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Saldi invernali al via e parte la caccia agli sconti. Oggi – 2 gennaio – le vendite di fine stagione inizieranno in Valle D’Aosta, per poi partire sabato 4 gennaio in tutta Italia. Saranno 16 milioni le famiglie che correranno a fare lo shopping scontato spendendo 138 euro a testa e 307 euro a famiglia, per un giro di affari di 4,9 miliardi di euro, secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio. Quasi un consumatore su due (46%) ha già deciso di acquistare almeno un prodotto, ed un ulteriore 50% valuterà le offerte prima di comprare, è emerso dal consueto sondaggio sui saldi di fine stagione invernali, condotto da Ipsos per Confesercenti. «Ma i saldi dovrebbero essere davvero collocati a fine stagione» ribadisce Benny Campobasso, presidente di Fismo Confesercenti, osservando che «l’inverno climatico è appena iniziato e si rischia di svendere la collezione invernale prima ancora di riuscire a venderla pienamente» criticando la data «troppo anticipata». Per il presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni, «i saldi rappresentano una tradizione commerciale capace di coinvolgere l’interesse di 16 milioni di famiglie italiane alla ricerca dell’affare e di un crescente numero di stranieri amanti dello shopping made in Italy».
Idee e preferenze
Secondo il sondaggio di Ipsos per Confesercenti, il 59% degli intervistati ha già pianificato quanto investire nel rinnovo del guardaroba: in media si spenderanno circa 218 euro a famiglia, con una media più alta nel Centro Italia (quasi 263 euro) e tra gli over 34 (quasi 239 euro). Il 53% degli intervistati ritiene i saldi l’appuntamento più conveniente e utile, mentre solo il 20% indica il Black Friday. Dove si comprerà? Vincono i negozi. Come accaduto nell’ultima settimana di Natale, anche per i prossimi saldi i punti vendita fisici appaiono in vantaggio sull’online: otto italiani su dieci (81%) sceglieranno i negozi per almeno un acquisto, contro il 54% che comprerà un prodotto sul web.
I più ricercati
I prodotti moda più desiderati per questi saldi sono maglioni e felpe, indicati dal 51% di chi ha previsto di acquistare. Un effetto dell’arrivo del freddo dopo un autunno caldo, a causa del quale il 30% circa dei consumatori segnala di aver ridotto gli acquisti di abbigliamento invernale. Particolarmente cercati i maglioni di qualità con decorazioni. Seguono, a brevissima distanza, le calzature (49%) e ben più staccati gonne e pantaloni (31%), con un interesse forte per jeans e denim, e maglie e top (30%). Nella lista dei desideri ci sono anche intimo (28%), camicie e camicette (22%), borse (21%) e i capispalla – giubbotti, cappotti e piumini – sempre al 21%. Poi accessori (18%) e abiti e completi (17%). «I saldi – e in particolare quelli nei negozi fisici – si confermano l’evento promozionale più atteso dagli italiani. Un segnale positivo dopo un autunno caratterizzato da vendite molto fiacche», dichiara Campobasso. «Rimane, tuttavia, il problema della data troppo anticipata. I saldi dovrebbero essere davvero collocati a fine stagione».
Caselli: rivedere la data di avvio dei saldi
«L’inizio dei saldi invernali rappresenta un momento cruciale per il commercio bergamasco. I dati emersi dal sondaggio Confesercenti-Ipsos, pubblicato ieri, evidenziano un forte interesse dei consumatori, con il 46% degli italiani già intenzionato ad acquistare e un ulteriore 50% pronto a valutare le offerte – spiega Filippo Caselli, direttore di Confesercenti Bergamo -. È positivo notare che l’81% dei clienti sceglierà i negozi fisici per almeno un acquisto, un segnale di fiducia verso il commercio di prossimità, fondamentale per il tessuto economico e sociale della nostra provincia.Rimane irrisolto il nodo cruciale delle date di avvio dei saldi. L’inverno climatico è appena iniziato e avviare le vendite scontate così presto significa, di fatto, ridurre drasticamente il periodo di vendita a prezzo pieno della collezione invernale. Questo non solo mette in difficoltà i commercianti, ma svaluta anche il valore percepito dei prodotti di stagione. Come Confesercenti, ribadiamo con forza la necessità di una regolamentazione più razionale delle date di avvio dei saldi, affinché siano realmente collocati alla fine della stagione di riferimento. È essenziale che questa regolamentazione tenga conto delle esigenze dei commercianti, delle reali dinamiche di mercato e delle tempistiche climatiche. Solo così potremo garantire un equilibrio tra l’interesse dei consumatori e la sostenibilità economica delle imprese del settore moda. Ci auguriamo che questa stagione di saldi possa comunque portare una boccata d’ossigeno alle attività commerciali bergamasche e offrire ai consumatori l’opportunità di acquistare prodotti di qualità a prezzi vantaggiosi».
