I rifiuti indifferenziati di Roma ancora in Abruzzo, dopo 11 anni. L’accordo di proroga tra le due Regioni, con somma soddisfazione di entrambe le parti, è stato annunciato ieri. L’intesa permetterà – ancora una volta, e stavolta in un “anno speciale“, quello del Giubileo – di conferire parte dei rifiuti indifferenziati di Roma oltre i propri confini, non solo comunali, ma regionali. La “partnership” ormai dura dal 2014, segno che quella che era un’emergenza è in realtà un problema cronico a cui non si è riuscito, in 11 anni, nonostante le varie giunte comunali e regionali, a trovare soluzioni.
Roma non autosufficiente per i rifiuti
Questo quanto prevede la delibera approvata ieri, lunedì 30 dicembre, dalla Regione Lazio su proposta dall’assessore ai Rifiuti Fabrizio Ghera. Potranno essere conferiti in Abruzzo, e più precisamente presso l’impianto TMB della DECO Spa ubicato in località “Casoni”, in provincia di Chieti, ben 80mila tonnellate di indifferenziata. A far richiesta di proseguire su questa strada, come accade dal 2014, proprio l’amministrazione capitolina. La scelta è legata alla previsione dell’aumento di materiale raccolto con il Giubileo e con i pellegrini che saranno presenti in città.
Ghera stesso giustifica la scelta attraverso il comunicato diffuso ieri. “Roma Capitale, come noto, non ha raggiunto l’autosufficienza per la gestione dei flussi di rifiuto indifferenziato e l’anno Giubilare appena inaugurato comporterà un grande sforzo per tutta la macchina organizzativa. Per questi motivi abbiamo deciso di accogliere la richiesta del Comune di Roma, approfittando della disponibilità della Regione Abruzzo che dura ormai da dieci anni e a cui va il nostro ringraziamento”.
Caro rifiuti
Ma quanto costa portare i rifiuti fuori regione e più precisamente in Abruzzo? Sicuramente non si tratta di poco, visto che negli anni scorsi si è pagato fino a 184 euro a tonnellata. Di questi soldi, 15 euro vengono dati a Comuni e Regione Abruzzo a titolo di compensazione ambientale (in passato venivano dati 10 euro: l’aumento è scattato due anni fa). Si tratta, a partire dal 2023, di 11,55 euro (per ogni tonnellata) per la Regione Abruzzo e 3,45 euro per i Comuni che ospitano gli impianti. E calcolando che verranno mandate 80 mila tonnellate, ecco che il conto di quanto costa spedire i rifiuti in Abruzzo è presto fatto: quasi 15 milioni.
Ma a questo va aggiunta la spesa dei rifiuti indifferenziati mandati in Emilia Romagna, a costi che variano tra i 160 e i 190 euro a tonnellata. Si tratta, anche qui, di costi notevolmente più alti rispetto a quelli del mercato regionale laziale. I rifiuti vengono mandati principalmente all’inceneritore gestito da Hera, azienda dove troviamo come consulente una persona che si trova nell’ufficio Ambiente della Regione Lazio, nominato ai tempi di Zingaretti, ma evidentemente gradito anche all’attuale assessore.
Per non parlare poi dei rifiuti mandati ad Amsterdam. Ovviamente a tutti questi prezzi vanno aggiunti quelli dei trasporti. E più si va lontano, più si paga.
Tanto pagano i romani…
Mentre milioni di pellegrini affolleranno le strade di Roma, poi, un altro viaggio si intensificherà: quello dei rifiuti della Capitale verso Amsterdam. Una soluzione costosa, che pesa sulle tasche dei romani e intensifica gli interrogativi sull’efficienza del sistema di gestione dei rifiuti cittadino.
37 milioni di euro: questa è la cifra stimata per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti romani nella città olandese, come emerso dalla relazione della commissione parlamentare d’inchiesta Ecomafie, presieduta dal deputato della Lega Jacopo Morrone.
Un costo che raddoppia con il Giubileo
Secondo Morrone, attualmente Ama invia un treno settimanale composto da 16 vagoni, ciascuno carico di circa 900 tonnellate di rifiuti, al costo di 360 mila euro a viaggio. Ma nel 2025, con il Giubileo, per far fronte alla maggiore produzione di rifiuti legata all’afflusso di pellegrini e turisti, il numero dei treni raddoppierà, portando il costo settimanale a 720 mila euro. Su base annuale, il totale sfiora i 37,5 milioni di euro.
