Anziani coniugi morti in casa: «Avvelenati dal figlio per soldi»

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Cagliari Soldi, principalmente soldi e problemi economici sarebbero il movente che avrebbe spinto uno dei due figli a liberarsi, avvelenandoli, dei propri anziani genitori. Il quadro indiziario che ha comportato l’accusa di duplice omicidio volontario per Claudio Gulisano, 44 anni, cagliaritano residente a Sinnai, arrestato e spedito in carcere a Uta nella notte fra lunedì e martedì, sembra ormai delineato. Avrebbe ucciso per questione di denaro i genitori Luigi Gulisano e Marisa Dessì, 79 e 82 anni, e cercato di depistare le indagini in più modi, compresi i post sui social in cui dichiarava il dolore e lo sconcerto per la morte dei suoi, fino ad arrivare a chiedere con commozione preghiere per loro e un ricordo in occasione delle festività natalizie. Ma non è stato questo esternare pubblicamente i propri sentimenti a convincere gli inquirenti che Claudio Gulisano sia l’assassino dei genitori.

Per il pubblico ministero Rossana Alleri, il materiale probatorio messo assieme dai carabinieri del nucleo investigativo provinciale e della compagnia di Cagliari, affiancati dai colleghi della stazione di san Bartolomeo e dagli specialisti del Ris, è stato sufficiente per formulare una precisa accusa di duplice omicidio volontario e disporre la custodia cautelare in carcere per l’indiziato Claudio Gulisano. Mancano ancora alcuni importanti incastri che vadano a completare il puzzle di quello che è diventato dal 5 dicembre scorso un giallo a 360 gradi. Ma già ora il quadro indiziario è ritenuto più che sufficiente per la chiusura del cerchio delle indagini.

Al momento, l’indagato, che è difeso dall’avvocato Luigi Sanna, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande formulate dal pubblico ministero. Il legale di fiducia ha fatto sapere che in questo momento il suo assistito è confuso dagli eventi e non è stato in grado di rispondere al magistrato che coordina le indagini. Solo dopo aver letto attentamente gli atti della misura restrittiva cautelare, andrà in carcere a parlare con il suo assistito per decidere poi la linea difensiva da adottare nell’udienza di convalida davanti al Gip, prevista per oggi. Prima, però, il confronto fra indagato e difensore. Da quanto trapelato, sarebbero state alcune contraddizioni di Claudio Gulisano emerse durante l’interrogatorio di lunedì pomeriggio, conclusosi a mezzanotte dopo sei ore di confronto e di domande precise e pressanti, a convincere gli inquirenti che l’interrogato – che in quel momento era sentito come testimone, così come il fratello Davide, che non è indagato – aveva finora mentito e cercato anche di depistare il lavoro degli investigatori. Lo avrebbe fatto fin dal momento in cui, il pomeriggio del 5 dicembre, aveva trovato morti in casa i genitori e chiamato i carabinieri.

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A suo dire, secondo quanto raccontato agli inquirenti, sarebbe andato intorno alle 19,30 nel loro appartamento al quarto piano di via Ghibli 5, nel quartiere del Sole, perché loro non rispondevano al telefono già dalla mattina. Li ha trovati riversi sul pavimento fra lo studio e il soggiorno sul pavimento, vicini fra loro, lei in pigiama e lui in abbigliamento da casa. Esclusa da subito l’intossicazione da ossido di carbonio o gas, era stato ipotizzato inizialmente un possibile avvelenamento da funghi (ne sono stati trovati in frigorifero) o da altri alimenti. Ipotesi che però sono state scartate quando sono arrivati i primi referti degli esami tossicologici effettuati dal tossicologo Giampiero Cortis.

I funghi trovati in casa erano perfettamente commestibili, così come altri alimenti esaminati in laboratorio. È da lì – oltre al risultato dell’autopsia del medico legale Roberto Demontis che non aveva riscontrato segni di violenza sul corpo dei due anziani e che però aveva evidenziato criticità nell’apparato digerente, in particolare a livello epatico. Si è così creato un autentico giallo che col passare di giorni è diventato sempre più intricato. La soluzione sembra sia ormai vicina, ma rimane tutta da verificare e confermare.



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