Te Deum, il vescovo: «Sapienza e scelte lungimiranti per risolvere i conflitti e affrontare le sfide sociali»

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LA MESSA

Dalle guerre alle migrazioni, dai cambiamenti climatici alla denatalità: le parole di monsignor Tremolada durante la celebrazione della messa di ringraziamento alle Grazie. L’annuncio: «Nell’aprile 2026 il convegno diocesano»

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Il vescovo durante la messa di ringraziamento con canto del Te Deum alle Grazie




Il vescovo durante la messa di ringraziamento con canto del Te Deum alle Grazie



Il vescovo durante la messa di ringraziamento con canto del Te Deum alle Grazie

Cosa ci torna in mente, se ripensiamo al 2024? Se lo è chiesto e lo ha chiesto ai fedeli il vescovo, monsignor Pierantonio Tremolada, nell’omelia durante la tradizionale messa di ringraziamento con il canto del Te Deum alla Basilica delle Grazie.

Le guerre

«Se gettiamo lo sguardo all’indietro nell’anno che è trascorso, il primo pensiero non può che essere alle guerre, in particolare a quelle in Europa e nel Medio Oriente, che non sono ancora cessate. Esse purtroppo continuano, con la loro scia di sangue, con le loro vittime, molte delle quali innocenti. Altri focolai di conflitto si sono accesi sullo scenario mondiale e altri ancora si sono inaspriti. La folle logica dell’uso indiscriminato della forza come via di soluzione dei contrasti; un esercizio del potere posto a servizio di ideologie e di interessi personali, la ricerca senza scrupoli di un profitto esagerato continuano a provocare in tanti luoghi del mondo enormi sofferenze», ha ricordato il vescovo, richiamando il «rilevante compito di chi esercita la responsabilità politica», per cui la Chiesa esorta ad invocare «la sapienza che viene dall’alto e che è capace di promuovere in ogni circostanza giustizia e pace».

Le emergenze sociali

Ma nel 2024, ha continuato monsignore Tremolada, anche altre sfide sono arrivate all’attenzione dell’opinione pubblica, dalla  «questione sociale legata alle migrazioni e quella ambientale legata ai cambiamenti climatici. Si sente viva – per il vescovo – l’esigenza di compiere scelte lungimiranti, che vadano al di là dell’emergenza. Una progettualità che parta dalle situazioni concrete e sia capace di governare i processi, è ciò che tutti consideriamo in questo momento come necessario».

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Un modus operandi da applicare anche per altre emergenze, rilevanti: «il fenomeno molto serio della denatalità, le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, le povertà evidenti e quelle sommerse, le varie forme di dipendenza. Particolarmente pressante ci appare il compito educativo, che chiede di misurarci con il fenomeno di una crescente aggressività e violenza tra i nostri adolescenti e con quello dell’influenza pervasiva e spesso invasiva che hanno sulla loro vita i nuovi mezzi della comunicazione sociale».

Ma il vescovo, nell’omelia alle Grazie, si è soffermato anche sui pericoli e sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale e, in particolare, sulla necessitò di proseguire in particolare nel nostro territorio la strada della «feconda collaborazione tra le istituzioni, che merita di essere continuata ed approfondita».

Le sfide della Chiesa

Sul versante più specificamente ecclesiale, monsignor Tremolada ha annunciato l’avvio di un percorso che condurrà nell’aprile 2026 ad un convegno diocesano ed «è bello – ha detto –  pensare che il prossimo anno giubilare si innesti in questa nostra esperienza di Chiesa».

Gli eventi dell’anno concluso

In conclusione, nella sua omelia il vescovo ha ricordato due eventi del 2024: le Olimpiadi («mi sembra bello raccogliere il buon frutto che ci consegna il ricordo di una simile manifestazione, con i valori del rispetto reciproco, dell’amicizia tra i popoli, dell’eccellenza nel dare il meglio di sé, della passione, dell’impegno e della disciplina come espressioni di una umanità pienamente espressa»). E la conclusione dei lavori di ricostruzione della Cattedrale di Notre Dame a Parigi: «Una chiesa, sempre amata – ha detto -, che torna ad essere ancora più bella. Immagine suggestiva di una Chiesa, questa volta di pietre vive, che desidera essere per il mondo di oggi sempre più trasparente della grazia di Dio, segno credibile della sua infinita benevolenza».





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