“È una cifra impressionante”, ha commentato Morrone, “e mi auguro che ci sia uno sconto. Abbiamo visitato il termovalorizzatore di Amsterdam, dove abbiamo visto arrivare i treni da Roma. Questo sistema è una soluzione temporanea, ma costosa e poco sostenibile a lungo termine”.
La prospettiva di dover gestire volumi di rifiuti sempre maggiori nel 2025 solleva questioni urgenti. Chi paga il conto di questa emergenza? Roma, lo ricordiamo, negli anni “normali” spende intorno ai 180 milioni di euro l’anno per andare a smaltire fuori dal suo territorio i suoi rifiuti. E nel 2025 i rifiuti saranno molti di più, vista la presenza dei pellegrini che faranno visita al Papa e al Vaticano. Ma sporcheranno Roma. E pagheranno – ovviamente – i romani. Che di sicuro non ci guadagnano nulla…
Acea e il mondo dei rifiuti
Ma tornando alla proroga di ieri, che viene vista come una “vittoria”, ci si fanno alcune domande. Innanzi tutto, visto che ormai da ben 11 anni si proroga il servizio – così come si mandano i rifiuti indifferenziati in altri siti fuori regione – se c’è incapacità o mancanza di volontà di trovare, nel Comune di Roma o perlomeno nella Regione Lazio, un sito idoneo ad accogliere quanto prodotto dai romani e da chi visita la Capitale.
L’altra domanda domanda è invece: di chi è la Deco Spa, a cui è stato affidato il servizio? Qui la riposta è semplice. La società appartiene al 100% ad Acea, che nel gennaio del 2023 ha acquistato il 35% restante del gruppo (prima deteneva “solo” il 65% del pacchetto azionario). Quindi da qui sorge spontanea un’altra domanda. Ma Acea non era quell’azienda che, negli spot pubblicitari, si prende cura dell’ambiente? Cosa c’entra allora, con il mondo dei rifiuti indifferenziati (qui non si parla di riciclo)?
Regione Lazio e Comune di Roma: destra e sinistra d’accordo sui rifiuti (?)
Abbiamo appurato che portare i rifiuti fuori regione ha un costo altissimo per i cittadini. Ma perché questo accade? Se andiamo a guardare la cosa dal lato politico, non possiamo non notare che da un lato c’è la Regione Lazio, che firma le richieste del sindaco di Roma Roberto Gualtieri a “esportare” la “monnezza”. E dall’altro lato c’è Acea, che firma invece la volontà di Gualtieri. Perché sarà Acea a realizzare il termovalorizzatore a Santa Palomba. Quel termovalorizzatore su cui la Commissione parlamentare Ecomafie ha deciso di aprire un’inchiesta. Ma Acea ha anche un altro termovalorizzatore, a San Vittore. Ed è, come detto, proprietaria della Deco di Casoni, in Abruzzo, dove Roma porterà 80mila tonnellata di rifiuti.
Il 44% di raccolta differenziata a Roma non fa certo onore a Gualtieri. E neanche a Ghera, “costretto” a correre in aiuto al sindaco Pd. L’assessore ambientalista che sembra essere più legato a personaggi della sinistra che a quelli di destra, visto che Wanda D’Ercole, in precedenza direttore generale della Regione Lazio con la giunta Zingaretti, viene nominata, nel marzo 2023, ad interim direttore della Direzione regionale “ciclo dei rifiuti” della Regione Lazio. E che da gennaio prenderà il posto, salvo sorprese, del futuro pensionato Vito Consoli come Direttore dell’ufficio Valutazione Impatto Ambientale, sempre ad interim. Ma gli intrecci tra destra e sinistra, in Regione, sono una cosa frequente e ormai non scandalizzano più nessuno. Ma Rocca, di tutto questo, è cosciente?
Perché non cercare un sito nel Lazio?
Ci si chiede, quindi, come mai la politica – quella di adesso come quella del passato, visto che la delibera firmata ieri parla di una proroga che va avanti ormai da 11 anni – non si sia mossa per trovare soluzioni alternative, come trovare siti idonei (e meno costosi) nel Lazio. E come mai l’assessore Ghera non si sia imposto, nella costante lotta alle poltrone che caratterizza la politica, per avere un “suo” Direttore di fiducia, appartenente al suo schieramento, confermando invece un nome scelto in passato dal centrosinistra.
Domande che resteranno forse senza risposta. Mentre i rifiuti continuano a viaggiare…
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link