Weekend di sconti anche a Bergamo
Sabato 4 gennaio anche a Bergamo si apre il primo banco di prova per gli acquisti scontati di capi invernali nel lungo ponte dell’Epifania. Un week-end di sconti che include la festività di lunedì, che porta ancora turisti e villeggianti in vacanza in città e provincia. Le previsioni di spesa di Confcommercio Bergamo fanno ben sperare, con 152 euro a persona per gli acquisti principalmente di abbigliamento, calzature, articoli sportivi. Una cifra in rialzo di 7 euro pro capite rispetto all’anno scorso (quando il budget era di 145 euro, 139 euro nel 2023, 134 euro nel 2022 e 124 euro nel 2021 della pandemia). Il budget medio a famiglia per la nostra provincia riservato ai saldi è di 354,20 euro (contro i 307 euro nazionali). La spesa complessiva stimata da Confcommercio Bergamo per la nostra provincia è di 124 milioni e 500mila euro, con una crescita rispetto ai saldi invernali scorsi di 7milioni e 700mila euro (erano 116 milioni e 800mila euro l’anno scorso). Il 73,5 dei bergamaschi farà quest’anno qualche acquisto scontato (+1% rispetto a gennaio 2024). La media di spesa nazionale, rilevata dall’Ufficio Studi Confcommercio, è di 138 euro a persona per un giro d’affari complessivo di 4,9 miliardi di euro (100 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno) e 16 milioni di famiglie italiane impegnate nello shopping d’occasione.
Fusini: «Cresce l’attesa sul territorio»
«I saldi, in particolare quelli invernali nella nostra provincia, sono un appuntamento atteso e hanno un valore fondamentale per la tenuta del sistema del commercio tradizionale- spiega il direttore di Confcommercio Bergamo Oscar Fusini -. Veniamo da un’altra stagione difficile per il settore, che si trascina purtroppo da molto tempo. Anche se non si riusciranno a recuperare i margini persi negli ultimi mesi, la maggioranza dei piccoli imprenditori attende i saldi per sostenere le vendite e per riallestire i negozi con le nuove collezioni moda, scongiurando ulteriori indebitamenti, e fare acquisti per la nuova stagione». Crescono rispetto allo scorso anno i bergamaschi che non rinunceranno ai saldi: «La nostra provincia, anche per l’importanza dei saldi invernali a queste latitudini, destina un budget nettamente superiore alla media nazionale per l’acquisto di capi scontati- continua Fusini-. Siamo però molto lontani dai numeri dei saldi pre-Covid e del rituale della caccia agli affari di venti anni fa. E il 26,5% dei bergamaschi non acquisterà nulla in saldo. Come per altre spese non strettamente necessarie, si allarga il gap tra chi può concedersi shopping senza pensieri e chi è costretto a ponderare attentamente ogni acquisto che non sia indispensabile».
Vademecum dei saldi
Confcommercio Bergamo ricorda le regole per il corretto acquisto degli articoli in saldo, riportando le indicazioni di Federazione Moda Italia e Confcommercio Imprese per l’Italia.
Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (Art. 129 e ss. D.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato (art. 135 bis del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo). Per gli acquisti online i cambi o la rescissione del contratto sono sempre consentiti entro 14 giorni dalla ricezione del prodotto indipendentemente dalla presenza di difetti, fatta eccezione per i prodotti su misura o personalizzati (artt. 52 e ss. del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo).
Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimessa alla discrezionalità del negoziante.
Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.
Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e, generalmente, il prezzo finale. In tutto il periodo dei saldi il prezzo iniziale sarà il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni antecedenti l’inizio dei saldi (Art. 17 bis D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo introdotto dal D.Lgs. n. 26/2023 di recepimento della Direttiva UE «Omnibus»).
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