizzabile”. Sarà anche vero che prima di vedere davvero dei risultati concreti ci vogliano dieci anni di tempo, come fanno,osservare gli ottimisti, ma dieci anni volano, oltre al fatto che alcune novità già sono state messe a punto adesso.
Sotto processo quella che si chiama la vita speculare, ovvero batteri fabbricati attraverso l’ingegneria biologica: microbi sintetici che sono riflessi strutturali dei microbi naturali e che potrebbero curare malattie altrimenti difficili da affrontare ma, al polo opposto, potrebbero anche sopraffare le difese naturali o antibiotiche di persone, animali e piante, come recentemente scrivono Michael Peel e Clive Cookson sul Financial Times riportando la denuncia apparsa su Science sulla quale peraltro si è già acceso il dibattito, non solo degli esperti ma anche dei curiosi della materia, tra coloro che sostengono i pro e chi si schiera per i contro e la prudenza.
Può davvero l’umanità, nel momento stesso in cui si batte per progredire fino a acchiappare il sogno di immortalità, precipitare invece nell’aumento del rischio di morte ? Può, sostengono i preoccupati 38 che avvertono come questi organismi sintetici potrebbero “porre rischi senza precedenti e ampiamente trascurati per gran parte della vita esistente”. Cosicché i progressi della biologia sintetica, che pure per ora sono stati considerati come potenzialmente utili a difendere la nostra salute, potrebbero rovesciarsi in futuro in un grande pericolo. Potrebbe accadere, sono convinti gli scienziati obiettori, per un errore umano o, peggio ancora, volontariamente per soddisfare propositi sciagurati .
Se io, attraverso l’ingegneria biologia, riesco a creare un batterio speculare a quelli naturali, allora questo ultimo batterio può anche uccidere l’altro a cui fa da specchio. Ma lo specchio è subdolo.“Se batteri speculari robusti fossero creati e rilasciati nell’ambiente, o sfuggissero al contenimento, il risultato potrebbe essere un danno irreversibile e catastrofico – dice Jack Szostak – Potrebbe essere molto peggio di qualsiasi sfida che abbiamo mai affrontato in passato e andare ben oltre la nostra capacità di mitigarla, questa sfida.”
La vita speculare diventerebbe la “specie invasiva definitiva,” avverte Michael Kay, professore di biochimica presso l’Università dello Utah. “Esiste un rischio molto ragionevole che i batteri specchio possano sopraffare tutte le difese naturali sia del corpo umano che degli ecosistemi”, conclude. Chi parla tramite Science sostiene di sapere quello che dice per avere lavorato a sviluppare biomolecole speculari non viventi. Gli scienziati in crisi si sono resi conto, spiegano, che queste strutture sintetiche potrebbero essere agenti furtivi efficaci contro patogeni come l’HIV, per esempio, proprio perché le difese naturali del corpo non sarebbero in grado di distruggerle. Ma se nel caso HIV la supremazia dei batteri specchio potrebbe essere utile, in altri casi l’impossibilità umana a reagire potrebbe essere devastante.
“I potenziali benefici sono limitati e non bastano a giustificare la creazione di molecole speculari utili alla produzione di batteri speculari”, scrivono gli scienziati dubbiosi su Science. Ipotizzando anche il peggio, ossia che questi organismi speculari, uguali ma rovesciati rispetto alla vita naturale, proprio come lo specchio che riflette le forme all’inverso, non solo possano per uno sbaglio umano passare a una funzione distruttiva – e lo sbaglio non si può mai escludere – ma potrebbero anche venire usati come armi biologiche, di quelle cui non si fugge perché non hanno antidoto. Finché, secondo gli scienziati in questione, si passa al rischio dei rischi: quello di una fuga accidentale da un laboratorio dei pericolosi organismi che si disperderebbero nell’ambiente.
“I batteri speculari potrebbero causare molti danni,” avverte l’ungherese Eörs Szathmáry, professore di biologia evolutiva presso l’Università di Budapest, pur non avendo partecipato allo studio pubblicato su Science. “Se i batteri speculari – continua – sfuggissero da un laboratorio, potrebbe verificarsi un’ondata terribile di infezioni.”. È vero che magari non accadrebbe domani, ma pensarci dopo sarebbe troppo tardi. Meglio essere cauti di fronte a nuove molecole sintetiche così forti e così speculari al nostro sistema immunitario da evitarne ogni resistenza, tanto da diffondere infezioni incontrollabili e vastissime non solo per la specie umana, ma anche animale e vegetale, considera la quarantina di scienziati che hanno confessato i loro dubbi su Science.
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